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Premesse necessarie:

Anzitutto è bene precisare che comunque decidere di assumere la pillola anticoncezionale non è cosa da poco per una donna: è sempre ottimale consultare il proprio ginecologo e avere un dialogo franco, aperto e senza timori.

Detto ciò:

La pillola è un farmaco contraccettivo ormonale ad assunzione orale reversibile, ovvero in caso di dimenticanza o sospensione, porta con una buona probabilità, ad un concepimento.

Attualmente esistono in commercio due categorie di pillola anticoncezionale: la pillola combinata e la mini pillola.

La pillola combinata è anche nota come pillola estroprogestinica in quanto contiene sia progesteroni che estrogeni, mentre la mini pillola è anche nota come pillola progestinica in quanto contiene soltanto progesteroni.

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(www.left.it)

La pillola è uno degli anticoncezionali più usati di sempre a causa della sua estrema facilità di utilizzo e della sua altissima capacità anticoncezionale (il 99%).

Ancora oggi nel mondo riscuote un grande successo: oltre 100 milioni di donne la utilizzano, e non soltanto a scopo anticoncezionale.

Si può decidere di iniziare ad assumere la pillola per altri motivi oltre a scongiurare una gravidanza.

La si può scegliere per ovviare a molte patologie, anche invalidanti, come l’ovaio policistico, l’endometriosi, l’adenomiosi, l’anemia causata dal ciclo mestruale, le mestruazioni particolarmente dolorose (chiamate dismenorrea) o la mancanza di una regolarità del ciclo mestruale, che possono pregiudicare la vita di molte donne. La pillola è anche prescritta a molte donne e ragazzine che presentano una forma di acne lieve o abbastanza lieve.

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Copertina dell’Internazionale sull’anniversario della diffusione della pillola (www.affariitaliani.it)

Storia di una rivoluzione chiamata pillola

Risalgono al 1931, col  ginecologo austriaco Haberlandt, i primi esperimenti con gli ormoni nel campo della prevenzione anticoncezionale. Esperimenti totalmente ignorati.

Nel 1951 Carl Djerassi, in collaborazione con Luis Miramontes e George Rosengkranz, riprese gli esperimenti delle combinazioni di ormoni.

Nel 1958, anche grazie ai numerosi finanziamenti raccolti dall’associazione America and Planned Parenthood Federation fondata da Margaret Higgins Sanger iniziarono le sperimentazioni su alcune donne volontarie. Ai tempi la contraccezione era illegale negli USA.

La Sanger aveva voluto mobilitarsi in favore della salute delle donne sull’onda dell’esperienza maturata come infermiera (in cui aveva assistito a troppi aborti spontanei praticati in condizioni estreme) e in memoria di sua madre, devota cattolica, morta sfinita e consumata da un cancro alla cervice dopo diciotto gravidanze e undici parti.

Le ricerche scientifiche furono condotte dal biologo di Harvard Gregory Pincus e dai colleghi Min Chu Chang e John Rock.

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(www.momentsinmyhead.com)

Nacque cosi la prima pillola anticoncezionale della storia, la Enovid 10, prodotta dall’azienda Searle.

La Enovid 10 fu commercializzata per la prima volta il 18 agosto 1960 a Stokie, Illinois.

In Europa la pillola è arrivata nel 1961: si chiamava Anovlar, ed era prodotta dall’azienda tedesca Schering.

In Italia la pillola è arrivata nel 1964. È stata disponibile solo previa prescrizione medica in farmacia, solo per le donne sposate e soltanto per regolarizzare il ciclo mestruale, a partire dal 1965.

L’ assunzione di contraccettivi orali era rigidamente vietata dall’articolo 553 del codice penale italiano, che era poi il codice penale Rocco di derivazione fascista; tale articolo è stato abrogato nel 1971.

Negli anni Sessanta la pillola divenne l’emblema dell’emancipazione femminile, e un possibilità in più per fermare la piaga sociale, allora da poco scoperta, della fame e della povertà nel mondo.

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Manifesto di una manifestazione femminista a Trafalgar Square il 6 marzo 1971, in cui si reclamava (fra le varie cose) anche la contraccezione gratuita (www.twitter.com)

Nel 1971 l’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica (AIED) ottenne l’abrogazione dell’articolo del codice penale che vietava la propaganda e l’utilizzo di qualsiasi mezzo contraccettivo.

Al 1975 risalgono i primi consultori pubblici italiani, che hanno svolto da allora un’essenziale funzione di informazione sui contraccettivi e sulla gravidanza, fornendo consigli, assistenza pratica e psicologica per tutte le donne e ragazze che vi si sono rivolte.

Nel 1976 il Ministro della Sanità abrogò le norme che vietavano la vendita pubblica della pillola anticoncezionale. A undici anni dall’arrivo nelle farmacie italiane, le confezioni delle pillole riportavano finalmente l’indicazione “contraccettivo” sul bugiardino.

Il “culmine” di questo percorso iniziato con l’introduzione della pillola e l’emancipazione sessuale  è la controversa legge 194 che ha legittimato in Italia l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG). 

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Manifestazione femminista negli anni ’60 (www.terrenostre.info.it)

La Chiesa Cattolica  non poteva accettare la rivoluzione rappresentata dalla pillola e l’emancipazione sessuale. Infatti non accetta gli anticoncezionali in generale, in quanto pone al primo posto la procreazione come fine principale del matrimonio.

Paolo VI nel luglio 1968 (anno essenziale per la contestazione e l’emancipazione sessuale) nell’enciclica Humanae Vitae tornò a sottolineare il punto di vista della Chiesa Cattolica: l’importanza della procreazione e del controllo delle nascite. Soltanto per motivi di salute era concesso alle donne sposate di assumere la pillola.

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Manifestazioni per la legge 194 (www.donnamoderna.it)

Nell’enciclica si dice che “Senza rinunciare all’intimità come parte integrante della vita di coppia che contribuisce a rendere i coniugi uniti, gli stessi devono comunque mantenere un atteggiamento di apertura alla vita evitando comunque qualsiasi contraccettivo artificiale. Ove dovessero sussistere dei seri motivi, derivanti dalle condizioni fisiche o psichiche o da circostanze esteriori che i coniugi decidessero di evitare temporaneamente o a tempo indeterminato una nuova nascita, ciò dovrebbe avvenire nel rispetto delle leggi morali e biologiche, pertanto è stato reso legittimo, il ricorso ai metodi naturali di regolazione della fertilità, metodi che indicano i giorni fertili e non nel ciclo di una donna.”

 

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Copertina del Times dedicata alla pillola anticoncezionale (www.iniziativalaica.it)

 

Come è cambiato il rapporto delle donne con loro stesse e con gli altri con l’avvento della pillola?

La pillola ha davvero reso le donne più “libere“, ha cambiato il rapporto col proprio corpo, con la propria sessualità, con la società. Le donne, e non più il caso, sono diventate padrone, con la pillola, di decidere se e quando avere figli.

Il rapporto delle donne col sesso è anch’esso radicalmente cambiato con l’avvento della pillola.

La pillola è come se avesse “liberato” il sesso fra uomo e donna dall’ossessione della procreazione ad ogni costo. Si potevano avere rapporti finalmente in modo libero e disinteressato ed essendo praticamente sicuri di evitare una gravidanza. 

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La prima pillola della storia, la Enovid 10 (www.lapillolafamale.it)

Oggi qual è la situazione in Italia e nel mondo relativamente alla pillola?

In Italia oggi il 16,2% delle donne fra i 15 e i 44 anni utilizza la pillola (siamo al 14esimo posto in Europa, in cui la media di uso della pillola è del 21,4%).

Sono circa due milioni le donne in Italia che utilizzano la pillola. La diffusione massima si registra in Sardegna, la minima in Campania.

E’ notizia degli ultimi giorni che la giunta della regione Toscana ha approvato una delibera che prevede la distribuzione gratuita a tutti i minori di 26 anni di ogni tipo di contraccettivo. Lo stesso, per le donne entro i 45 anni in difficoltà economiche o che decidono di fare uso di contraccettivi entro un anno dal parto o dopo un aborto.

Attualmente in Italia sono dunque cinque le regioni che distribuiscono contraccettivi gratuitamente: Toscana, Puglia, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte.

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(www.wired.it)

 

Qual è la percezione oggi intorno alla pillola?

Nonostante sia fra i contraccettivi più sicuri in assoluto, la pillola oggi non è sempre la prima scelta delle ragazzine che si approcciano al sesso (l’età media si è notevolmente abbassata) o delle donne che desiderano iniziare ad usare un contraccettivo.

Non si fa mai abbastanza prevenzione o informazione in materia di contraccezione.

Si privilegiano oggi in generale altri contraccettivi: il coito interrotto, il preservativo, l’anello vaginale, il cerotto, o app che monitorano le mestruazioni o il periodo fertile del mese.

Essendo sempre più basso l’uso della pillola, aumentano i rischi per la salute della donna, perché i benefici sono molti e gli effetti collaterali a confronto veramente minimi.

Percentualmente, il consumo in Italia della pillola è paragonabile a quello di Iraq o Botswana.

La pillola, come è stato rilevato in alcuni studi, ha un alto tasso di abbandono. Circa il 30% delle donne dopo un anno smette di assumerla per alcuni effetti collaterali, come perdite di sangue o piccoli aumenti di peso.

Intorno alla pillola come alla contraccezione in genere. Troppo spesso ancora non si fanno abbastanza informazione e prevenzione, ci sono tante false credenze.

In Europa, ancora troppe poche donne conoscono come la pillola funzioni e quali effetti abbia. Moltissime vorrebbero saperne di più ma spesso si vergognano a chiedere informazioni al ginecologo. Esisterebbe addirittura una vera e propria fobia intorno al tema della contraccezione: l’oromnofobia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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