In un secolo difficile come il nostro, dove ricorrere ai social sembra sia la soluzione idonea anche trovare l’amore è diventata una questione di applicazione.

Viene spontaneo, almeno per quelle generazioni dominate dal game boy, dal super santos, da polvere e sassi cosparsi in ogni parte del corpo, chiedersi se torneremo mai a conquistarci davanti un caffè.

Ma forse non tutti sanno, che esiste una storia, dal sapore orientale chiamata Unmei no akai ito: la leggenda del filo rosso del destino. Una trama avvincente: siamo legati indiscutibilmente e inevitabilmente a qualcuno, ad un’anima gemella, la quale resistendo all’usurarsi del tempo, all’aumentare delle distanze, comparirà sulla nostra strada.

Sembra quasi assurdo pensare che un filo rosso possa legarci a qualcuno, che possa far parte della nostra vita. Ma d’altronde in amore anche un nome può essere una trincea, uno scudo dietro al quale nascondersi. E allora perché non credere al destino. Perché non provare ad avere fiducia nel futuro, lasciandoci guidare.

Un filo legato ai mignoli. E’ come tornare indietro nel tempo, rivivere l’emozione di scambiare un gesto di pace con il proprio amico, congiungendo proprio il dito mignolo. Allora, forse siamo già destinati dalla nascita a legarci a qualcuno.

In un secolo come il nostro, vedere intere generazioni tentare approcci, perdoni, sorprese attraverso l’uso di qualcosa che fino a quindici anni fa ci sembrava quasi utopico, lascia un pò di nostalgia.

CI sono desideri che nascono come piccole scintille, che forse ora si stanno perdendo. Stanno perdendo quella loro forza di diventare fiamme. O meglio le stiamo perdendo tutti, giorno dopo giorno, non credendo più nel futuro, nel destino.

Ho sempre pensato che tutto dovesse ancora arrivare. Ho spesso pensato che la mia vita non fosse altro che una costante attesa e che forse era questo a tenere insieme i pezzi. Avevo sempre qualcosa da raggiungere. Poi ho capito che non c’è niente di più felice di incontrare qualcuno e capire di non avere niente da aspettare. Oggi ho fatto pace con la mia ostinata indipendenza. Oggi ho costruito un nuovo mezzo di trasporto, con cui girare il mondo a modo mio.

Siamo una generazione che accresce la distanza tra noi e l’altro. Stiamo perdendo la rotta e la voglia di farci aiutare quando ne abbiamo bisogno. Siamo diventati la generazione dell’ovvio. Quella voglia di dare tutto per scontato, facendoci dividere dai post su facebook. Non siamo più in grado di desiderare e sognare.

La leggenda del filo rosso del destino, dovrebbe suonare come un invito, non solo in amore, a credere che qualcosa possa accadere oltre ogni muro. Che non tutto è perduto. Che si può sempre scegliere di reagire, tornando a conquistarci davanti a quel famoso “posso offriti un caffè”.

La leggenda del filo rosso del destino ci insegna “che tutto fosse finito, che tutto fosse cominciato”.

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