Filosofa, strenua combattente, anticonformista, amante e donna.

Semplicemente Simone de Beauvoir.

Nata nel 1908 in una famiglia cattolica, conservatrice e benestante-poi caduta in bancarotta-Simone si distingue presto per la sua acuta intelligenza.  Desta scandalo, il suo libro più famoso finisce all’Indice e non si preoccupa mai di mantenere le apparenze. Analizziamo insieme il suo pensiero e scopriamo luci ed ombre di questa donna.

Anticonformista per eccellenza

L’ateismo

Cresciuta in un ambiente familiare retrogrado e ipocrita, Simone de Beauvoir ne sente subito il peso. A quindici anni comincia ad allontanarsi dalla religiosità ossessiva della madre. Successivamente, si avvicina all’ateismo, preferendo l’idea di “un mondo senza creatore, che un creatore pieno di tutte le contraddizioni del mondo”.

Ma tale posizione non aiuta di certo ai primi del ‘900, soprattutto se a esternarla è una donna. In questi anni non si accetta che una donna possa pensare autonomamente e, ancor più, che ella possa esprimere pensieri non condivisi dalla massa.

La posizione sul matrimonio e la convivenza

Dopo aver contemplato, giovanissima, l’idea di sposare suo cugino, poi sfumata a causa della mancanza di dote di lei, Simone comincia a riflettere con più attenzione sul matrimonio.
S’interroga, passa in rassegna pro e contro.
Esamina la sua situazione familiare, cerca di comprendere se davvero il matrimonio sia necessario per sancire un’unione.
Finalmente, giunge a una conclusione: non si sposerà mai.
Quando incontra Sartre, stringe con lui un profondo sodalizio.

Un amore lungo, quello fra il padre dell’Esistenzialismo e la madre del Femminismo contemporaneo, terminato solo alla morte di lui.
Simone e Jean-Paul conducono una convivenza, che desta subito scandalo nella borghese Parigi; redigono poi un contratto da rinnovare ogni due anni, in cui promettono di sostenersi a vicenda e sottoscrivono l’obbligo all’infedeltà.

Una relazione aperta

I due filosofi, ma soprattutto Simone, vedono nell’infedeltà manifesta una garanzia di stabilità e di lealtà intellettuale. La loro convivenza assume così i connotati di una relazione aperta, tanto che Simone de Beauvoir, nel 1943, nel suo primo libro, “L’invitata”, racconta l’arrivo di una terza persona all’interno della coppia.

Sessualità fluida

La protagonista dell’ “Invitata” è un’alunna dell’ormai insegnante Simone de Beauvoir. La ragazza,Olga, intreccia prima un legame saffico con la filosofa parigina e, successivamente, con Sartre.
Simone si cura ben poco del sesso della persona con cui instaura una relazione, ella mira ad interessanti conversazioni e piacere fisico, vuole che l’altro abbracci il suo “io” nella sua interezza.
Inoltre, diviene pratica usuale di Simone e Jean-Paul quella di avere amanti in comune, sia di sesso femminile che di sesso maschile.

L’ aborto

Negli anni Settanta, Simone redige il “Manifesto del 343 puttane“, firmato da 343 donne, ree di aver abortito. Attraverso questo manifesto, de Beauvoir mira a ottenere la revoca di una legge del 1920 che condanna le donne che abbiano abortito o abbiano procurato un aborto a una pena dai 3 mesi ai 6 anni di carcere.La filosofa francese afferma l’importanza dell’ appropriazione del proprio corpo e della libertà di scelta.

Ancora, Simone ribadisce un concetto che ha più volte espresso: i figli non sono un dovere, la donna non è solo ovaie.

Il secondo sesso

“Il secondo sesso” viene pubblicato nel 1949 a Parigi e viene accolto immediatamente come il manifesto del femminismo.
In questo saggio la donna viene analizzata dall’autrice attraverso la biologia, la sociologia, la psicanalisi e il materialismo storico.
Dapprima la donna viene vista da un punto di vista esterno, quello dell’uomo, e se ne descrive la posizione subalterna; poi, per comprendere meglio questa condizione, vengono analizzati vari passaggi della vita di una donna: infanzia, adolescenza, iniziazione sessuale, età adulta e maturità.
In seguito, la filosofa passa in rassegna le categorie in cui solitamente vengono catalogate le donne:

  • figlia
  • sposa
  • madre
  • promiscua
  • prostituta
  • lesbica
  • narcisista
  • innamorata
  • mistica.


Un’ultima sezione riporta testimonianze di varie persone che raccontano le loro esperienze di vita, senza distinzione di sesso.
La conclusione a cui giunge l’autrice è che la donna deve liberarsi dalle catene che la tengono relegata in una posizione di inferiorità,contando solo sulle proprie forze.

Inoltre, è necessario che, durante l’integrazione della donna in società, essa possa godere di pari diritti e pari doveri degli uomini, passando per l’uguaglianza del salario e l’educazione scolastica sino al controllo delle nascite e l’aborto.

L’autrice afferma poi che l’ostilità dell’uomo verso l’ integrazione della donna in società nasce perché egli teme che, raggiungendo l’autonomia economica, lei non concentri più l’attenzioni sul compagno.
Per le sue posizioni progressiste, il libro finisce all’Indice dei libri proibiti nel 1956.

Ombre e contraddizioni di Simone de Beauvoir

Molti apprezzano Simone de Beauvoir per aver scardinato i secolari pilastri della società, ma non sembrerebbe tutto oro ciò che luccica.
Sulla filosofa, infatti, piovano gravi accuse.

  1. Pedofilia. L’autrice del Secondo sesso ha firmato, con il compagno, il Manifesto in difesa della pedofilia, all’interno del quale ella ha difeso tre uomini accusati di pedofilia. Inoltre, è ben noto l’ allontanamento di Simone dall’insegnamento per le relazioni nella sua alcova fra Sartre, lei e  le sue alunne adolescenti.
  2. Collaborazionismo nazista. Pare che ella abbia collaborato con la radio nazista di Vichy. Gli intellettuali si schierano spesso contro questa ipotesi, parlando di delazioni. Ma la scrittrice ha preso parte attiva alla Resistenza e alcuni autori suppongono che ella sia stata sì presente alla radio di Vichy, ma con lo scopo di carpire maggiori informazioni dagli avversari.

Autore: Rosaria Scialpi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *