Icona musicale e grande esempio di donna.

Cyndi Lauper ha soffiato 66 candeline lo scorso 22 giugno. Paladina del femminismo e dei diritti degli omossessuali, è una donna che si è fatta da sé e che lavora per ciò in cui crede.

Nata a Ozone Park, nel Queen da padre di origini tedesche e madre siciliana, inizia a suonare la chitarra a soli 12 anni e compone anche le prime canzoni.

Negli anni delle superiori preferisce viaggiare che studiare e negli anni settanta arriva a cantare nelle prime cover band.

Nel 1978 crea la sua prima band: i Blue Angel.

La band, di cui lei è l’unica donna e la voce, realizza il primo e unico album nel 1980, ma poi avrà vita breve. Le canzoni di quel periodo però ritorneranno nella sua vita da solista.

Solo nel 1981, dopo anni di lavoro come commessa per mantenersi, viene scoperta in un locale di New York dove si esibiva. David Wolff riconosce le doti della giovane e riesce a farle ottenere un contratto con la Potraits Record, una sotto etichetta della più famosa Columbia.

She’s so unusual esce nel 1983.

La canzone che lo presenta è Girls just want to have fun, che diventa un vero e proprio inno del femminismo e non solo. Da allora la sua battaglia per la parità è continuata fino a oggi. Durante i grammy awards del 2018, ha cantato insieme a Kesha, che aveva accusato il suo produttore di violenza sessuale, per lottare contro ogni tipo di molestie.

Gli anni ottanta sono quelli del suo impegno civile.

Nel 1985 partecipa al progetto Usa for Africa cantando We are the world con degli acuti che chiudevano la seconda strofa e che sono rimasti nella storia. La sua voce riesce a fare qualsiasi cosa, anche un finto duetto con se stessa sulle note della canzone di Prince When you were mine.

True Colors e la canzone contro l’AIDS.

In questo album del 1986, Cyndi scrive una canzone per un suo amico che morirà di HIV e donerà il ricavato per la ricerca contro questa terribile malattia.

L’anno seguente viaggiò per l’Unione Sovietica insieme ad alcuni scrittori del luogo per portare avanti un loro progetto.

Sono anni intensi in cui si cimenta anche come attrice e nei quali ci sono anche i primi insuccessi musicali. Cyndi è una donna forte e non si dà per vinta.

Hey now per tutte le donne.

Nel 1994 decide di pubblicare il suo primo greatest hits, dove ripropone la fomosissima Girls just want to have fun, in chiave moderna e le dà il titolo di Hey now. Il video di questa canzone viene proposto su Mtv e vede la cantante sfilare con un gruppo di drag queen e con il motto ‘tutte le donne hanno diritto a una vita felice, anche quelle che non sono donne all’anagrafe’.

É l’inizio della sua battaglia per le donne e per gli omosessuali.

Tre anni più tardi pubblica Sister of Avalon dove affronterà questi temi forti e complessi nelle sue canzoni.

Cyndi diventa un’icona della battaglia per la parità dei diritti e nel 2007 decide di portarli nelle piazze delle grandi città americane organizzando il True colors tour.

Questi concerti, che spesso hanno ospitato grandi personalità, sono nati per sostenere la comunità LGBT e l’organizzazione Human Rights campaign a cui è andato un dollaro per ogni biglietto venduto. Da queste manifestazioni è nato il true colors fund, una fondazione che continua a lavorare contro le discriminazioni e che è sempre sostenuta dalla cantante.

Lo scorso dicembre, l’ultimo di questi concerti, il cui ricavato è andato ai senzatetto della comunità LGBT. Giovani, che a causa delle loro scelte sessuali, si sono ritrovati in mezzo alla strada. La cantante sempre molto vicina a queste situazioni, ha chiesto ai giovani di raccontarsi per risolvere il problema, per renderlo pubblico e quindi più vicino alla gente.

Nel marzo 2017 ha lanciato anche una maglietta raccogliendo fondi per la sua fondazione e per l’associazione Planet Parenthood, che si occupa dei diritti di interruzione di gravidanza e di aumentare i corsi di affettività e sessualità nelle scuole. La maglietta riprendeva il suo brano più famoso e giocava con le parole : ‘Girls just want to have fun…damental rights’ cioè le donne vogliono solo i diritti fondamentali.

Cyndi Lauper un esempio.

Una cantante che ha saputo usare la propria notorietà per aiutare persone discriminate, se ogni personaggio famoso, si impegnasse per la causa a lui più vicina, sicuramente ci sarebbero meno problemi nel mondo. Queste persone sono esempi che vengono ascoltati e seguiti e proprio per questo potrebbero fare molto come la cantante americana.

Articolo di Erika Franceschini

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