Quello tra giovani e mercato del lavoro è uno dei maggiori dissing della storia recente. In Italia, in particolare, gli under 35 fanno una fatica enorme a trovare il proprio posto nel mondo. Una società che li apprezzi, uno stipendio accettabile o, semplicemente, qualche certezza sociale. Il covid-19 non ha fatto altro che aggravare questa situazione.

Perché i giovani non riescono a trovare lavoro?

Questa è una delle domande più urgenti della nostra generazione. Un problema fondamentale, una questione che non riesce a trovare risposta. Da quando è caduta la Prima Repubblica, di cui non si ha alcuna nostalgia, i governi si sono susseguiti di stagione in stagione. Nessuno di loro, però, si è mai voluto occupare di millennials.

I fondi alla ricerca e alle università sono sempre meno e la didattica a distanza non fa altro che aumentare le difficoltà. Giovani e mercato del lavoro sono distanti, così, anni luce.

La verità, però, è che nessuno di questi è il vero problema. Siamo arrivati, dal punto di vista economico, alla saturazione del sistema. Troppe persone producono troppi oggetti nell’epoca in cui il consumismo raggiunge, ogni giorno, il proprio massimo vertice. Il valore dei dipendenti non viene più misurato in base alle loro qualità umane, ma alla produzione o al fatturato in fase di vendita. Gli uomini, tutti, hanno ridotto il proprio valore a numeri. Crudi, freddi e tristemente veritieri.

Inventarsi una nuova occupazione: la nuova deriva tecnologica

Per ovviare a questo problema di sovrapproduzione, o di sovrabbondanza di risorse umane, il mercato si è riversato nell’unico posto disponibile: il mondo digitale. Un universo parallelo, dove giovani e mercato del lavoro possono convivere. Piattaforme digitali, frequentate principalmente da under 35 o da adulti che hanno ancora la curiosità necessaria per scoprire qualcosa di nuovo.

26bcf61788e71deaacb687cbaf7b38d0 Giovani e mercato del lavoro: un problema irrisolto dal 1994
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Si sono creati nuovi materiali di scambio, nuovi strumenti necessari a creare occupazione. I dati, il marketing digitale e la formazione in campo tecnologico sono le nuove armi a disposizione dei giovani per trovare occupazione. Google, Microsoft e gli altri giganti virtuali continuano ad assumere, creando occupazione. In Italia, però, questo dato non viene ben visto.

Giovani e mercato del lavoro: l’occupazione che uccide la piccola-media impresa

Per un gigante che si insedia nel nostro paese, tante piccole attività chiudono bottega, ogni giorno. È stato il caso di Ikea, che ha costretto una moltitudine di piccole medie imprese di arredamento a serrare i battenti. O Amazon, in grado di portarti, in un istante, qualsiasi cosa tu desideri sullo zerbino di casa tua. Ad un prezzo iper competitivo.

La verità è che il sistema sta cambiando e l’Italia non è ancora stata in grado di adattarsi a questa situazione. Nessuna incentivazione è stata fatta in termini di mercato del lavoro e i nuovi assunti di questi colossi non sono in grado di sopperire ai danni causati.

Nella faida tra giovani e mercato del lavoro, è forse questo il peccato capitale più grande. Non è stato concesso alle imprese a conduzione familiare, ai piccoli e medi commercianti, di essere competitivi. Gli introiti, in proporzione, erano davvero troppo ridotti.

Giovani e mercato del lavoro: in attesa di una rivoluzione sociale

a120cd0239ee4d49211e95f7a74990df Giovani e mercato del lavoro: un problema irrisolto dal 1994
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Quello che serve ai ragazzi, oggi, non è l’ennesima promessa caduta nel vuoto. O l’ennesimo proclamo di figure istituzionali lontani anni luce da questo mondo. Giovani e mercato del lavoro hanno bisogno, semplicemente, di possibilità.

Il 35% dei giovani adulti compresi tra i 18 e i 35 anni non ha un lavoro e non studia. È semplicemente inattivo, o disperato. Vive la propria vita in maniera passiva. Continua a spedire mail nella speranza di una chiamata dall’alto e speso riduce le proprie aspettative di vita pur di portare a casa uno stipendio.

Chiedono semplicemente il diritto di avere una possibilità. Senza contratti di lavoro umilianti, come l’apprendistato o garanzia giovani, forme di schiavismo moderno che non aiutano a creare occupazione. Giovani e mercato del lavoro, in sintesi, devono riuscire a incontrarsi.

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