Jacques Prevert scrisse di lui: nelle opere di Joan Miró c’è tutta l’energia del mar Mediterraneo, visto con lo sguardo di un “innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”,
La vita di Mirò è quella di un ragazzo destinato a fare l’impiegato, la vita di un uomo che si è sempre trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, la vita di un artista eclettico che ha usato ogni mezzo per raccontare il suo mondo.
La vita di Joan Mirò

Joan Miró nasce a Barcellona nel1893, pittore, scultore e ceramista è uno dei più importanti artisti spagnoli di sempre, eppure…
Da giovane la famiglia lo convince a studiare economia per lavorare come contabile in una drogheria.
Nel 1920 all’età di 27 anni, Miró decise di trasferirsi a Parigi dove conobbe Picasso. La loro amicizia durò per tutta la vita, e Joan Mirò iniziò a frequentare il circolo dada di Tristan Tzara; inutile sottolineare che questi eventi giocheranno un ruolo chiave nel suo percorso di formazione artistica.
12 anni dopo rientra a Barcellona ma allo scoppio della Guerra Civile Spagnola fu costretto a tornare a Parigi.
È il 1940 quando la capitale francese viene invasa dalle truppe naziste, e Miró ancora una volta decise di fuggire tornando in Spagna, per andare a vivere tra la campagna catalana e l’isola di Maiorca, luoghi che segneranno la sua vita artistica.
Le opere di Joan Mirò: una dichiarazione d’amore alla Catalogna

Nelle sue tele, l’artista catalano ritrae la potenza della natura selvaggia e luminosa di questi luoghi a lui cari grazie all’impiego di colori decisi e a uno stile creativo che diventa incontro fisico con la tela o con il materiale da forgiare.
Per Miró la realtà è un punto di partenza, mai di arrivo, questo suo pensiero lo posiziona tra i più importanti esponenti del surrealismo
Grazie all’impiego di colori forti e decisi come il giallo, il nero, il rosso o il blu e al fatto che la sua arte sia fatta di forme essenziali, quasi come se l’artista spogliasse il soggetto di tutto ciò che è superfluo, le opere di Miró conservano un aspetto onirico a tratti allucinatorio.
Il poliedrico artista Catalano era un grande sperimentatore: la sua creatività non si esprimeva solo attraverso la tecnica del dipinto ma anche per mezzo di collage, sculture, monumenti, litografie, ceramiche, scenografie, arazzi, infatti era solito usare ogni tipo di materiale come base per i suoi lavori: tele, cartoni, masonite, pezzi di ferro: tutto ha dignità per divenire opera d’arte.
Si spense nel 1983 all’età di 90 anni nell’isola di Palma di Maiorca. Joan Miró passò la vita accanto alla stessa donna, sua moglie Pilar, donna dell’alta borghesia di Maiorca, la cui famiglia all’inizio era contraria alla relazione con l’artista perché considerava Miró, un “semplice” pittore, non adeguato alla sua levatura sociale.
3 curiosità su Joan Mirò

Il governo portoghese per fare fronte alla crisi in cui versava nel febbraio 2014 ha messo all’asta oltre 80 opere di Miró acquistate nel 2006 dal Banco Portogues de Negocios, inutile dire che la decisione ha suscitato enormi polemiche in Portogallo.
Durante la Guerra Civile Spagnola l’Artista si uní alla causa dei Repubblicani , tanto che all’Esposizione internazionale di Parigi del 1937, Miró dà il suo contributo all’allestimento del padiglione della Spagna Repubblicana con l’ enorme murales El segador (simbolo dell’identità catalana).
Si dice che Miró si si presentò a Pablo Picasso offrendogli una Ensaïmada, torta tipica catalana, di cui Picasso era estremamente goloso.