Prima ed unica colonia spartana, Taranto venne fondata nell’ VIII secolo a.c, sebbene vi siano ritrovamenti risalenti già all’età del bronzo. Circondata dal mare, la città trova in esso il suo elemento naturale, da cui trarre forza e sostentamento. Dovunque si scavi, Taranto regala pezzi unici di storia e di arte, tanto da meritarsi il titolo di ” Città d’arte“. Ecco qui una serie di consigli su cosa vedere e cosa fare nel capoluogo jonico.

“Quell’angolo di mondo più d’ogni altro m’allieta”

Destinazione prediletta di Quinto Orazio Flacco, la Taranto di età magno-greca e romana sopravvive imperterrita al tempo. Per alcuni angoli di questa città è come se il tempo si fosse fermato, quasi come se l’antico dio Poseidone avesse voluto preservarne la bellezza.

Le colonne doriche

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ph.@RosariaScialpi

Magistrale esempio di ciò sono le Colonne doriche. Sopravvissute all’incedere delle ere, solo due colonne si ergono oggi solitarie in Piazza Castello, a testimoniare lo splendore che fu di quell’antico tempio dedicato alla Dea madre Persefone e a lungo ritenuto intitolato a Poseidone.
Si presuppone che questo antico tempio giungesse fino al mare e fosse sorretto da un numero molto alto di colonne, di cui nel ‘700 ne rimanevano solo 10. Di questo numero di colonne, solo due rimasero in piedi e furono inglobate nelle mura dell’ex Ospedale dei Pellegrini.
Successivamente, le colonne furono riscoperte ed oggi sono visibili in tutto la loro solitaria eleganza. In estate, inoltre, proprio nel giardino in cui sono contenute le due colonne, vengono organizzati spettacoli come riproposizione di riti in onore di Persefone e tragedie greche.

La tomba dell’atleta

Ma, oltre alle colonne, tracce della vita e delle tradizioni dell’antica Taranto sono le numerose tombe a camera, distribuite su tutto il territorio. La più famosa di queste è sicuramente la Tomba dell’atleta.
La tomba dell’atleta, grande e pluridecorata, è un pezzo unico nel suo genere. Essa serviva a commemorare un uomo di spicco della città:L’atleta che aveva vinto i giochi panatenaici nella categoria del pentatlon.
Ma straordinari non sono solo gli ornamenti.
La struttura ossea dell’uomo è stata ritrovata intatta e, grazie a questa particolarità, è stato possibile ricavare dati sulla sua alimentazione.
Inoltre, dalle ossa si è dedotto che si trattasse di un uomo intorno ai 30 anni, alto e atletico.

Amanti dei musei?Taranto è il posto giusto per voi!

Taranto ha attraversato i secoli e ha subito diverse dominazioni.Proprio per questo, nel capoluogo jonico sorgono diversi musei.

Museo Archeologico Nazionale di Taranto MArTA

Il MArTA nacque nel 1887 e subì diversi trasferimenti, sino a giungere nella sede attuale, a fianco alla chiesa di S.Pasquale Baylon.
All’interno del museo, uno dei più importanti sulla Magna Grecia, sono custoditi reperti delle civiltà dell’età del ferro, del mondo apulo, della civiltà greca e di quella romana.Di notevole importanza sono gli ori custoditi nel museo, noti come Ori di Taranto, e i pregevoli mosaici.

Museo etnografico Alfredo Majorano

Nel borgo antico della città vive il Museo Majorano, in cui si possono osservare testimonianze delle tradizioni popolari della città della provincia.Tutte le testimonianze furono raccolte dallo studioso Alfredo Majorano e dalla moglie Elena Spinelli.

MUDI, Museo diocesano di arte sacra

Inaugurato nel 2011, il MUDI conserva più di 300 opere che si stimano appartenere a un arco temporale dal VII secolo al XXI.

Città marinara?Museo dedicato al mare

Il Museo talassografico Cerruti sorse negli anni ’60.
Composto da 3 sale, il museo mostra alcune delle specie dei mari di Taranto, attraverso la seguente ripartizione.

  1. Sala 1 dedicata ai molluschi
  2. Stanza 2 degli organismi dei fondi marini
  3. Sala 3 dei molluschi

Un bonus.Non proprio un museo, ma quasi

La Sopraintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio di Taranto è ubicata nel cuore del centro storico. La Sopraintendenza è ospitata dallo splendido ex Convento dei Domenicani.Il convento, edificato nel XIV secolo, si propone come perfetta rappresentazione del passaggio del tempo.Facciata gotica, chiostro per metà settecentesco e resti di un tempio greco del V secolo.Come non visitarla?

Mare profumo di mare

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Il mare è l’elemento tipico della città spartana.Dal mare giunsero i mitici fondatori della colonia e dal mare i pescatori ricavano il loro sostentamento.
Nel mare di Taranto si specchia ogni giorno il sole cocente del meridione.Nel mare di Taranto soggiornano navi della Marina.Nel mare di Taranto sono ancora presenti delfini, ippocampi e coralli.
Come evitare dunque di farvi tappa? Se però non potete recarvi alle spiagge della provincia tarantina, è d’obbligo ammirare lo spettacolo marino dalla città stessa.Potrete recarvi al Lungomare, magari in corrispondenza del Monumento ai marinai o della statua sugli scogli di Skuma e assistere a uno dei tramonti più belli di sempre.
Da lì, poi, potrete dirigervi nel centro cittadino e ammirare palazzi ottocenteschi coesistere con costruzioni contemporanee.

Taranto città dei due mari e dei ponti

Perché Taranto viene definita la città dei due mari, se in realtà a bagnarla è solamente il Golfo di Taranto?
Ebbene, questa denominazione è dovuta al Ponte di Pietra o di Porta Napoli.Questo ponte, infatti, ha determinato l’effetto ottico della separazione del mare in due bacini di diversa grandezza, rispettivamente chiamati Mar Grande e Mar Piccolo.

Ponte girevole o di San Francesco da Paola

La città pugliese è in realtà l’unione di due isole, collegate dal Ponte Girevole.
Il Ponte, aperto solo per permettere il passaggio delle navi e lo svolgimento della processione marina del Santo patrono, presenta proprio nella sua apertura una particolarità. I bracci del ponte, infatti, non si aprono innalzandosi come avviene in tutto il mondo, bensì aprendosi verso Mar Piccolo. La manovra di apertura dura solo 3 minuti.

Ponte Punta Penna Pizzone o Ponte Aldo Moro

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Uno dei ponti più lunghi d’Europa con i suoi 1909 metri di lunghezza e 45 metri di altezza sul livello del mare.
Il Ponte, dedicato nel 2008 ad Aldo Moro, personaggio attivo a Taranto nei suoi anni liceali, rende la città una piccola Manhattan.

La Taranto invisibile che è sotto i tuoi piedi

Come detto in precedenza, Taranto nasconde tesori in ogni dove. Non sorprende allora pensare che sotto la superficie dell’attuale città, ci sia una Taranto sotterranea.
Una rete di cunicoli si snodano al di sotto della città vecchia e schiudono misteriosi tesori, conservati negli ipogei più antichi d’Europa.

I luoghi di culto che sono in realtà grandi opere d’arte

Dalla città Vecchia al Borgo Umbertino sino alle periferie: Taranto è disseminata di chiese-opere d’arte.

San Cataldo

Cattedrale della città, S.Cataldo nacque con impianto bizantino. Successivamente, il duomo fu rimaneggiato e ampliato, subendo diverse modificazioni. Una fusione inaspettata di stili architettonici, romanico-barocco-rococò, che però non genera confusione, ma affascina.Gli stili si coniugano perfettamente, dando vita a un’opera d’arte inimitabile.L’interno è ricco di decorazioni di un oro opulente e abbellito da numerosi dipinti.

San Domenico Maggiore

Imponente facciata in stile gotico, decorata da un grande rosone.San Domenico Maggiore si erge così su Via Duomo.Ciò che però caratterizza questa chiesa non è la sua altezza, ma la ripida scalinata a forbice che appare infinita.L’interno, in contrasto con quello di San Cataldo, è abbastanza austero, ma in questa semplicità gli elementi architettonici emergono in tutta la loro bellezza.

Cappella neogotica di Via Cavour

Commissionata nel 1881, questa cappella è rimasta a lungo nascosta agli occhi dei cittadini.La cappelletta si trova infatti nell’atrio di un palazzo ed è spesso visitabile.I suoi costruttori s’ispirarono al Duomo di Milano, che qui appare miniaturizzato.

La Concattedrale di Giò Ponti

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La Concattedrale Grande Madre di Dio venne edificata per accogliere più di 3000 fedeli.Il dato sorprendente non è però questo, ma il nome dell’architetto che la progettò.
La chiesa risulta infatti opera del famosissimo Giò Ponti, che fece edificare due enormi vasche nella parte antistante l’edificio, affinché gli angeli potessero specchiarvisi, stando seduti sulle mura della Concattedrale.

Piazza Fontana e la Torre dell’orologio

La Torre dell’orologio è un monumento del centro storico.Costruito nella sua forma originaria nel 1700, l’edificio fu poi ampliato, inglobando l’antico edificio preesistente e di età medievale.
La torre è situata in Piazza fontana, dove sorge una fontana del ‘500 e che fu poi restaurata da Nicola Carrino che decise di aggiungere all’opera dei grandi blocchi d’acciaio.

Il Castello Aragonese, fra leggenda e realtà

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Il castello di Taranto, oltre ad essere una splendida location per eventi di ogni genere, è un luogo che ha ospitato diverse figure leggendarie.
Prima fra tutte Maria d’Enghien, la principessa che difese a lungo la sua città dall’assedio del suo avversario e che, pur di non vederla capitolare, sposò quest’uomo tanto odiato e si consegnò come eterna prigioniera.
Un’altra figura che trascorse del tempo in questo castello fu il Conte di Montecristo.
Chi era costui? Il generale Dumas, padre di Alexandre Dumas, e che fu a lungo detenuto nelle prigioni del Castello Aragonese.Alle vicende del padre si ispirò poi il figlio per scrivere il capolavoro che noi tutti oggi conosciamo.
Proprio dal Castello Aragonese spesso si possono ammirare i delfini, da sempre legati alla storia di questa città.
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Eventi da tenere in considerazione se si visita Taranto

  • Spartan Race: Si svolge a ottobre nel Parco Cimino.L’evento mondiale tende a sottolineare le radici spartane della città e consiste in  pericolose prove fisiche.
  • Processione dei Misteri e dei Perdoni: Si tengono in prossimità della Pasqua e sono fra i più antichi e bei riti misterici del mondo cattolico.
  • Taranto Due mari di libri: Il festival del libro e della letteratura che ospita artisti internazionali come Benni e Larsson. Si tiene solitamente a maggio, nella suggestiva cornice del Castello Aragonese.

 

Specialità culinarie

Le cozze

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Si sa, le cozze tarantine sono richieste ed apprezzate in tutto il mondo.Allevati in Mar Piccolo e Mar Grande,questi mitili sono così gustosi a causa della salinità peculiare dovuta alla presenza dei citri, correnti di acqua dolce in acqua marina. Piatti tipici realizzati con questa specialità sono:
Impepata di cozze, riso patate e cozze, cozze gratinate e tubettini con fagioli e cozze.

Le pettole

Realizzate la notte di Santa Cecilia( 22 novembre), le pettole si possono ottenere con pochi ingredienti: Farina, lievito, acqua, zucchero e olio per friggere.Eppure, nonostante il numero ridotto di ingredienti, le pettole non risultano facilissime da fare per mani inesperte.

Sannacchiuddere

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Variante tarantina degli struffoli.Come suggerisce il nome stesso dei dolci, uno tira l’altro e sono così buoni che “si devono chiudere”.

Le chiacchiere

Dolce tipico del Carnevale, le chiacchiere sono diffuse nel resto della penisola con il nome di bugie.

Il panzerotto tarantino

No, ve lo starete già chiedendo, ma i panzerotti non hanno nulla a che fare con i calzoni leccesi.
Forma di mezza luna dal colore dorato, tipico della frittura. Il fagotto, realizzato con l’impasto per il pane, viene riempito con sugo e mozzarella e, talvolta, con la mortadella.Attenzione mentre lo addentate!Il panzerotto è farcito fino all’orlo ed è sempre fumante.

Le bombette tarantine

Esistono diverse varianti di questo piatto e variano da regione a regione.Taranto, però, ha anche una sua personale versione delle bombette.
Chiamate così perché al primo morso devono risultare un’esplosione di sapore per il palato, la ricetta base delle bombette è così strutturata:
Carne, formaggio e prosciutto avvolti assieme.Nei periodi estivi, però, i macellai tarantini si sbizzarriscono e producono loro varianti della ricetta, quasi come se gareggiassero in una competizione.

Le pucce

Partendo dall’impasto di un panino con farina di semola, si ruota il composto fino ad ottenere la forma di un disco con poca mollica.Successivamente, l’impasto viene cotto sulla fiamma e al suo interno vengono messi gli ingredienti più disparati.

Autore: Rosaria Scialpi

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