La televisione: storia di una finestra sul mondo

Nella storia contemporanea la televisione, oltre che uno degli apparecchi più utilizzati in ambito domestico e apprezzato oggetto di intrattenimento e aggregazione, è stato fondamentale per la comunicazione di massa.

Specialmente nei primi anni della sua diffusione, l’allora ingombrante dispositivo ha ricoperto un significativo ruolo pedagogico ed educativo con importanti ripercussioni sociali.

La tecnologia digitale è l’ultima rivoluzione della lunga storia della televisione che fu prima meccanica di tipo sperimentale, poi elettronica commerciale in bianco e nero e dopo a colori.

giornata-mondiale-della-televisione-2016 La televisione: ecco la storia di una finestra sul mondo
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Ma rivediamo insieme la storia di questo potente mezzo…

Nel lontano 1925 nasceva la prima versione analogica in bianco e nero, perfezionamento dell’apparecchio presentato nel mese di marzo dello stesso anno a Londra dall’ingegnere scozzese John Logie Baird con due sole tonalità di grigio.

La vera svolta si ebbe nel 1927 a San Francisco con l’invenzione del tubo a raggi catodici che ne permise la diffusione su larga scala. Ma, con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, le sperimentazioni vennero sospese.

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In Italia il servizio regolare fu inaugurato ufficialmente il 3 gennaio 1954.

Durante la guerra, gli italiani persero anni di vita e di istruzione. La televisione contribuì alla loro rinascita, restituendo la scuola a chi l’aveva persa e a chi non l’aveva mai frequentata.

Ma, il televisore si impose come status symbol alla portata delle famiglie soltanto alla fine degli anni ’60, diventando così il principale strumento divulgativo. Una vera e propria “finestra sul mondo”.

Da allora, l’industria dell’elettronica e della tecnologia hanno investito continue risorse per l’ottimizzazione della qualità dell’immagine, offrendo al consumatore esperienze sempre più gratificanti.

Verso il 1970 nacquero le prime tv commerciali, che al contrario delle reti Rai non appartenevano allo Stato, ma erano di proprietà privata.

Una delle più importanti fu la Fininvest, l’attuale Mediaset, che trasmetteva programmi d’intrattenimento e svago.

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Il televisore diventa così protagonista nei bar, nei cinema e nei luoghi di aggregazione. La visione era collettiva. L’apparecchio ingombrante e in legno svettava solitamente da un alto trespolo, diffondendo immagini in bianco e nero da un unico canale. Inizialmente le sue dimensioni erano imponenti a causa della forma allungata del tubo catodico e dell’elettronica a valvole.

Nel decennio ’60-’70 il pubblico non va più nei bar a vedere la televisione e l’apparecchio troneggia al centro della vita familiare.

Gli abbonati passano da 2 a 13 milioni e il tubo catodico integra la protezione frontale e il vetro esterno viene quindi eliminato.

Questo permette la costruzione di televisori più compatti con mobili anche in plastica.

Come si arriva alla Smart TV?

Oggi, rispetto al passato, l’offerta televisiva si è moltiplicata, anche grazie alle tv a pagamento, come Sky e Mediaset Premium. Queste multinazionali si contendono i diritti delle principali competizioni sportive e delle più famose serie TV estere.

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Ma, se prima l’unico scopo del televisore era quello di far vedere ciò che le varie emittenti trasmettevano, oggi, proprio grazie alle Smart TV, si possono fare cose che soltanto una decina di anni fa erano pura fantascienza.

Innanzitutto, la Smart TV può collegarsi a Internet e consentire l’accesso a contenuti prelevati direttamente dalla Rete (e ciò ti fa comprendere già quanto il concetto di televisore sia cambiato nel corso del tempo).

Alcuni di essi si comportano proprio come se fossero un prolungamento di smartphone, tablet o addirittura computer consentendo l’utilizzo di applicazioni, la comunicazione attraverso i social network e la riproduzione di giochi.

 

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