Si è tenuta stanotte la 71° edizione degli Emmy Awards. Edizione piuttosto prevedibile, col gran finale per Game of Thrones. Vediamo i vincitori.

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Fonte foto: Il Sussidiario

 

 

Stanotte ci sono stati gli Emmy Awards 2019: si tratta della 71° edizione della cerimonia che premia la migliore programmazione televisiva d’intrattenimento, incoronando le migliori serie dell’annata.

È stata un’edizione particolare per la mancanza di un presentatore: la cerimonia ha seguito le orme degli ultimi Oscar, anch’essi senza presentatore.

Nonostante la scelta sia stata fatta per accorciare i tempi di una cerimonia che, solitamente, è molto lunga, l’assenza di un presentatore si è sentita fortemente, nonostante gli intermezzi comici e d’intrattenimento.

Quest’anno a guidare le nomination, c’erano tre serie: Chernobyl, la miniserie che racconta il terribile incidente nucleare, verificatosi nel 1986, con ben 19 nomination; The Marvelous Mrs. Maisel, la serie che racconta l’ascesa di Midge come comica, negli anni Cinquanta, con ben 20 nomination; Game of Thrones, la serie fenomeno mondiale che ha conquistato milioni di fan e che è terminata, con l’ottava stagione, la scorsa primavera, con 32 nomination, entrando nella storia della cerimonia.

 

Ma vediamo i vincitori di questa 71° edizione degli Emmy Awards.

Come Miglior Miniserie ha trionfato Chernobyl: una vittoria sicuramente prevedibile, per l’alto livello della miniserie targata HBO, diventata velocemente una delle migliori serie sulla piazza.

L’Emmy come Miglior attore protagonista in una miniserie o in un film è andato a Jharrel Jerome per la miniserie Netflix When They See Us.

Questa è stata sicuramente una delle vittorie più inaspettate, non tanto per la performance di Jerome, intensa a dir poco, ma per la concorrenza: Jerome ha spodestato i favoriti alla vittoria Mahershala Ali per la terza stagione di True Detective e Jared Harris per Chernobyl.

L’attore ha dedicato la sua vittoria ai cinque ragazzi a cui s’ispira la serie, accusati ingiustamente di uno stupro nel 1989.

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Fonte foto: Hollywood Reporter

 

Il premio come Miglior attrice protagonista in una miniserie o in un film, invece, è andato a Michelle Williams per Fosse/Verdon. Altra vittoria inaspettata, poiché la favorita alla vittoria era la sempre sfortunata Amy Adams (datele un premio al più presto!) per Sharp Objects.

Come Miglior attore non protagonista in una miniserie ha vinto Ben Whishaw per A Very English Scandal, battendo la meravigliosa performance di Skarsgard in Chernobyl.

Per quanto riguarda il premio per Miglior attrice non protagonista in una miniserie, la vittoria è andata a Patricia Arquette per The Act.

Il premio per il Miglior Film per la Tv è andato, ancora una volta, a Black Mirror, per l’episodio-esperimento interattivo Bandersnatch. È la seconda volta consecutiva che la serie distopica vince il premio in questa categoria (lo scorso anno era andato a U.S. Callister).

Passiamo alle commedie.

Per la categoria di migliori attori non protagonisti, vince in entrambe le categorie The Marvelous Mrs Maisel: Tony Shalhoub come miglior attore e Alex Borstein come miglior attrice.

L’Emmy come Miglior attrice protagonista in una comedy va a Phoebe Waller-Bridge per Fleabag.

Mentre, come Miglior attore protagonista in una comedy vince il fantastico Bill Hader per Barry: vittoria ampiamente meritata e prevista, proprio per la sua eccellente performance.

Il premio più importante per le comedy va a Fleabag, serie-rivelazione che lasciato a bocca asciutta la favorita Veep.

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Fonte foto: Optimagazine

 

Passiamo al dramma: l’Emmy come Miglior attrice non protagonista per un drama va a Julia Garner per Ozark, superando una concorrenza composta da quasi tutte attrici di Game of Thrones, compresa la favorita Maisie Williams.

Il premio come Miglior attore non protagonista per un drama va, invece, a Peter Dinklage, premiando la sua ultima volta sullo schermo come Tyrion Lannister. Anche questa categoria era dominata da Game of Thrones, ma mai ci saremmo aspettati la quarta vittoria di Dinklage in questa categoria (la seconda consecutiva).

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Fonte foto: MoviePlayer

 

Passiamo alla categoria di miglior attore protagonista.
Per la categoria di Miglior attrice protagonista in un drama, il premio è andato a Jodie Comer per Killing Eve, battendo Mandy Moore per This is us ed Emilia Clarke per Game of Thrones.

L’Emmy per Miglior attore protagonista in un drama va, imprevedibilmente, a Billy Porter per Pose. L’attore è il primo afroamericano dichiaratamente gay a vincere il premio in questa categoria. L’attore ha commosso la platea col suo discorso di rivincita personale:

“Ci sono voluti molti anni per vomitare tutto il marcio che mi era stato imposto di pensare sulla mia persona, e per metà ci avevo anche creduto, prima di poter camminare su questa terra come se avessi il diritto di esserci”.

Porter ha surclassato Harington per Game of Thrones e Ventimiglia per This is us, dati per favoriti.

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Fonte foto: Vanity Fair

 

Infine, l’Emmy Awards per la Migliore serie drammatica è andata a Game of Thrones.
Si tratta di una vittoria piuttosto prevedibile, nonostante le numerose lamentele degli spettatori per il finale della serie.

Con questa vittoria, Game of Thrones festeggia il ritiro dalle scene, un’avventura nata anni fa, che ha portato Got ad essere la serie più seguita del mondo. Game of Thrones ha vinto il premio di Miglior drama per ben quattro volte ed ha ricevuto in tutto, nel corso della serie, ben 160 nomination, vincendo 59 premi.

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Fonte foto: Il Post

 

A comandare questa serata sono state sicuramente le serie inglesi: HBO ha avuto una supremazia incontrastata, vincendo ben 9 premi (che sono da aggiungere agli altri 34 premi vinti nei Creative Arts).

Segue Amazon Prime Video, che si porta a casa ben 7 Emmy e Netflix, con 4 premi.

Un’edizione degli Emmy piuttosto sottotono rispetto alle precedenti: la maggior parte delle vittorie erano state ampiamente previste e le poche eccezioni che ci sono state non hanno sorpreso più di tanto.

Game of Thrones ha avuto il suo canto del cigno, vincendo due Emmy, tra cui Miglior drama.

Resta comunque il dubbio: avrebbe vinto comunque il premio, se non fosse stata l’ultima stagione?

 

Intanto, vi diamo appuntamento al 5 gennaio con la 77° edizione dei Golden Globe.

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