Si sa, l’estate per molti vuol dire bagni a go go. Che siano al mare, al lago o in qualche pezzo di fiume balneabile, nuotare, tuffarsi o, semplicemente, stare “ammollo”, è sinonimo di relax. Ma anche i nostri luoghi preferiti possono nascondere insidie, tra cui la sincope da idrocuzione

“Mare, mare, mare, ma che voglia di arrivare da te.”

Ci sono diverse cause e fattori di rischio che determinano queste morti (per una maggiore approfondimento vi invitiamo a leggere questo pdf). Ma quanti di voi conoscono, realmente, la sincope (o sindrome) da idrocuzione?

La definizione corretta è la seguente: Sincope da immersione rapida in acqua, spec. fredda, caratterizzata da riflessi neurovegetativi che possono causare anche morte per arresto cardiorespiratorio o annegamento.”

Cosa significa? In pratica il nostro corpo reagisce ad uno shock termico.

Se, ad esempio, ci troviamo da molte ore sotto il sole a giocare a pallone con gli amici, e siamo anche molto accaldati, dobbiamo evitare di cedere alla tentazione di fiondarci in acqua a rinfrescarci.

Questo perché, durante il gioco (magari non abbiamo neanche mangiato in modo leggero), il corpo ha raggiunto una temperatura più elevata del normale, ampliando la differenza con la temperatura dell’acqua.

Entrando rapidamente, se lo sbalzo fra le due temperature è eccessivo, il nostro sistema nervoso avrà una reazione tale da mandarlo “in tilt”.

Copia-di-Progetto-senza-titolo-1-960x548 Sincope da idrocuzione: l’insidia estiva che è meglio conoscere.

Dal punto di vista medico, la sincope da idrocuzione avviene perché lo sbalzo termico provoca una repentina vasocostrizione che, a sua volta, provoca riflessi a livello del tronco dell’encefalo, andando a coinvolgere i centri di regolazione cardiaca e respiratori. Si ha, cosi, un brusco calo di frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

Questo significa che nel migliore dei casi si avrà la perdita di coscienza, la sincope appunto, dell’individuo, con una maggiore probabilità di sopravvivenza se i soccorsi avvengono rapidamente. Nel peggiore dei casi si va in arresto cardiorespiratorio, provocando la morte della persona.

Capite bene quindi che, in determinate circostanze, “fare gli splendidi” e gli esibizionisti non è molto indicato. Piuttosto, si consiglia di stazionare qualche momento sul bagnasciuga e/o immergersi gradualmente, magari bagnandosi prima un po’ le mani o la testa!

La sincope da idrocuzione è infida, e non va per nulla sottovalutata. Fra i possibili sintomi -che nella maggior parte dei casi si avvertono anche nel giro di pochi secondi- vi sono ronzii alle orecchie, brividi di freddo improvviso, annebbiamento della vista e affaticamento.

Piccola nota per quanto riguarda il cibo: siano lodati i nonni e i genitori che, da piccoli, ci hanno sempre intimato di non entrare in acqua subito dopo mangiato!  È ovvio che non ci si riferisce al mangiare un frutto o una merendina ma a cibi più pesanti in quanto, i processi digestivi, possono favorire l’idrocuzione.

 

Sitografia: Treccani

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