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Cartoni animati tristi – perché affrontare il tema della morte?

I cartoni animati per bambini generalmente hanno un bel finale, un contenuto morale, belle grafiche, ambientazioni, colonne sonore studiare ad hoc, tutto per rendere l’esperienza accattivante per i piccoli (e anche per gli adulti). Molto spesso però, dietro tutto il comico che può esserci, si parla di cartoni animati tristi perché nascondono un dramma. Perché? Quale è lo scopo?

Come disse il filosofo Aristotele nel suo Poetica,  “I drammi tragici hanno la capacità di purificare lo spirito e aiutarci ad affrontare aspetti della vita che non possono essere riconciliati dal pensiero razionale”.

Cartoni animati tristi – l’esempio del Re Leone e di Bambi

La tragedia viene mostrata ai bambini per far capire loro come poter affrontare la perdita, soprattutto se è improvvisa, come ci insegnano grandi classici quali Bambi o Il re leone.

Con Bambi, la Disney mostra per la prima volta sullo schermo la morte di un personaggio. Siamo negli anni 40 e in virtù di tale epoca, non ci si aspettava una determinata scelta da una casa di produzione di film per bambini. Eppure, vediamo il piccolo cerbiatto che si ritrova a dover sentire la frase “la tua mamma non tornerà mai più”. La scena originale prevedeva che Bambi ritrovasse sua madre in una pozza di sangue, ma gli autori hanno voluto evitare questa drammatica scena, così il cerbiatto sente solo uno sparo, in mezzo alla neve.

Ne Il Re Leone, assistiamo alla morte di Mufasa, e ci ritroviamo ad empatizzare con Simba.  In questo caso, il piccolo leone vede il corpo di suo padre e deve essere pronto a dirgli addio. I bambini che hanno visto per la prima volta sugli schermi questa morte, si sono ritrovati nei panni del cucciolo ed hanno vissuto anche loro la perdita; ma dopo il dolore hanno potuto vedere come Simba si fa forza per creare il suo regno e la sua famiglia. In realtà, ancora adesso piangiamo davanti alla morte di Mufasa, probabilmente perché richiamiamo alla mente delle nostre perdite. Il film d’animazione ci insegna a vivere senza pensieri anche se in realtà dietro il semplice Hakuna Matata, il messaggio trasmesso è quello di superare le avversità, farsi forza del dolore  e non lasciare che le singole perdite ci definiscano.

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fonte foto youtube

Cartoni animati tristi – imparare a vivere il dolore

I cartoni animati tristi ci danno modo di esprimere le nostre emozioni, ci dicono che fa bene piangere, lasciarsi andare, commuoversi. Ad esempio in Up, viviamo la storia d’amore tra Carl ed Ellie ed è impossibile non farsi trasportare dalla tragicità della loro relazione, sebbene di fondo vi sia un finale speranzoso, con Carl che cerca di mantenere in vita la promessa fatta a sua moglie.

La tristezza viene anche esorcizzata, lo vediamo in Inside Out dove il sentimento assume le sembianze di un personaggio con una vita propria. Proprio come una fenice risorge dalla ceneri, allo stesso modo possiamo rialzarci dopo tanto dolore. O ancora, lo vediamo in Coco, dove il protagonista  compie un vero e proprio viaggio nel mondo dei morti, imparando a comprendere quale è il lascito di chi non c’è più e quali sono i veri valori che ancora contano, come l’affetto della propria famiglia ancora in vita.

Vedere all’interno di un cartone animato che dovrebbe rilassare, divertire, scene tristi in cui i protagonisti piangono le proprie persone care, potrebbe sembrare senza senso; in fondo già ci pensa la realtà a portare cattive notizie. Eppure, proprio perché non tutto è rosa e fiori ma siamo circondati da negatività, con i cartoni animati tristi si vuole aiutare i più piccoli a capire che anche questo fa parte della vita.

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