“Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro”. − Markku Envall

Se pensavate che abbracciare gli alberi fosse una cosa da hippie o da svitati, dovrete ricredervi. La silvoterapia esiste, e da moltissimo tempo. Le sue origini sono da annoverare nei sacerdoti celtici, che utilizzavano la tecnica di abbracciare gli alberi per dare sollievo a chi chiedeva loro cure.

Nel 1927, la silvoterapia, è stata riconosciuta ufficialmente dalla scienza: abbracciare un albero fa bene alla salute psico fisica. Si instaura uno scambio di energia che rigenera il nostro organismo.

La silvoterapia, spesso viene associata con la balneoterapia utilissima per chi soffre di asma bronchialeipertensione arteriosa e bronchite.

I benefici proverrebbero dagli ioni negativi che producono gli alberi ed aiutano anche a liberare la mente e a sentirsi più leggeri e meno stressati. Pensate che un albero con un diametro di chioma di 15 m è in grado di produrre in un giorno il necessario giornaliero di ossigeno per 14 persone.

La ionizzazione negativa dell’aria crea una sensazione generale di rilassamento corporeo, un abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza respiratoria, migliora le capacità cognitive e di attenzione ma soprattutto normalizza la funzione neurale.

Alcune ricerche sulla ionizzazione negativa dell’aria hanno dimostrato che ci sono innumerevoli benefici per il corpo, tanti che non dobbiamo sottovalutare come ad esempio la disintossicazione corporea, il rilassamento, la capacità polmonare e l’aumento dell’assimilazione della vitamina B e C.

Altre ricerche dimostrano che una bella passeggiata in un bosco allevia il mal di testa e rinforza il sistema immunitario, per non parlare del riequilibrio delle funzioni ormonali.

Pensate che in Australia esistono parchi in cui i visitatori vengono invitati ad abbracciare gli alberi e nei paesi del nord Europa esiste il “Tree hugging”, una cultura basata esattamente sull’abbraccio degli alberi.

Ecco un modo per usufruire di questa terapia, totalmente gratuito e alla portata di tutti: si appoggia la schiena al tronco, si sistema il palmo della mano destra sul plesso solare che corrisponde alla bocca dello stomaco e il dorso della sinistra a contatto con i reni. In questa posizione, si fanno respiri lenti e profondi per venti minuti circa.

Se abbracciare un albero non fa per voi, nessun problema! L’alternativa è fare una lunga camminata, in silenzio e aprendovi alla natura, sentendone odori, rumori e godendo dei colori e dei paesaggi.

Voi che abitate in città mi direte: non ho tempo di andare in giro ad abbracciare alberi, ma la cosa mi interessa come posso fare? La risposta per voi è il feng shui.

Se non sapete cosa è, ve lo spiego molto molto banalmente (fin troppo forse): è un’antica arte orientale, che mira ad armonizzare le energie della casa (e degli abitabti di conseguenza) tramite letture, disposizione dei mobili, colori e, sorpresa sorpresa, piante.

Le piante, nel feng shui, sono simbolo di rinnovamento e forza: se una pianta è sana emanerà energie positive, se è malata saranno negative. Sempre secondo questa antica arte, è indispensabile curare un giardino. Le dimensioni non contano, l’importante è dedicarsi alle piante e tenere presente come disporle in base a orientazione, colore e area relax.

Esiste un legame tra il feng shui e bonsai: questi sono portatori di fortuna ed energia positiva. Si possono dare loro le più svariate forme e chi li coltiva sostiene che le piantine ricambino l’affetto dimostrato esattamente come un animale domestico.

Avere in casa un bonsai, è un ottimo modo per monitorare le energie: se una piantina muore, bisogna metterne un’altra esattamente nello stesso posto. Se anche questa passa a miglior vita, allora bisogna capire cosa c’è che non vada nella casa.

Insomma, per concludere, non scordiamoci mai che noi siamo solo una piccola manifestazione della grandezza di Madre Natura: rispettiamola un po’ di più.

 

Fonte silvoterapia

 

 

2 pensiero su “L’energia degli alberi, feng shui e piante in casa: positività e vita quotidiana”

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