Siamo nel pieno dell’inverno e il cappotto è diventato il nostro migliore amico per proteggerci dal freddo, ma com’è cambiato il cappotto nelle varie decadi? Per il Vintage Friday, vediamo l’evoluzione del cappotto dagli anni Venti agli anni Duemila.

 

marlene-dietrich-and-sophia-loren-320x228 Vintage Friday: l'evoluzione del cappotto dagli anni '20 agli anni Duemila
Fonte foto: Pinterest

Quando arriva l’inverno, non rimane che avvolgerci nei nostri cappotti per poter sopportare anche le giornate più fredde.

 

Ma vi siete chiesti come è cambiato il cappotto nelle decadi? Scopriamolo insieme.

Anni Venti

Dopo la fine della Prima guerra mondiale, lo stile femminile diventa più sbarazzino e libero, per simboleggiare una sessualità più libera (ve le ricordate le flapper girls?).

In questi anni il cappotto aveva una linea dritta e si stringeva sul basso, senza delineare la vita e molto spesso era lungo fino alle caviglie.
Ad impreziosire questo modello di cappotto erano gli inserti in pelliccia, prevalentemente sul bordo, sui polsi e sul collo.

Oltre alla pelliccia, i cappotti degli anni Venti erano fatti di materiali pregiati come il velluto.
L’outfit invernale degli anni Venti era spesso caratterizzato da gioielli a vista, guanti eleganti e cappelli a cloche, ovvero con un piccolo bordo, anche questi impreziositi da brillantini e fiocchi.

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Anni Trenta

Negli anni Trenta la moda femminile ha una grande inversione di rotta a causa della Grande Depressione e della crisi del ’29. Lo stile torna ad essere più sobrio, ma si dà comunque molto spazio alle forme femminili, abbandonando per un po’ la figura androgina.

Il cappotto femminile degli anni Trenta è prevalentemente il “trench coat”, un cappotto con taglio obliquo, un’allacciatura doppiopetto e lungo fino a sotto il ginocchio, da poter indossare in diverse stagioni. La caratteristica principale era l’allacciatura all’altezza della vita, per rispecchiare i canoni della moda di quella decade, che richiedevano un’esaltazione della forma femminile.

Infine, anche negli anni Trenta, i cappotti erano impreziositi da dettagli in pelliccia, prevalentemente sulle spalle.

Completavano il look dei colli di pelliccia e dei cappelli, prevalentemente baschetti e modelli a fedora.

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Anni Quaranta

Lo stile degli anni Quaranta è ovviamente molto influenzato dagli eventi di quella decade. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, le donne prendono il posto degli uomini nelle fabbriche, vivendo comunque in condizioni precarie.

In questi anni c’è un duro razionamento che tocca anche i materiali e i tessuti, il che ovviamente influisce anche sulla moda: era infatti il governo a decidere quanti metri di stoffa e quanti bottoni dovevano avere le giacche.

Si diffondono cappotti e soprabiti dai colori tipici delle divise militari, come il grigio e il verde oliva.
Il cappotto degli anni Quaranta ha una linea dritta, solitamente è lungo fino al ginocchio e hanno una chiusura a doppiopetto. Presentava delle spalle squadrate e delle mostrine sulle spalle, per richiamare lo stile militare.

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Anni Cinquanta

Finita la guerra, nel mondo si diffondono ottimismo e benessere, oltre ad un elevato sviluppo economico.

Col boom economico, lo stile di vita cambia velocemente e si diffonde l’immagine della famiglia felice, mentre la donna assume il ruolo della casalinga perfetta e sempre impeccabile.

Lo stile anni Cinquanta lo conosciamo tutti e si diffonde l’ideale di bellezza che vuole la donna sottolineare il suo fisico a clessidra, per questo si diffondono gonne e pantaloni che sottolineano il vitino da vespa.

Nonostante ciò, il cappotto degli anni Cinquanta segue un’altra linea: i modelli si caratterizzano per una forma triangolare, grossi bottoni e maniche larghe. La forma triangolare è molto usata anche perché era facile da poter essere indossata durante la maternità, dato il baby boom che ci fu negli anni Cinquanta.

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Anni Sessanta

Arrivano gli “swinging Sixties” e la moda cambia radicalmente.
In questi anni nasce la minigonna e si espande la cultura pop. Tra le icone di moda troviamo Twiggy e il suo look androgino ed acerbo.

Ma, se da una parte la moda diventa pop e gli orli si accorciano, dall’altra si diffonde anche uno stile più conservativo, incarnato dalla First Lady Jacqueline Kennedy, la quale diventa velocemente icona di moda.

Il cappotto torna ad essere lungo fino a metà polpaccio, ha solitamente una chiusura a doppiopetto, ma presenta una sciancratura all’altezza della vita, per delineare la figura, specialmente la vita. Si tratta di uno stile piuttosto classico ed elegante, completato spesso da borsa e scarpe abbinate.

Menzione speciale per i bottoni, che diventano sempre più grandi ed elemento di design.

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Anni Settanta

La moda degli anni Settanta è fortemente influenzata dalla libertà sessuale e dalla diffusione della disco-music. Nonostante ciò, si tratta anche di una decade estremamente impegnata politicamente, basti pensare alle proteste contro la guerra in Vietnam, le battaglie femministe e le battaglie per i diritti civili.

Le lunghezze si “allungano” ed esplode la moda hippie ed unisex.

Per quanto riguarda i cappotti, è in voga il modello “belted wrap coat”, ovvero il cappotto che si allaccia alla vita tramite una cintura (un po’ come i modelli in voga oggi), che sottolinea il punto vita. Spesso troviamo anche degli inserti in pelliccia sul bordo, il collo, le tasche e le maniche.

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Anni Ottanta

Arrivano finalmente gli anni Ottanta, gli esplosivi anni Ottanta.

La moda di questa decade è caratterizzata da dettagli fluo ed eccessivi: ci si trucca di più, si usano tessuti come il tulle e s’indossano indumenti appariscenti, come i leggings, i fiocchi in tulle nei capelli e gli scaldamuscoli.

In questi anni dilaga il consumismo e la cultura dell’apparire, che portano ad una maggiore cura del corpo, che viene traslata in sedute di aerobica e lampade abbronzanti.
Ovviamente, a farla da padrone, sono le popstar dell’epoca, come Madonna e Cindy Lauper, che dettano legge anche in fatto di moda.

I modelli di cappotto e giacchetto negli anni Ottanta sono molto vari, si va dalla giacca di jeans oversize e con delle spalline giganti ai piumini da sci dai colori fluo con elastico in vita.
Gli anni Ottanta sono stati la decade dei contrasti della moda: si andava dai look oversize ai look più attillati e corti.

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Fonte foto: Who What Wear

 

Anni Novanta

Ah gli anni Novanta, con tutte quelle boyband, i walkman in cui mettevamo le cassette dei nostri cantanti preferiti e il contorno labbra più scuro del rossetto.

La moda degli anni Novanta è sicuramente una di quelle che, ancora oggi, riceve più pareri contrastanti: c’è chi la ama per il sapore nostalgico e tutte quelle salopette di jeans e chi la odia per quel trash che un po’ la caratterizzava.

Negli anni Novanta, grazie anche a Kate Moss, viene riportato in auge uno stile androgino e quasi maschile e si riaffaccia lo stile grunge, composto da giacche di pelle e camicie a scacchi.

Per quanto riguarda i cappotti, il modello più di moda era il trench oversize, portato rigorosamente aperto e lungo fino ai piedi. Poteva essere declinato in maniera diversa: il trench poteva diventare sofisticato se abbinato a vestiti di classe, ma poteva diventare anche punk, se indossato sopra gonne corte, calze a rete e Dr Martens.

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Anni Duemila

Anche per quanto riguarda gli anni Duemila troviamo una moda e dei trend piuttosto discutibili, basti pensare alle tute in ciniglia di cui andavamo tanto fieri.

In questi anni, rappresentati alla perfezione dalla ex IT Girl Paris Hilton, troviamo una forte influenza dal mondo hip-hop, che definisce la moda di questa decade.

Il cappotto degli anni Duemila è un piumino lungo quasi fino a metà coscia e con chiusura a zip. Solitamente venivano usati colori fluo, come il giallo, il rosa e il verde, per essere notati anche in mezzo alla folla.

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Fonte foto: PicClick

 

 

Finisce qui il nostro viaggio nell’evoluzione del cappotto che, come abbiamo visto, è cambiato molto dagli anni Venti agli anni Duemila.

E voi quale modello preferite?

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