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La musica punk: cosa faremo in questo articolo?

Hai quindici anni, passi i pomeriggi rinchiuso nella tua stanza e, per sbaglio, hai appena scoperto un gruppo irriverente, scatenato, che parla di te e che si definire “punk”? Oppure sei un semplice appassionato di questo genere musicale?

In ogni caso, ti trovi nel posto giusto e al momento giusto. Con questa guida andremo a sviscerare in breve le radici del punk e le influenze che questo genere ha avuto sul rock. Inoltre, andremo a vedere l’evoluzione del genere attraverso nuovi orizzonti musicali moderni e diffusissimi: l’emo e il post-punk.

Tutto questo, ovviamente, sarebbe impossibile senza citare i migliori gruppi punk di sempre, capaci di rivoluzionare il mondo della musica nella loro epoca e di influenzare in maniera decisiva le generazioni a venire.

Preparati a scoprire tutto questo, esprimi nel nostro spazio commenti la tua opinione o il tuo artista preferito e lasciati trasportare dalle due principali connotazioni del punk: energia e ribellione.

Dalle radici punk alle influenze sul rock

Il punk rock è un genere nato e coltivato nei primi anni settanta come risposta di pancia al rock commerciale dell’epoca. Per creare un parallelismo con i tempi moderni, è lo stesso percorso, o scisma, che hanno affrontato rap e trap sul finire degli anni dieci.

Il punk si diffuse principalmente in America e Inghilterra, dove il senso di ribellione verso lo status quo era predominante. Orde di giovani si riversavano nelle strade, con l’intento di ribellarsi al classico sogno americano o, addirittura, ribaltare i dogmi della corona inglese.

Nascono così band storiche e iconiche, come i Ramones, i Sex Pistols e i The Clash, che divennero famosi grazie al suono sporco delle loro distorsioni, o grezzo per usare un altro termine, e questa costante sensazione di rivalsa. Dei veri e propri rioters, che hanno culminato questa spinta su “God Save the Queen” dei Sex Pistols. Un brano iconico, scritto con energia ed ironia perché “stanchi di vedere il popolo inglese maltrattato”.
Più chiaro di così?

Da qui in poi si svilupparono una lunga serie di generi e sottogeneri, figli di quegli anni settanta. La loro lunga coda è sopravvissuta per almeno cinquanta anni grazie ad artisti come i Nirvana, i Green Day e i Blink-182. Band che, ancora oggi, conosciamo tutti e che hanno segnato un pezzo della nostra vita.

Gli anziani come me ripensino ai primi anni 2000. Il crollo delle torri gemelle, la guerra, la perenne sensazione di pericolo e terrore. Ci voleva un terremoto per ricordare chi agli statunitensi chi fossero, e questo scossone arrivò nel 2004 grazie ad “American Idiot”, uno dei singoli più iconici della band di Billie Joe Armostrong.

Questi rivoltosi non si limitarono a ribellarsi allo status quo, ma fecero lo stesso anche nei confronti di quel genere da cui prendono i natali. Il punk si è rivoltato contro il punk, dando così vita a una cultura di sotto generi. Tra gli anni ’90 e i primi del duemila si diffuse il grunge, grazie alla buon anima di Kurt Kobain ed i Nirvana.

Negli anni dieci del 2000 abbiamo visto l’esplosione di emo (da non confondere con l’emo punk, di quello parleremo a breve) e post punk. La rivoluzione non è mai stata così creativa.

L’evoluzione della musica punk: emo, post-punk e nuovi orizzonti musicali

La rivoluzione contro la propria progenie iniziò, in realtà, già nel cuore degli anni 80. L’esplosione dell’emo punk mise al centro della rivoluzione non la società, come abbiamo visto sopra, ma l’essere umano e le sue straordinarie emozioni. Si può definire come una sorta di riscoperta dell’umanesimo punk, che ha posto sotto i riflettori l’anima grazie a testi profondi e introspettivi.

Il post-punk è rimasto più fedele agli anni ’70, ma è rimasto affascinato da una rivoluzione strumentale avanguardistica. Non volevano solo ribellarsi, ma sperimentare, toccare con mano, nutrirsi del futuro. Questo mix ha dato origini ad atmosfere nuove e cupe, capace di trascendere l’umana concezione.
Ancora oggi, questa corrente sta nutrendo le nuove generazioni, che spaziano dal pop-punk al punk rock melodico. Questo genere non ha alcuna intenzione di morire o di cedere il passo. Anzi, lotta per la sopravvivenza in maniera quasi darwiniana, trasformandosi e adattandosi, plasmandosi attraverso le mani e gli strumenti delle nuove generazioni.
In fondo, la perenne sfida alle regole e alle tradizioni è sempre stato il filo conduttore.

I gruppi punk più famosi di tutti i tempi

Ora, una bella carrellata di “consigli per l’ascolto”. Una sorta di pubblicità non richiesta, ma che è coadiuvata ad una migliore navigazione all’interno di questo sottobosco musicale popolato di ribelli. I gruppi più iconici li abbiamo già citati. Gli anni settanta, e il punk in generale, nascono dalle avanguardie musicali di Ramones e Sex Pistols, portatori di energia e rabbia, di rivoluzione e cambiamento.

I Clash, invece, sono stati il gruppo che ha maggiormente mescolato musica e politica, creando una combinazione a dir poco esplosiva. Questa cultura ha saputo essere anche horror grazie ai Misfits, che hanno combinato un’estetica unica, in grado di ispirare le generazioni a venire.

Nel pieno degli anni ’90 sono scoppiati, negli States, due fenomeni musicali capaci di raccogliere questa pesante eredità. I Green Day sono riusciti, negli anni, a mescolare diversi aspetti di questo genere, trascendendo la categorizzazione. Si passa da testi strettamente introspettivi e potenti, come “Minority” e “Basket Case”, sino a veri e propri inni alla rivoluzione, come il già citato “American Idiot”, un concept album destinato a restare nella storia.

Diametralmente opposti, ma altrettanto importanti, sono stati i “Blink-182“, che proprio quest’anno sono tornati a suonare insieme dopo quindici anni di silenzio. Google ci dice che il loro miglior album è “Enema of the State” e non ce la sentiamo di dissentire.

Dalle radici del punk alle influenze sul rock. L’evoluzione del punk: emo, post-punk e i nuovi orizzonti musicali. I gruppi punk più famosi di tutti i tempi. Abbiamo esplorato un mondo che ha cambiato il panorama musicale. C’è ancora tanto da scoprire e da raccontare: questo articolo si poneva l’obiettivo di essere una guida per ascoltatori inesperti. A quelli che, invece, hanno qualche album e autore in più sulle spalle chiediamo: quale sarà il prossimo capitolo di questa rivoluzione musicale?
Fatecelo sapere nello spazio commenti.

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