Brexit: are you ready?

Il Regno Unito esce? Come esce? Il referendum del 2016 aveva sancito la Brexit, ma adesso che la vera uscita si avvicina le perplessità aumentano.

Qualche giorno fa in un articolo del Sunday Times si parlava addirittura di un nuovo referendum.

Notizia poi smentita da Gavin Barwell, collaboratore della prima ministra Theresa May.

Per i Laburisti, capeggiati da Jeremy Corbin, è una scelta che va fatta con prudenza; di parere totalmente opposto sono gli europeisti più convinti. Qualcuno ha ipotizzato un’altra campagna elettorale, ma questa scelta potrebbe creare comunque divisioni.

Le conseguenze dell’uscita della Gran Bretagna sono di vario genere, una su tutte: dovrà versare all’Unione Europea 41 miliardi di euro (per onorare gli impegni presi), e l’economia potrebbe peggiorare, almeno inizialmente.

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Fonte : Pixabay

La popolazione non era molto informata su cosa ci fosse dietro la Brexit, e questo ha causato confusione anche tra gli inglesi: restare, uscire con un altro accordo, o fare un nuovo referendum?

Bruxelles, nel caso di “no-deal” (uscita disordinata), ha un piano personale.

La Commissione Europea ha stilato, infatti, 14 direttive per tutelare i cittadini europei, riferite ad alcuni ambiti principali come trasporto aereo, servizi doganali, settore finanziario.

Una sorta di accordo unilaterale e temporaneo da parte della UE che non sostituisce l’accordo tra Londra e Bruxelles.

Con queste direttive, il Regno Unito sarebbe subito fuori senza periodo di transizione, ma ciò creerebbe un caos istituzionale (disservizi di varia natura), quindi resta l’ultima scelta.

Anche Theresa May sta preparando delle misure straordinarie, come stanziare 2 miliardi di sterline per gestire potenziali disordini del 30 marzo 2019.

Mark Carney, governatore della Banca di Inghilterra ha dichiarato che “abbandonare l’Ue senza un periodo di transizione potrebbe dar vita a disordini simili a quelli causati dallo shock petrolifero degli anni Settanta”.

Non è tanto limpida la situazione della politica inglese: la May, anche se confermata a capo del partito conservatore, deve riuscire ad avere sufficienti consensi dai deputati per l’accordo preso con Bruxelles per evitare il no-deal.

La prossima votazione è stata rimandata a gennaio.

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Fonte: Pixabay

 

Sitografia:

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/brexit-bruxelles-corre-ai-ripari-e-presenta-piano-emergenza-1619664.html

https://www.ilpost.it/2018/12/17/secondo-referendum-brexit/

 

Virginia Di Leone

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