L’inizio di una nuova relazione, l’intesa finalmente trovata con la persona che stavolta sembra essere davvero quella giusta per te, quella con cui costruire un futuro, una famiglia…un traguardo desiderato, ma che presenta nel suo raggiungimento una tappa importante, se non addirittura fondamentale: l’incontro coi “suoceri”

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Fonte: Pixabay

Immagino che la maggior parte di voi (come pure la sottoscritta), in occasione di questa tappa così importante, avrà avuto dentro di sè una reazione come quella di questi due simpatici omini, ossia panico, paura.

D’altronde, è comprensibile: sono i genitori del nostro partner (fidanzato o fidanzata che sia) e noi siamo quella persona che ha saputo conquistare il cuore del loro “bimbo” o della loro “bimba” (perchè si sa, che abbiamo 20 anni, o che ne abbiamo 50, per le mamme soprattutto restiamo sempre dei bambini).

Pertanto, dobbiamo far capire loro che il cuore del loro figlio o della loro figlia è in buone mani al nostro fianco.

Ma allora perchè “l’incontro coi suoceri” ci provoca ogni volta (perchè anche se abbiamo avuto più relazioni ogni volta è una cosa a sè) così tanta paura?

Inanzitutto, avete mai sentito parlare di “socerofobia”? Ebbene sì: anche se non è inserita nel DSM-5, la paura dei suoceri esiste, e può diventare persistente e anormale se raggiunge certi livelli e in determinanti frangenti.

Una paura che può avere diverse forme, e che molto spesso può sorgere fin dal famigerato “primo incontro” con la famiglia del nostro compagno o della nostra compagna, e credetemi è difficile e delicato su tutti i fronti, non solo quello nostro.

Questo perchè da una parte si ha il figlio/a (ossia il nostro compagno o compagna) che è in procinto di costruirsi una propria vita al nostro fianco, e quindi abbandonare il “nido”, dall’altra i genitori che devono accettare tale fatto, ossia che il figlio o la figlia è cresciuto, maturato e avrà una nuova famiglia.

E questa cosa, in noi che veniamo visti come i co-attori di questa scelta, non è una delle prime cose che generano in noi ansia e paura, soprattutto perchè, se abbiamo a che fare con “mamme chiocce” o “padri supereroi”, veniamo visti come dei carnefici più che come dei semplici “co-attori”.

Anche perchè non si sa cosa quel “primo incontro” può lasciare come strascichi una volta concluso, le dinamiche familiari che si possono sviluppare.

Tornando al “primo incontro”, quali sono altre paure comuni?

Outfit non adatto

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Come il primo appuntamento romantico, anche il primo incontro coi “suoceri”, soprattutto a noi donne spesso ci fa perdere ore e ore davanti all’armadio a tirar fuori vestiti, quasi a simulare una sfilata di moda nella nostra camera da letto.

Quel che è certo è che se col nostro partner siamo abituate ad outfit molto sexy e provocanti (leggings in pelle, calze a rete, minigonne ecc…) ecco, anche se siamo con lui, per una volta li dobbiamo lasciare nellarmadio. Dall’altra parte, non dobbiamo esagerare dal verso opposto, ossia sfoggiare tailleur o abiti troppo eleganti.

Il giusto sta nel mezzo: outfit semplice ma con un tocco di classe.

Regalo o non regalo?

Quello del pensiero da portare per ringraziare dell’invito, con l’intento di fare una buona impressione è un’altra grande preoccupazione abbastanza comune.

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Un grande classico è senza dubbio un mazzo di fiori alla padrona di casa (la ” futura suocera”), molto semplice (nel caso conoscete il menù del pranzo o della cena, potete optare su una bottiglia di vino..magari riuscite a far colpo sul “suocero” se è appassionato di vini).

Ma cosa ho detto (di male)?

Un’altra paura, forse la più comune e la più grande, è quella legata al dialogo, alla conversazione che si terrà tra noi e i genitori del nostro compagno, perchè ogni parola può essere fraintesa in incontri di questo genere.

Ma questo non implica che bisogna parlare di “argomenti neutri”, per paura di sbagliare, perchè in quell’incontro bisogna farsi conoscere per ciò che si è, nel bene o nel male.

Quindi, sì ad evitare qualche “scivolone”, ma l’importante è essere sempre te stesse.

Tanto se si fa bene o male si verrà sempre giudicate appena andate, e lo si saprà dal proprio partner.

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Fonte: DonnaD

Ma dopo tutto, “stiamo insieme a lui, non alla sua famiglia”. E proprio nel partner bisogna trovare conforto e complicità qualora dovessero arrivare (e credetemi, nel 99,999% dei casi arrivano) le famigerate “domande trabocchetto“.

Se pensate che i maschietti non abbiano problemi, o ne abbiano meno, nell’affrontare il famigerato “primo incontro”, bè spiacente di deludervi.

Perchè sì, tanto forti, machi ecc..ma c’è sempre un uomo che si sentirà più macho di loro e che sarà pronto a dar filo da torcere : il papà di lei.

Un guerriero, pronto a difendere ad ogni costo la sua “bimba”, la sua “principessa” e a non lasciarla liberamente nelle mani del primo che passa.

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Fonte: Cinecittà News

Quindi, sì alle premure nei confronti della propria ragazza, daranno l’impressione che siete attenti alle sue esigenze, e quello fa colpo soprattutto sulla mamma…ma attenzione a non andare oltre, per non “alterare il paparino”

Messaggio invece, rivolto agli uomini timidi: non è una vergogna, anzi è una virtù. Quindi non lasciate sola la vostra ragazza al primo incontro coi “suoceri” , isolandovi dietro lo schermo di un telefono: anche quelle poche parole saranno apprezzate (molto di più che fare lo “sborone” della situazione).

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