Sono oltre un migliaio gli abitanti di Sesto San Giovanni e dintorni scesi  in Piazza della Resistenza per dire no a CasaPound.

Il motivo della mobilitazione è un meeting del partito di estrema destra dal titolo “Nessuna Europa è possibile se non ci liberiamo dell’Unione Europea”. O meglio, il fatto che la giunta comunale abbia concesso uno spazio istituzionale per questo incontro.

presidio-sesto-twitter-960x678 Sesto San Giovanni: in centinaia al presidio per dire no a CasaPound
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L’iniziativa di Resistenza è stata organizzata dal Comitato Antifascista di Sesto San Giovanni, insieme ad ANPI e ANPC. Tuttavia, hanno appoggiato il presidio diverse realtà del territorio, tra cui ARCI, PD, ANED e alcuni sindacati.

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Si manifesta contro l’ascesa di un nuovo fascismo, contro l’evidente offesa storica, ma anche “Per un’Europa diversa unita e dei popoli”, come si legge su uno degli striscioni che sventola in piazza.

«Appena saputo della richiesta di CasaPound Milano di uno spazio pubblico abbiamo invitato la giunta a rispondere negativamente ma ciò non è avvenuto. Quindi ci siamo mossi su altri fronti perché non possiamo tollerare che questo paese, Medaglia d’oro al Valor militare della Resistenza, apra le porte a una realtà le cui idee si ispirino dichiaratamente al fascismo» spiega Mari Pagano, esponente del comitato. «La scelta di venire a Sesto non è casuale. Gli esponenti di CasaPound conoscono la nostra storia e con questo evento sanno di giocarsi una partita importante. Infatti, se riescono a ottenere un buon successo qui, possono farlo ovunque»

Ma se a Sesto San Giovanni CasaPound pare aver vinto, perchè ha ottenuto lo spazio chiesto e sta in queste ore tenendo il congresso, è evidente che l’opposizione non ha intenzione di arrendersi.

La scelta del luogo è significativa e testimonia gli orrori di quel fascismo a cui CasaPound si ispira abbastanza esplicitamente.

Vi è infatti un monumento alle 570 persone deportate nei campi di concentramento e in gran numero non tornate a casa. Si tratta per la maggior parte di operai delle fabbriche cittadine, ricordati uno per uno nel corso della manifestazione.

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Intorno alla piazza vi sono, accanto agli striscioni, anche numerosi agenti in tenuta antisommossa; tuttavia, tutto si sta svolgendo in tranquillità; a pochi passa dalla sala del congresso di estrema destra non si fa violenza, ma si sventolano bandiere, si canta, si balla, si fa teatro: si manifesta contro la violenza scegliendo la cultura e il rispetto.

 

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