George W Bush, Elisabetta II, Silvio Berlusconi e “Attacco al Potere”: i potenti si raccontano dietro la macchina da presa
Il mondo del cinema ha spesso ritratto, soprattutto recentemente, alcuni personaggi sulle cui spalle pesa il potere e la responsabilità di un intero popolo, in particolare di tre paesi alleati: Gran Bretagna, USA e Italia.
Nel film “W.“, un brillante Josh Brolin ha potuto render viva la storia dell’uomo che il 20 gennaio 2001 è divenuto il 43° presidente degli Stati Uniti, guidando il paese in guerra contro il terrorismo.
Nulla in confronto a Claire Foy, che in “The Crown” veste i panni di quella ragazza che dal 2 giugno 1953 diventa Elisabetta II, Regina del Regno Unito, comandante dell’esercito britannico e capo della Chiesa Anglicana, divenendo con gli anni il sovrano più longevo del regno inglese.
L’Italia è resa nella persona di Silvio Berlusconi, interpretato da Antonio Servillo ne “Loro 1“, film di Paolo Sorrentino nelle sale in questi giorni. Sicuramente il Cavaliere non è degno di stare al passo degli altri due leaders ed anche nel film, Sorrentino mostra il Berlusconi re delle Olgettine, degli scandali e di una politica ad personam.
Ma se da una parte vi sono questi film utili, dall’altra vediamo la nascita della serie “Attacco al Potere“, dove il Presidente degli Stati Uniti sembra non conoscere scampo da una violenza inarrestabile del terrorismo, creato ad arte da registi che non conoscono la realtà, tra attacchi e paure, II emendamento e stragi.
Un’infamia senza senso e senza valore, come se il cinema mostri la barbarica arte delle armi e della morte.
Non è il messaggio dei film ed anzi è terrorismo esso stesso. Sono attentati. Non certo lo spettacolo che i Fratelli Lumiere volevano quando hanno fatto correre un treno al cinematografo a inizio secolo. Un altro Olimpo che cade? No, meglio un’altra Hellen Mirren incoronata regina.