Sono trascorsi 21 anni dai tragici fatti del G8 di Genova. La riunione delle personalità più influenti del pianeta in una delle perle del Mediterraneo. Per l’Italia, quell’evento si è rivelata un’incredibile occasione mancata. Per i manifestanti, per coloro che sono scesi in piazza pacificamente, quei tre giorni si trasformarono in una mattanza senza eguali.

Nel nuovo millenio, il G8 di Genova rappresenta la pagina più nera della storia d’Italia. Una macchia indelebile, destinata a restare nella memoria collettiva. Si sono scritte canzoni in merito, sono stati girati film e disegnati fumetti. Con lo scorrere degli anni, la cultura pop si è avvicinata sempre più a questo evento, donando all’arte dei pezzi unici. Da essi, traspare il dolore e la delusione. La paura e l’incomprensione. Vengono messi in evidenza i nervi scoperti di un sistema che non ha funzionato.

Vediamo quali sono, dunque, le opere d’arte più famose che hanno trattato del G8 di Genova.

“Genova Brucia” – Brano di Simone Cristicchi

Mi ricordo una missione un po’ speciale,
Genova 2001, vertice mondiale.
Sono un poliziotto del reparto celere, pronto alla guerra,
ma più che una battaglia in strada sembra un carnevale.

Simone Cristicchi inizia così “Genova brucia”, il singolo premiato da Amnesty International nel 2009. In appena quattro minuti, il cantautore romano cerca non solo di ricostruire la mattanza, ma anche di darle un senso logico. Il tutto, dal punto di vista che non ti aspetti: quello di un militare in assetto da guerra.

Nel brano vengono evidenziate le mille contraddizioni che hanno caratterizzato l’evento. Lo fa attraverso le parole fittizie di un esponente delle forze dell’ordine, che si discolpa con una semplice frase: “sono autorizzato dallo Stato, eseguire gli ordini non è mica un reato”.

Una visione volutamente estremizzata, che rende perfettamente l’idea di ciò che hanno vissuto i manifestanti del G8 di Genova in quei tre giorni di follia.

Diaz – Don’t Clean Up the Blood – Film di Daniele Vicari

91yHNCuF6HL._SL1500_-320x454 Il G8 di Genova nella Cultura Pop: cosa resta 21 anni dopo?
il G8 di Genova nella Cultura Pop

21 luglio 2001. L’ultimo dei tre giorni del G8 di Genova. La città ricolma di manifestanti si prepara all’ultima notte di assedio. Nel frattempo, un groviglio di vite distanti tra loro viene radunato in unico posto: la scuola Diaz.

Anche ai meno attenti, questo nome suonerà famigliare. La macelleria messicana messa in scena dalle forze dell’ordine quella notte è diventata il simbolo degli abusi delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti. Tutto per consegnare alla giustizia i Black Bloc, i principali responsabili dei disordini.

La prima cosa che si può notare è che la pellicola non ha un vero e proprio protagonista. E’ un lavoro corale, frutto di centinaia di ore di studio. Lo stesso Daniele Vicari, in un’intervista, ha dichiarato che “questo era l’unico modo per dare un senso alla pellicola”.

Il film nasce dopo l’assoluzione dei vertici della Polizia per gli incresciosi fatti di Genova. Per approfondire meglio quelle ore concitate e le sentenze emesse dal Tribunale potete guardare questo video.

Nessun rimorso. Genova 2001-2021 – Il G8 di Genova secondo Zerocalcare

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il G8 di Genova nella Cultura Pop – Fonte Amazon.it

Zerocalcare, nella sua prima opera animata “Strappare lungo i bordi”, è riuscito a toccare mille argomenti. Dalla solitudine assoluta dell’uomo al dramma del dilemma morale. Le citazioni si sprecano e si prestano a creare contesto e anche il G8 di Genova viene ricordato come un evento collettivo che ha contribuito a formarlo come persona.

In realtà, il suo G8 si è limitato a “due pizze da parte di un orso della forestale” e questo passo è ricorrente nell’antologia dell’autore romano. Una tendenza che poi è sfociata nell’antologia “Nessun rimorso. Genova 2001-2021”: un’opera collettiva che ha raccolto le graphic novel di diversi artisti impegnati nel ritrarre quel particolare momento storico. Ancora oggi, infatti, sono in corso processi e appelli nei confronti di chi è stato accusato di “devastazione e saccheggio”.

“Genova non è mai finita. Tanti di noi si sono pure stufati di litigare e raccontare. Ma non possiamo che continuare a farlo, anche solo per rispetto del nostro dolore, del nostro sangue e delle nostre lacrime”. In queste parole di Michele Rech, in arte Zerocalcare, si svela tutta l’urgenza di questo articolo.

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