Che si chiami reddito di cittadinanza come in Italia o che abba altri nomi, le misure atte a garantire un reddito minimo ai cittadini in difficoltà agitano il dibattito politico, sia che esistano e siano applicate, sia che debbano ancora diventare una realtà.

Gli USA non fanno eccezione: è di questi giorni il dibattito sul living wage, ossia sul reddito minimo da accordare ai cittadini in stato di difficoltà.

Su entrambe le sponde dell’Atlantico si agitano posizioni opposte, come in Europa: c’è chi è favorevole in quanto misura utile a migliorare la vita di molti e a risollevarli da una situazione di povertà reale e davvero critica, e chi è contrario in quanto la vede come un provvedimento momentaneo, un palliativo non in grado di cambiare effettivamente le cose.

In questo caso le due posizioni sono incarnate da due personalità che più diverse non potrebbero essere. Da un lato la giovanissima neo deputata del Congresso Alexandria Ocasio-Cortez, di origini portoricane, grande paladina delle istanze sociali, battagliera, popolarissima sui social, la nuova “star” della politica americana. Dall’altro lato la figlia del presidente Trump, Ivanka, non esattamente la prima persona che ci si aspetterebbe a patrocinare una misura sociale come il reddito minimo.

Si tratta di uno scontro non solo fra due donne evidentemente molto diverse, ma anche fra due mondi radicalmente opposti, due diversi modi di intendere il lavoro, la cittadinanza e forse la società tutta.

Le idee della deputata a favore del reddito minimo partono da un presupposto semplice ma fondamentale: la propria esperienza personale.

La Ocasio-Cortez ha soltanto 29 anni e non è figlia di una grande dinastia di politici, di immobiliaristi, di petrolieri o di emiri. Non ha frequentato università della Ivy League o circoli prestigiosi, ed è alla sua prima esperienza politica, pur avendo maturato già una grande esperienza a livello di attivismo sociale “dal basso”.

Avendo perso il padre molti anni fa, la giovane ha dovuto aiutare sua madre iniziando a lavorare molto presto come cameriera e bartender (anche per pagarsi gli studi) come ha dichiarato lavorava davvero per le tips (le mance) senza risparmiarsi mai, guadagnando dollaro su dollaro.

Ocasio-Cortez ha dichiarato che “il reddito minimo non è un regalo, è un diritto” (“a living page isn’t a gift, it’s a right”)

Ivanka Trump proviene da un mondo che più radicalmente opposto non potrebbe essere: è la secondogenita dell’attuale presidente e della prima moglie Ivana Trump. Ivanka ha 38 anni, un passato come modella e business woman (con una sua linea di moda e di gioielli), un impiego presso l’amministrazione del padre. E’ moglie di Jared Kushner, anche lui importante consigliere del presidente, a sua volta figlio di un’altra potente dinastia newyorkese.

E’ evidente come se si dovessero nominare due figure a capo delle due posizioni opposte sul reddito minimo, la Ocasio-Cortez e la Trump sono le figure perfette.

Ivanka Trump ha parlato a Steve Hilton di Fox News in risposta all’ iniziativa della deputata di New York sul reddito minimo (nell’ambito del Green New Deal, operazione sostenuta da molti democratici in vista delle presidenziali del 2020, sul miglioramento dell’economia e sul cambiamento delle politiche climatiche). Il Green New Deal si propone di creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e di offrire una garanzia minima di retribuzione a livello federale.

La figlia del presidente da parte sua ha dichiarato, che ritiene che gli americani non abbiano bisogno del reddito minimo: tutto quello che chiedono è lavoro, la possibilità di scalare la piramide sociale per migliorare la propria vita. La First daughter ha affermato di credere con sicurezza che la maggior parte degli americani in cuor loro non vogliano che sia dato (o regalato) loro nulla. (“I don’t think most Americans, in their heart, want to be given something”).

Misure come il reddito minimo possono avere un impatto reale, sono capaci di scardinare gli equilibri e di indirizzare le idee dell’elettorato; ecco perché sono importanti

E’ dal 2009 (primo anno della presidenza Obama) che il Congresso americano non attua una riforma sul reddito minimo; allora la paga oraria minima stabilita era di 7,25 dollari all’ora.

La Ocasio-Cortez invece ha risposto alla figlia del presidente via Twitter e ha riportato la propria esperienza personale di cittadina lavoratrice, di ragazza orgogliosa, partita dal basso (davvero un po’ l’incarnazione del “sogno americano”).

La deputata ha raccontato di quando lavorava ore e ore anche solo per le mance, e che nessuno le ha dovuto raccontare “di seconda” mano che cosa significhi il reddito minimo e quale impatto ha sulla vita dei poveri e dei lavoratori (come evidentemente è stato riportato alla first daughter).

Sul reddito minimo le due donne hanno espresso (legittimamente) ognuna il suo punto di vista: da neo deputata ed ex lavoratrice ben consapevole delle istanze popolari la Ocasio-Cortez e da figlia di una “dinastia” privilegiata, consigliera dell’amministrazione e dell’impero di famiglia, Ivanka.

 

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *