Sanremo è ormai alle porte. Lo show nazional popolare per antonomasia sta per riaprire i battenti nel capoluogo ligure e i ricordi sovvengono leggiadri. Alcune scene sono entrate nell’immaginario collettivo in un attimo grazie a un impatto efficace. Altre, invece, hanno cavalcato l’onda del web.

Il Festival della Canzone Italiana è, in somma, un fenomeno di costume. Uno di quei pochi eventi che riesce a scandire alla perfezione gli anni. Un grande scatolone ricolmo di tendenze e talento e rinchiuso in schermi a tubo catodico.

Quali sono, però, i momenti di Sanremo che noi millennials ricordiamo con maggiore enfasi? Quali sono quei piccoli spezzoni di Festival che sono entrati, di diritto, nel nostro cuore, per un motivo o per un altro?
Ecco quindi cinque momenti indimenticabili di Sanremo per noi millennials.

5 – Le Lollipop, le progenitrici dei figli dei talent – Sanremo 2002

“E’ passato un anno e siamo qua
Sotto i fari di questa realtà
Inseguendo strade dove chissà”

Il 2002 non è un anno che gli italiani ricordano con particolare affetto. Furono diversi i misfatti che gli italiani preferirebbero dimenticare, tra incidenti tragici e mondiali truccati. In questi dodici mesi, però, si verificò anche uno dei paradossi più evidenti della storia della musica italiana.

Per la prima volta, sul palco dell’Ariston, salì una formazione passata alle luci della ribalta grazie ai talent: le Lollipop.
Le Spice Girls nostrane, ricordate principalmente per il brano “Down, down, down” fecero in quell’anno il proprio esordio nella kermesse. Il risultato fu tragicomico e sicuramente dovuto alla pessima preparazione che venne fornita alle cantanti, lanciate su un palco prestigioso e probante.

Nonostante lo scarso successo, questa esibizione ha una particolare collocazione e una fondamentale importanza. Le Lollipop furono le apripista per tanti altri cantanti usciti dai talent show. Addirittura, negli anni a venire, diversi autori riusciranno a centrare la vittoria grazie all’onda lunga delle programmazioni Mediaset, RAI e Sky.

In sintesi, le Lollipop crearono un trend che, ancora oggi, non accenna ad arrestarsi.

4 – Pippo Baudo eroe per una sera – Sanremo 1995

Alla maggior parte di noi sarà sconosciuta la figura di Pino Pagano, ma tutti ricordano l’aspirante suicida che tentò di lanciarsi dal cornicione del Teatro Ariston. Poteva, quindi, manifestarsi una tragedia, proprio nella serata finale della kermesse più amata d’Italia. Ci voleva un supereroe che ponesse fine a questa crisi. Quell’uomo è Pippo Baudo.

Il re dei conduttori di Sanremo si incaricò di salire sul tetto per trattare con l’aspirante suicida e riuscì a farlo desistere dai suoi intenti. Peccato che tutto questo fu una montatura, una messa in scena della RAI per aumentare gli ascolti. O meglio, questo sostenne Pino Pagano agli inquirenti che lo interrogarono.

3 – La rivolta degli spartiti – Sanremo 2010

“Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro
Nel sentimento che ci unisce intorno alla nostra famiglia
Io credo nelle tradizioni di un popolo che non si arrende
E soffro le preoccupazioni di chi possiede poco o niente”

Sanremo è, per antonomasia, la competizione che vede come protagonista la musica italiana, in ogni sua sfaccettatura. C’è, però, all’interno della kermesse, una costante, che è rimasta invariata per tutte le sue edizioni: l’orchestra.

Un gruppo di professionisti dediti alla musica e che, in suo nome, farebbero di tutto. Anche lanciare gli spartiti per aria. L’evento si riferisce alla rivolta avvenuta nella serata della finale di Sanremo 2010, quando la presentatrice, Antontella Clerici, annunciò i tre finalisti.

Valerio Scanu. Vincitore con il brano di Pierdavide Carone “Per tutte le volte che”
Marco Mengoni. Terzo classificato grazie a “Credimi ancora”, il vero successo mediatico.

E il Trio Emanuele Filiberto, Pupo e Luca Canonici, con “Italia Amore Mio”. Secondi in graduatoria tra i fogli lanciati e gli schiamazzi generali. A discapito, tra l’altro, delle giovanissime Malika Ayane e Noemi, che avevano offerto prove ben più convincenti.

2 – La Terra dei Cachi è la Terra dei Cachi – Sanremo 1996

Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du spaghi.Italia sob, Italia prot: la terra dei cachi.Una pizza in compagnia, una pizza da solo.Un totale di due pizze e l’Italia è questa qua!

La terra dei cachi è un successo, un tormentone, un fenomeno di costume al pari del Festival. Questa è solo una mia mera considerazione, ma il brano presentato a Sanremo ’96 ha fatto parlare di sé ben oltre la fine della kermesse, guadagnandosi, di diritto, un posto privilegiato nell’immaginario collettivo.

La canzone, infatti, ha dato vita a motivetti, imitazioni e citazioni. Ad esempio, è stata la sigla di diversi programmi RAI nel corso degli anni 2000, ispirandone anche il titolo.

Il brano parla dell’Italia post tangentopoli, del paese degli scandali politici e della malasanità, in cui tutto finisce a tarallucci e vino. O meglio, a calcio e pizza. Non solo, quindi, si tratta di un pezzo orecchiabile, ma è un piccolo spaccato della nostra storia.

La conclusione, poi, è degna del miglior giallo. La Terra dei Cachi è stata in cima alla classifica per l’intera durata della kermesse, ma proprio nella serata finale ha raccolto un inaspettato secondo posto.

Vent’anni dopo, ci ha pensato Elio a raccontare la sua versione al Corriere della Sera: “C’era stata un’indagine sulla classifica. Ci interrogarono e un investigatore mi confidò: avete vinto voi, ma non si può dire”. L’ultima scena di un teatrino del paradosso.

1 – Dov’è Bugo – Sanremo 2020

Le brutte intenzioni e la maleducazione,
la tua brutta figura di ieri sera.
La tua ingratitudine, la tua arroganza,
fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa.

La querelle tra Bugo e Morgan è stata al centro di un dibattito nazionale per mesi. La parola Coronavirus cominciava a circolare pericolosamente nella nostra quotidianità, ma senza provocarci quella sensazione di ansia o tristezza.

Il lockdown lo conoscevamo solo grazie ad alcuni romanzi futuristici e sul palco dell’Ariston andava in scena un teatrino che sarebbe diventato leggenda.

La triste vicenda tra Bugo e Morgan, iniziata con uno dei featuring più promettenti della kermesse, si sta concludendo oggi in tribunale, con una richiesta di risarcimento danni pari a 240 milioni di euro.

Sappiamo ora dove sono Bugo e Morgan. Il primo ha partecipato a Pechino Express senza brillare, il secondo si diletta nella stesura di libri sulla musica e gli alieni. Noi li abbiamo incontrati insieme, per la prima volta, nel febbraio 2020. Non lo sapevamo, ma eravamo felici.

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