A Pompei scavi dietro un sontuoso giardino con larario scoperto nel 2018 fanno emergere a sorpresa una casa con cinque ambienti più bagno e cucina appartenuta al ceto medio pompeiano. La Domus del larario è conservata in buone condizioni e con ancora vari arredi e suppellettili. “Il parco non finisce mai di stupire”, commenta il ministro Dario Franceschini.

Pompei scavi: scoperta casa della classe media di 2000 anni fa:la Domus del larario. I ritrovamenti

Nelle aspettative degli archeologi doveva esserci una casa ricca e lussuosa dietro il giardino e il larario scoperti quattro anni fa, ma sono venute fuori cinque stanze con bagno e cucina modeste, ma non per questo di minore importanza.

Infatti gli ultimi rinvenimenti a Pompei mostrano un aspetto poco conosciuto e interessante della vita di 2000 anni fa: una casa della classe media. Il direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegel spiega che gli antichi abitatori di questa dimora dovevano essere “persone che tante volte vivevano in affitto e comunque ai margini delle classi più benestanti.”

Gli oggetti e il mobilio ritrovati all’interno di quelle stanze quasi tutte intonacate sono rimasti intatti e nella stessa posizione in cui si trovavano al momento dell’eruzione del 79 d.C. Questo rende la casa sorprendente dal punto di vista archeologico.

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Dettagli delle nuove scoperte nella Domus del larario. I reperti sono stati ritrovati nella stessa posizione nella quale sono stati lasciati dagli antichi abitanti. (Fonte: Parco archeologico Pompei)

In una stanza si trova un armadio di legno, alto 2 metri, che conteneva diverse stoviglie al suo interno: piccole brocche, anfore e piatti in vetro disposti su cinque ripiani. Questo mobile è stato in parte compromesso dal crollo del solaio sovrastante.

Un altro ambiente ha restituito ciò che rimane di un letto, un baule ligneo bipartito e un tavolino con oggetti in vari materiali.

Il letto, di cui si conservano tracce del telaio e del cuscino, è di un tipo molto semplice, simile ad una brandina smontabile. Assomiglia ai tre letti scoperti nella “Stanza degli schiavi” a Civita Giuliana l’anno scorso.

Il baule, posto accanto alla brandina, è stato scoperto già aperto e ricoperto dalle travi del solaio. Al suo interno c’erano un piattino in sigillata (tipo di ceramica molto fine prodotta in Italia dal I secolo a.C.) e una lucerna a doppio beccuccio con la raffigurazione di Giove che si trasforma in aquila.

Infine, vicino al baule, è stato rinvenuto un tavolino circolare a tre gambe. Su di esso erano poggiati oggetti in ceramica, in sigillata e ampolline e piatti in vetro. Altri oggetti, fatti con gli stessi materiali, sono stati trovati ai piedi del tavolo, nella stessa posizione di 2000 anni fa.

Tra le tante sorprese che questa abitazione ha riservato agli archeologi c’è anche il calco in gesso di sette tavolette (dei trittici, per la precisione) che dovevano contenere documenti o contratti, tenute insieme da uno spago e sigillate con la ceralacca. Una scoperta molto importante e il direttore Zuchtriegel l’ha definita “un unicum” per la famosa città campana.

I reperti scoperti, oltre quelli già citati, sono molto numerosi e di vario genere. Un esempio di questa ricca varietà è il conteunto di un grande armadio. In questo mobile erano stipate diverse ceramiche di vario tipo e qualità (d’uso comune, da mensa, da cucine e in sigillata) e altri contenitori in vetro.

Oltre a questi oggetti ce n’erano altri in bronzo: una pelvis (una tipologia di bacile) con fondo perlinato e anse con attacchi a palmette e due brocche. Una di queste ultime presenta un’ansa decorata con una sfinge e un attacco inferiore a testa leonina.

Altri ritrovamenti degni di nota sono stati un bruciaprofumi a forma di culla e decorata con pitture policrome di un soggetto maschile e figure geometriche e il calco di una catasta di legame, conservato nell’umile ambiente del magazzino. Questi pezzi di legno di varie qualità dovevano essere usati per scopi disparati come, per esempio, le riparazioni domestiche.

Pompei scavi: scoperta casa della classe media di 2000 anni fa:la Domus del larario. Chi erano i proprietari della casa?

Come si è già detto in precedenza, le ultime scoperte di Pompei nella Regio V riguarderebbero la quotidianità di una larga fetta della popolazione romana che, tuttavia, è poco conosciuta.

Il direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel ha tracciato un profilo del ceto sociale dei possibili inquilini di questa casa, chiamata Domus del larario:

“Nell’impero romano c’era un’ampia fetta della popolazione che lottava per il proprio status sociale e per cui il “pane quotidiano” era tutt’altro che scontato. Un ceto vulnerabile durante crisi politiche e carestie, ma anche ambizioso di salire sulla scala sociale.”

Probabilmente i proprietari della Domus del larario decorarono riccamente il giardino all’esterno della casa, ma non poterono fare lo stesso con le stanze, le quali rimasero prive di particolari decorazioni. Così ha commentato il direttore:

“Si riuscì a far adornare il cortile con il larario e con la vasca per la cisterna con pitture eccezionali, ma evidentemente i mezzi non bastavano per decorare le cinque stanze della casa, una delle quali usata come deposito.”

Queste stanze modeste dovevano stridere con il palazzo fastoso di Marco Lucrezio Frontone che sorgeva sulla stessa via.

Pompei scavi: scoperta casa della classe media di 2000 anni fa:la Domus del larario. Le opportunità di questa scoperta.

Come ogni grande rinvenimento nel sito campano, anche questa piccola domus è stata accolta con entusiasmo dalle autorità a partire dal ministro della Cultura Franceschini e dal direttore generale dei musei Massimo Osanna che per diversi anni ha diretto gli scavi a Pompei prima di Zuchtriegel.

Questa scoperta ha risvolti positivi sia dal punto di vista accademico, con nuovi studi e chiarimenti su tutto ciò che è successo a Pompei, sia da quello turistico, in quanto accresce la già ricca offerta di meraviglie nel sito.

Infatti si sta già lavorando alla messa in sicurezza delle strutture e sul loro inserimento all’interno degli itinerari di visita del parco archeologico. Si pensa di creare un percorso per i turisti che leghi il palazzo di Frontone alla Domus del larario, dallo sfarzo alla modestia.

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