Benson Boone - Beautiful Things - Fonte YoutubeBenson Boone - Beautiful Things - Fonte Youtub

Qui in Italia lo conosciamo principalmente per aver dato la voce a diversi reel di TikTok, ma la storia di Benson Boone è molto più di un acuto meraviglioso.
Un vero e proprio prodigio, che ha deciso di dedicare la sua vita interamente alla musica e al canto e che è riuscito a sfondare grazie al suo talento.
Il suo singolo di maggior successo, in Italia, è la recentissima Beautiful Things che viene trasmessa in costante rotazione radiofonica dal 19 gennaio.
Scopriamo, dunque, qualcosa di più di Benson Boone, il ragazzo prodigio che è riuscito ad emergere senza dover passare dai talent.

La storia di Benson Boone e il rapporto con Dan Reynolds: l’alba di una stella

Come in ogni settore dello show business, è necessario farsi notare per emergere. Benson Boone lo ha fatto molto bene. Grazie al popolare social network Tik Tok è riuscito in breve tempo a creare e consolidare una fan base estremamente solida. Nel 2021 ha la possibilità di partecipare ad American Idol, popolarissimo show statunitense sempre alla ricerca di nuovi talenti. Passa le selezioni, ma decide di declinare l’invito per la fase finale, ad Hollywood. Con il senno di poi, la miglior scelta possibile per la sua carriera.

Lascia l’università, decide di dedicarsi anima e corpo al canto, fino a quando viene notato da Dan Reynolds. Chi?
Il frontman degli Imagine Dragons, il gruppo che per una decade ha dominato la scena rock commerciale internazionale grazie a una serie di hit, una più riuscita dell’altra. Da Demons a Believer, da Top of the World a Bad Liar. Dan Reynolds sa come costruire una canzone di successo. Sa fare in modo che la propria musica emerga nell’indistinta massa del main stream e riesce ad arrivare quasi sempre ai primi posti delle classifiche internazionali con brani categorizzabili nel genere “alternative”. In un mondo in cui la musica pop regna incontrastata, questo è un certificato di garanzia.

Dagli esordi al successo globale: come si piazza in classifica “Beautiful Things”?

Dan Reynolds mette sotto contratto Benson Boone con la sua etichetta indipendente, associata alla Warner Music. Il giovane cantante è libero di esprimersi, di sperimentare. Sotto l’attenta supervisione del front man degli Imagine Dragons, riesce ad aggiustare il suo stile, trovando il miglior modo di performare. Il primo singolo risale al 2021: “Ghost Town” entra in classifica in diversi paesi del mondo, ma è principalmente la Scandinavia ad apprezzarne il talento, tanto è vero che si posiziona al primo posto nelle classifiche nazionali norvegesi.

Questo aspetto non è da sottovalutare: la Scandinavia è una regione del mondo dal palato fino a livello musicale, non solo per gli Abba. Una vastissima quota di band rock, metal, grunge e punk provengono proprio dal freddo nord. Un esempio su tutti? I Sabaton. Ma anche The Ark, Roxette o Ace of Base.
In sintesi, classificarsi in Scandinavia significa aver intrapreso la strada giusta.

Il successo globale, Benson Boone lo raggiunge grazie alla hit “Beautiful Things“, pubblicata il 19 gennaio 2024. Una hit globale, che diventa rapidamente inno generazionale e una delle canzoni dell’anno. In Italia è “solo” trentasettesima, ma dobbiamo considerare che da noi subisce la concorrenza di Sanremo, che a livello nazionale monopolizza le classifiche. Con “Beautiful Things”, Benson Boone si posiziona primo in Austria, Canada, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Svizzera. Si classifica “appena” secondo in Irlanda, Uk, Lettonia, Lussemburgo e Belgio. Terzo, e questo è il dato fondamentale, negli Stati Uniti.

Gli States, il vero termometro per il successo globale di un artista.

Di cosa parla “Beautiful Things” di Benson Boone?

Prima ho accennato a “Beautiful Things” come canzone generazionale. Non si tratta solo della posizione in classifica. Il successo di un artista e l’eternità di un brano si misurano soprattutto attraverso la melodia e il testo.

“Beautiful Things” ha raggiunto il successo globale grazie al ritornello. C’è uno stacco netto tra la strofa e il refrain: la prima si muove su melodie simili a “Ghost Town”, con una base melodica e armoniosa, mentre il secondo viene introdotto attraverso un potente riff di chitarra elettrica, accompagnata da una batteria molto soft e da un basso quasi impercettibile. La voce del cantante, in questo frangente, scandisce attentamente la parole, per dargli maggiore risalto e importanza. Il secondo strappo viene dato proprio da Benson Boone, che da una definitiva scossa con un acuto graffiato di rara bellezza.

La seconda parte del ritornello viene mantenuta su questa linea, la crescita della melodia viene accompagnata e premiata, e culmina in un finale armonico e melodioso, che riporta la canzone sui binari della strofa.

La melodia, quindi, è estremamente complessa, ben oltre quanto sembri ad un primo distratto ascolto. Il testo, poi, è energia allo stato puro. Tutta la canzone diventa un inno alla vita e alle gioie che essa riserva. Queste, però, risultano fragili e il pericolo e la paura di perderle è costantemente dietro l’angolo. C’è questa alternanza che diventa una vera e propria preghiera a preservare questo stato di grazia il più a lungo possibile.

Proprio qui, la canzone diventa un inno generazionale, perché esprime da un lato la bellezza, ma dall’altro lato la precarietà. Perfetta espressione delle insicurezze che la nostra generazione è costretta ad affrontare.

Tutto questo viene espresso, cantato e reso globale da un ragazzo del 2002. Ventidue anni.
Di fronte al talento, non si può fare altro che togliersi il cappello.

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