17Certe notti soffia il vento

Malga Lunga puoi sentire

L`eco ancora degli spari

L`eco ancora delle voci

(da Fratelli Sana, “Montagna”)

 

21 novembre 1944. Al cimitero di Costa Volpino, nel bergamasco, i soldati nazifascisti della “Tagliamento” fucilano sei partigiani, catturati quattro giorni prima, il 17 novembre.

Sono Giorgio Paglia “Tenente Giorgio”, Guido Galimberti “Barbieri”, Andrea Caslini “Rocco”, Semion Kopcenko “Simone”, Alexander Sogin “Molotov” e un partigiano russo ignoto, “Donez”.

Il loro quartiere generale si trovava presso la baita chiamata Malga Lunga, in Val Seriana, tra Gandino e Sovere, in una posizione strategica, allora, poichè permetteva il controllo del territorio da parte dei partigiani.

Oggi, la Malga Lunga è Museo della Resistenza Bergamasca; la storia di Giorgio Paglia e compagni è ricordata in una lapide al’esterno della baita, come esempio di eroismo quotidiano, spontaneo e duraturo.

malga-lunga La Malga Lunga e il 17 novembre 1944: cenni di Resistenza in Bergamasca
La Malga Lunga oggi (sentierocaslini.it)

 

C`è un fumetto, prodotto dall’ANPI Valgandino, che racconta i fatti che hanno portato alla fucilazione dei partigiani. Colpisce l`attenzione perché non si sofferma soltanto sugli eventi, ma regala immagini di visi e frammenti di storia di Giorgio e compagni ed è così capace di trasmettere la drammaticità e la semplicità della vita partigiana.

Si vede come la neve, che era scesa copiosa quel novembre, rendesse difficili gli spostamenti, le comunicazioni, le operazioni di vettovagliamento e i turni di guardia. Si vedono i visi giovani dei partigiani,  e i loro sorrisi nel ritrovare un compagno tornato in montagna dopo un periodo di licenza, ma anche i soldati della Tagliamento che, da Sovere, salgono verso la Malga Lunga “a caccia di ribelli”, avendo cura di non essere visti.

Malga_Lunga_partigiani La Malga Lunga e il 17 novembre 1944: cenni di Resistenza in Bergamasca
Partigiani fuori dalla Malga Lunga (anpiendine.it)

 

È il 17 novembre 1944.

I nazifascisti accerchiano la baita e aprono il fuoco, utilizzando le bombe a mano. “Montagna”, comandante di un’altra squadra partigiana che operava nella zona, si rende conto troppo tardi dell’agguato e, anche a causa della neve alta, non riesce a raggiungere i compagni in tempo.

I partigiani si arrendono, ed è “Tenente Giorgio” che esce per primo, facendo promettere ai fascisti di aver salva la vita di tutta la squadra. Ma i soldati subito infrangono la promessa e finiscono a colpi di pugnale i due partigiani rimasti feriti durante l’attacco, “Starich” e “Tormenta”; gli altri vengono legati e portati scalzi a valle nonostante il tentativo di “Montagna” di liberarli.

Quattro giorni dopo, gli interrogatori si concludono con la sentenza di morte per i sei prigionieri. A Giorgio Paglia, allora ventiduenne, viene concesso di aver salva la vita in quanto figlio di Guido Paglia, medaglia d`oro nelle guerre coloniali fasciste. Ma egli rifiuta e, anzi, per dimostrare la sua lealtà  ai compagni chiede di poter essere fucilato per primo.

Il fumetto si conclude con un’immagine, in cui si vede la madre di Giorgio, giunta sul luogo dell’esecuzione, china sul figlio già morto. Il viso del giovane è  ritratto come rilassato, calmo, quasi sorridente, quasi a voler indicare la convinzione con cui lui e i compagni, ritratti a seguito, aveva combattuto fino alla morte per la libertà.

malga-lungaaa La Malga Lunga e il 17 novembre 1944: cenni di Resistenza in Bergamasca
La copertina del fumetto (gandino.it)

 

Questa convinzione, questo coraggio, vengono ogni anno ricordati in innumerevoli modi.

Si parte dalla commemorazione del 17 novembre, che si tiene annualmente, passando per una camminata di 35 chilometri lungo il “Sentiero Caslini”, che ogni maggio porta centinaia di persone lungo il tracciato che “Rocco” percorreva per tornare a casa.

E poi c’è il Museo della Resistenza Bergamasca, che raccoglie, sia fisicamente che con un archivio digitale, fotografie, storie, identità, diari e documenti falsi dei partigiani, in un importante tentativo di memoria. La Malga Lunga domina la zona dall’alto, e pare, un volta giunti lì, di respirare quella libertà per cui dopo il 1943 si è combattuto.

Sono queste storie locali, apparentemente insignificanti, che in realtà fanno comprendere quanto la Storia, quella con la S maiuscola, sia fatta dai singoli uomini e da esempi di ordinario, quotidiano coraggio, che andrebbe reso attuale giorno dopo giorno.

Questo articolo è un invito a cercarle, scoprirle, ricordarle e, soprattutto, farle proprie e raccontarle.

 

Tenente Giorgio, compagno Barbieri

Rocco e Tormenta di voi siamo fieri

e gli altri cinque seppure stranieri

tutti caduti son per la libertà

(da Arturo Moretti “Renzo”; “Malgalunga”)

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