Il World Heritage Committee, riunitosi in Azerbaijan per la sua 43esima sessione, ha inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco le “Colline del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano”. Le bollicine Italiane diventano patrimonio dell’umanità con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato.

Le colline del vino

Le colline ed il paesaggio rurale costellato di vigneti, sono sicuramente uno dei luoghi più affascinanti e caratteristici del bel paese. Con la loro annessione alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, arriva a 55 il numero dei siti della penisola iscritti.

Se volete ripassare il patrimonio UNESCO, vi consigliamo di rivedere le puntate di Meraviglie di Alberto Angela. Sono sempre una garanzia.

Questa è la seconda volta che un territorio vitivinicolo italiano ottiene questo riconoscimento. La prima annessione alla lista dell’UNESCO appartiene a Langhe Roero e Monferrato nel 2014.

La commissione ha particolarmente apprezzato la protezione del paesaggio Trevigiano, garantita dalle regole di produzione del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Si promuove il mantenimento dei vigneti, dei ciglioni e delle altre caratteristiche che tutelano la conservazione delle tradizioni locali, degli ecosistemi correlati e della biodiversità.

Candidatura e categoria

L’iter della candidatura, avviata dal sopracitato Consorzio, non è stato semplice. Della durata di dieci anni, con una forte concorrenza da parte degli altri siti iscritti, ha messo alla prova le parti promotrici: dalle amministrazioni comunali, alle associazioni di categoria, passando per gli imprenditori del territorio e gli abitanti delle colline. Queste, hanno dimostrato grande coesione e volontà, arrivando insieme alla vittoria.

La categoria a cui è stato iscritto il paesaggio delle colline di Valdobbiadene e Conegliano è quella di “paesaggio culturale”. Tutti i siti compresi sono paesaggi culturali in evoluzione, che seguono una crescita basata sull’interazione dell’uomo con l’ambiente.

Qualche cenno storico

Il territorio sito nella provincia di Treviso ha iniziato ad assumere l’attuale aspetto negli anni ’60, con la nascita della prima via Italiana dedicata al Prosecco.

I vigneti sono collocati su colline ripide e scoscese che si inframezzano al bosco, rendendo ancor più faticoso il lavoro dei viticoltori. Difatti, è praticamente impossibile meccanizzare il lavoro, per questo la gestione delle vigne è sempre stata portata avanti dalle mani di piccoli produttori. 

Gli immensi ciglioni erbosi che si inerpicano su queste colline così uniche, sono documentati dal 1600, dando al territorio un incalcolabile valore storico.

Nel 2012 il Prosecco ha superato le vendite dello champagne, grazie alla sua bassa gradazione alcolica e alla sua semplice lavorazione, che ne rendono il prezzo più accessibile rispetto al cugino Francese.

Nel 2018 sono state vendute circa 464 milioni di bottiglie di Prosecco Doc. Da gennaio a luglio le vendite sono aumentate del 21% in valore sui mercati esteri. La Gran Bretagna, in particolare, ha dimostrato di apprezzare le nostre bollicine, diventandone la maggior acquirente.

Una nuova sfida

Cresce la notorietà dei territori Trevisani delle bollicine e con essa aumenterà anche il turismo. Non è ancora possibile parlare di un “effetto Unesco”, tuttavia gli operatori del settore iniziano già a prepararsi per gestire l’atteso afflusso di curiosi amanti del vino e dell’Italia. Sono già stati avvistati giornalisti da tutto il mondo, perfino dal Giappone.

Qualche suggerimento

Adesso, non vi resta che prenotare una degustazione in una delle cantine della zona. Non sarà come dormire in una botte in Portogallo, ma sicuramente questo patrimonio dell’umanità saprà sorprendervi in altri modi.

Ecco qualche nome che potrebbe fare al caso vostro:

  1. Bortolomiol, che produce Prosecco dal 1760 e sostiene il progetto Green Mark per l’agricoltura sostenibile;
  2. L’azienda vinicola San Gregorio, che basa le sue fondamenta su una tradizione famigliare portata avanti da 5 sorelle, vi sentirete come a casa, ma con più bollicine;
  3. L’azienda agricola Canello che produce vino dal 1946, anch’essa a conduzione famigliare da tre generazioni;
  4. Ultime, ma non per importanza, le cantine Bortolotti, la sezione “Vini Storici” saprà deliziare anche i palati più pretenziosi.

L’evento dell’anno

Ogni anno nel mese di luglio si tengono i “Weekend in Cantina”, nei quali potrete trovare le cantine di Valdobbiadene e Conegliano aperte e pronte a offrire una scelta di vini locali imperdibile. Un evento da non perdere per imparare a conoscere i prodotti della penisola e scegliere il vino giusto per ogni portata.

Giorgia Schiappadori

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