Vittorio Emanuele di SavoiaVittorio Emanuele di Savoia

Oggi, 3 febbraio 2024, è morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II ultimo re d’Italia. Il regno del padre è durato un mese, tra l’abdicazione a maggio 1946 e l’instaurazione della Repubblica il 2 giugno dello stesso anno.

A dare l’annuncio è stata la real casa di Savoia attraverso un comunicato stampa. La notizia, a detta di Ugo d’Atri, presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, era attesa da diverso tempo.

Nasce da re, muore da esiliato: la storia di Vittorio Emanuele

Per i meno avvezzi alle vicende storiche, è necessario un piccolo rewind per capire la grande importanza di Vittorio Emanuele nelle vicissitudini politiche italiane degli anni ’40, ’50 e ’60: il primo periodo di vita della Repubblica d’Italia.

Suo padre, Umberto II, è stato infatti l’ultimo re d’Italia e suo interregno durò per meno di un mese. La nomina avvenne grazie all’abdicazione del nonno di Vittorio Emanuele, l’omonimo Vittorio Emanuele III, l’uomo che avvallò la dittatura fascista in Italia.

Gli anni del regime e la successiva guerra lasciò un solco indelebile nella vita degli italiani di allora, e tantissimi movimenti antifascisti avevano preso il centro della scena politica. Al termine del conflitto il popolo si ritrovò a scegliere tra due possibili strade: proseguire la monarchia, con Umberto II nominato nuovo re d’Italia, o instaurare la Repubblica. Il resto, come si suole dire, è storia.

Vittorio Emanuele di Savoia è il figlio di Umberto II, è il primo e unico figlio maschio su quattro. Per tutta la sua vita si è fregiato del titolo di Principe di Napoli, carica che spettava, di fatto, all’erede al trono d’Italia.

Proprio per questi trascorsi storici, la famiglia Savoia fu costretta a scappare dall’Italia nel 1946. Rifugiatasi a Ginevra, la famiglia Savoia ha continuato a prosperare nello stato elvetico. La morte di Umberto II avvenne nel 1983 e da quel momento Vittorio Emanuele di Savoia, Principe di Napoli, sarebbe potuto essere effettivamente il re d’Italia. Lascia un solo figlio, Emanuele Filiberto di Savoia, personaggio televisivo popolare sia in Svizzera, sia in Italia.

L’importanza di Vittorio Emanuele: tra esilio e massoneria, luci e ombre

Sotto tanti punti di vista, l’importanza di Vittorio Emanuele si rivela centrale nel quadro politico e culturale d’Italia. Sono diverse le vicende giudiziarie che lo hanno riguardato, ma quasi nessuna di esse trovò effettiva conferma.

Certa, invece, è la sua partecipazione alla Loggia Massonica P2 di Licio Gelli. Il suo nome emerse da una lista rivenuta dagli inquirenti il 17 marzo 1981 a seguito del presunto rapimento di Michele Sindona. Tra i tantissimi, figuravano anche altri personaggi pubblici che sarebbero diventati famosi e predominanti nel giro di poco tempo: Silvio Berlusconi, Maurizio Costanzo, Claudio Villa e Osvaldo Minghelli, generale della Polizia di Stato.

Odit et amo: la travagliata storia con la Repubblica d’Italia

L’esilio della famiglia Savoia divenne ufficiale il 1 gennaio 1948 con l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, che condannò che i discendenti maschi della real casata. La norma venne abolita solo nel 2002.

In quello stesso anno, per la prima volta, Vittorio Emanuele prese ufficialmente le distanze dalle leggi raziali. Fu la prima dichiarazione di questo tipo per la famiglia Savoia. Sempre nel 2002, assieme al figlio, giurò, per iscritto e senza condizioni, fedeltà alla Costituzione Repubblicana, andando così a recidere definitivamente ogni possibile legame con una monarchia ormai anacronistica.

Nonostante questa apparente riconciliazione, nel 2007 avanzò verso lo stato italiano una richiesta di risarcimento pari a 260 milioni di euro per il prolungato esilio. Due anni fa (2022), al centro di un simile contenzioso furono posti i gioielli di famiglia di Casa Savoia, conservati da tempo immemore nella Banca d’Italia.

Vittorio Emanuele, quindi, rappresenta un unicum: un elemento sia di continuità con il passato, sia di rottura con quelle leggi che lo stesso nonno aveva approvato. Riconosce, assieme al figlio, e giura fedeltà alla Repubblica, ma chiede alla stessa i danni per una vita lontano da casa.

Il fu Vittorio Emanuele è questo, prendere o lasciare. Un uomo al centro della vita e della cultura nostrana, anche durante il periodo in terra straniera, con le sue contraddizioni e i suoi eccessi.

A breve saranno comunicati luogo e data dei funerali. Oggi, 3 febbraio 2024, è passato a miglior vita uno degli ultimi rappresentanti della monarchia italiana. E’ morto un pezzo di storia.

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