Nel corso della storia dell’arte, molti sono stati gli artisti che hanno dedicato, almeno una delle loro opere all’amore, spesso vissuto in maniera viscerale, esageratamente intima, passionale.

Dietro ogni quadro, c’è un diverso modo di intendere l’amore. Ogni esperienza cela una vissuto personale, una confessione o forse semplicemente un “atto estetico”, come viene definito dagli esperti. Ad esempio, se si parla di sensualità e romanticismo, non si può fare a meno di citare il pittore austriaco Gustav Klimt, autore della celeberrima opera intitolata “Il bacio”(1907-1908). Vera e propria icona dell’Art Nouveau, Klimt è stato senza ombra di dubbio maestro indiscusso di  forme morbide e sinuose, colori dorati, manifestazione di grazia ed eleganza di soggetti.

 

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G. Klimt, Il Bacio, 1907-1908, olio su tela,Vienna

 

L’opera che, meglio di tutte, riesce invece a comunicare la storia di un amore genuino e tenero, vissuto giorno per giorno e che si conserva indissolubile nel tempo, è “Compleanno”  (1915) di Marc Chagall. Sua moglie, Bella Rosenfeld, è la protagonista del dipinto: nel giorno del compleanno del pittore, ella è intenta ad ornare la casa con mazzolini di fiori per celebrare la festa dell’amato. Di rimando, lui, vedendola impegnata in quel delicato atto d’amore smette di dipingere, le si avvicina silenziosamente e la bacia, sussurrandole: “Fuori il cielo ci chiama”.

 

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M, Chagall, Compleanno, 1915, olio su tela, Moma (New York)

 

“Il bacio” del pittore italiano Francesco Hayez, è considerato poi uno dei quadri più rappresentativi del romanticismo italiano. L’artista ha avuto la brillante capacità di ritrarre l’attimo fugace di un bacio, che sembra essere l’ultimo segno di saluto all’amata prima di andare via, forse per sempre. Di quest’opera ne esistono ben tre copie in cui, la variazione più evidente, è legata alle tinte degli abiti dei protagonisti che mutano nelle diverse versioni.

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F.Hayez, Il bacio, 1859, Milano (Pinacoteca di Brera)

 

“Ettore e Andromaca” (1917) infine, del pittore Giorgio De Chirico, rappresenta un modo del tutto diverso di ritrarre una delle storie d’amore più tristi che la mitologia ci tramanda. Ettore non è che un burattino nelle mani del fato, che si appresta a salutare la sua Andromaca per l’ultima volta, prima di affrontare Achille e perdere la vita in battaglia.

 

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G. de Chirico, Ettore e Andromaca, 1917, Collezione Privata

 

 

Fonte: http://arte/le-storie-damore-piu-belle-legate-al-mondo-dellarte/

Milena Vittucci

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