Cena da preparare, casa da pulire, bambini da mettere a letto e…una riunione alle 21. Tutto questo dopo una giornata di lavoro e di missione taxi tra un’attività e l’altra dei propri figli. Incarichi talvolta condivisi con papà e nonni, ma non sempre. Può una mamma nel 2019 pensare di fare politica?

Abbiamo visto come in alcuni stati in Europa e nel mondo, alcune giovani mamme deputate abbiamo deciso di portare in parlamento il loro bebè e di allattarlo, scaturendo clamore. In Italia abbiamo assistito agli attacchi a Giorgia Meloni quando si è candidata, incinta al settimo mese, alle amministrative di Roma.

È vero che una mamma non sa quello che fa se decide di candidarsi? È vero che lei ha meno diritti di un neo papà?

Nei piccoli comuni italiani, che fra qualche settimana andranno alle amministrative, sono sempre di più le donne candidate, anche se i numeri sono ben lontani da una parità, tanto che sono ancora necessarie le quote rosa.

Molte di queste mamme si trovano a dover sentire frasi come: “non ti ho votato perché hai un bambino piccolo da seguire”, “dovresti star dietro alla tua famiglia.” Frasi che dimostrano quanto poco si creda nelle capacità di una persona.

Una donna, una mamma, così come un papà che si mettono in gioco sapendo di togliere tempo alle loro famiglie, lo fanno per provare a dare ai loro figli un futuro migliore.

Qual è allora il problema?

La paura dei cambiamenti sembra fare da padrone in questa Italia di oggi e di sicuro una donna a cento all’ora rientra in questa categoria. Eppure la storia ci racconta che ci sono anche grandi donne che hanno governato e che tutt’ora comandano stati di importanza internazionale, pur avendo figli e marito.

In un’Italia dove la natalità è bassissima, dovrebbe essere la politica a dare la svolta e dimostrare che una donna non può e non deve sempre scegliere fra carriera e famiglia, fra passioni e famiglia.

Mentre aspettiamo che le nostre deputate allattino in parlamento, che i nostri parlamentari maschi lottino affinché ogni luogo pubblico sia dotato di fasciatoio e le riunioni vengano svolte in orari adatti, proviamo a pensare a mamme e anche a papà che possono fare il bene del proprio paese con un passeggino, un bimbo in fascia.

Può una mamma pensare di far politica?

Pensiamo di sì, in fin dei conti non sarà una maglia sporca di latte, i capelli scompigliati o l’immagine dei figli sul desktop a rendere le capacità decisionali peggiori. Ci vogliono fantasia, capacità organizzative e tanta passione per riuscire a fare tutto.

Articolo di Erika Franceschini

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