Elon Musk acquista Twitter: dopo la rinuncia di appena due settimane fa, a pochi giorni dalla sua elezione a membro del CEO, il patron di SpaceX e Tesla stupisce ancora, e con la “modica” cifra di 44 miliardi di dollari, ha deciso di mettere le mani su uno dei social network più famosi e con il maggior numero di utenti al mondo.
Una decisione accettata di buon, anzi ottimo grado dal consiglio d’amministrazione dello stesso che ha approvato all’unanimità la sua offerta raccomandando agli azionisti di fare lo stesso, rendendo la strada di Musk totalmente in discesa.
Un acquisto, che ha il sapore di un radicale cambiamento nella concezione del social network, come si era potuto facilmente intuire da alcune idee proposte dallo stesso Musk in passato, quando ancora era (semplicemente) il maggior acquirente del social network.
Elon Musk acquista Twitter: i possibili scenari
Un cambiamento che il patron di SpaceX ha anticipato attraverso alcune dichiarazioni immediatamente successive all’acquisto:
“La libertà di parola è la base di una democrazia funzionante e Twitter è la piazza della città digitale in cui si dibattono questioni vitali per il futuro dell’umanità”
Elon Musk
Un vero e proprio paradiso per la “libertà di parola”, con nuovi algoritmi e nuove funzioni: un’idea che ha diviso fortemente gli utenti, con una parte entusiasta e curiosa, ed un’altra ben più scettica e spaventata delle ripercussioni di tale “libertà”, tra le quali il ritorno in scena di personalità la cui “libertà di parola” ha provocato conseguenze più o meno gravi, come nel caso di alcuni esponenti dell’ultradestra americana, tra i quali spicca Donald Trump (che dall’altra parte, con il suo nuovo social network “The Truth” non se la sta passando benissimo).
Quella stessa parte, che prevede “un calo immediato dell’attività degli utenti”, qualora Musk decida di rivoluzionare il team di Twitter che si impegna a mantenerlo pulito e renderlo meno pieno di odio.
Inoltre Twitter potrebbe diventare a pagamento, con abbonamenti in grado di offrire ai clienti paganti un’esperienza migliore, forse anche una versione senza pubblicità.
Privatizzazione di Twitter: una storia che si ripete?
Un’esperienza, quella di rendere Twitter una piattaforma privata e paladina della “libertà di parola” già sperimentata anni prima, e che alla fine è sfociata nella presa al potere sulla scia delle manifestazioni, come raccontato della giornalista Amanda Hess, che nel 2014 in un suo articolo denunciò le molestie subite da alcune donne ree, a detta loro, di aver postato su Twitter o altri forum online.