Gli ultimi eventi hanno smosso molte acque, e molte star americane si sono decise a vendere in piazza per unirsi alle proteste contro il razzismo. Il che fa ovviamente aumentare l’attenzione su un tema già bollente di suo.

Troviamo la sempre in protesta Jane Fonda, che dall’alto dei suoi 82 anni, più della metà passati a protestare per qualcosa per cui valesse la pena, che ci fa riflettere sul come essere bianchi sia un privilegia innegabile.

Scende in piazza anche Madonna, con stampelle a seguito di un’operazione. La cantante si è sempre schierata a fianco di quelle che purtroppo sono ancora delle minoranze, come la comunità LGBT e quella degli afro americani.

SAVE_20200607_221900-320x180 Le star protestano contro il razzismo in USA

Si uniscono alle proteste anche Sophie Turner incinta, e il marito Joe Jonas; Cole Sprouse che chiede non si parli di lui ma della causa; e tantissime altre star americane meno conosciute da noi.

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Il clan Kardashian – Jenner dona milioni di dollari contro il razzismo

Ad aprire la strada è stato Kanye West, rapper, stilista e marito di Kim, che ha donato due milioni di dollari alla figlia di George Floyd destinati alla sua istruzione al college.

Lo ha seguito a ruota la cognata Kylie, che ha fatto una donazione sostanziosa ad un’associazione che combatte il razzismo quotidianamente.

Kourtney vuole spiegare ai figli che cosa sia la questione razziale, e come affrontare il fatto dei privilegi dei bianchi. Da anni si è convertita ad uno stile di vita più consapevole su tutti i fronti, partendo dall’alimentazione arrivando ad uno stile di vita sano e in equilibrio con la natura. Non stupisce che affronti anche questi argomento con i suoi figli.

D’altronde le Kardashian hanno origini armene, e sono molto sensibili riguardo la questione razziale: si battono affinché venga riconosciuto il genocidio armeno come tale, dalla Turchia che si rifiuta fermamente. Nonostante appaiano superficiali, si impegnano seriamente in questioni sociali.

Anche Jennifer Aniston ha donato per la causa, ad un’associazione che si occupa di combattere il razzismo; idem per Michael Jordan, che ha donato 100 milioni di dollari dicendo, giustamente, che il razzismo si combatte con la cultura.

La questione razzismo riguarda tutti

Non è più una questione di bianchi o neri, ma di giustizia. In un mondo che si definisce evoluto, all’avanguardia e giusto, non è ammissibile che il colore della pelle sia ancora una causa di discriminazione.

Il fatto che le star manifestino è solo luce in più su una questione così importante e che ci tocca tutti: perché sappiatelo la razza pura non esiste, prima o dopo abbiamo avuto o avremo tutti il DNA mescolato con quello di altre etnie. E in questo di male cosa ci sarebbe?

L’esperienza personale di Meghan Markle

La ex duchessa del Sussex, ha origini agro americane e questo l’ha spesso portata a sentirsi in bilico fra due mondi. Lei stessa ha dichiarato che è difficile capire le sue origini guardandole la pelle, e noi ci chiediamo: ma è così importante sapere da dove viene una persona? Il fatto che sia europea, africana, americana o orientale, cambia l’opinione che possiamo avere di quella persona?

Meghan Markle ha detto di aver sentito chiamare la madre con la parola con la N (non la ripetiamo perché meno si diffonde meglio è) e che questo episodio l’ha toccata moltissimo, e l’ha spinta a mettersi in gioco in prima persona.

Come lei molte persone provenienti da più culture, si sono sentite sempre a metà e spesso hanno dovuto scegliere a quale fare riferimento: ma perché non è possibile abbracciare in toto le proprie origini? Siamo mai andati oltre questo stereotipo per cui alcune culture siano da considerarsi migliori di altre? A voi la risposta.

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