“Chi ha deciso il doppiaggio di Luca Bizzarri è chiaramente filo-Putin”, questa e altre critiche si sono abbattute sul doppiaggio di Luca Bizzarri di Zelensky nella serie “The Servant of the People”.

Pioggia di critiche sul doppiaggio di Luca Bizzarri di Zelensky in “The Servant of the People”: la vicenda e la risposta del comico.

Il comico e attore Luca Bizzarri è nell’occhio del ciclone dopo la messa in onda lunedì scorso su La7 di “The Servant of the People”.

Bizzarri ha prestato la sua voce al presidente ucraino Zelensky che è anche il protagonista della serie.

Volodymyr Zelensky interpreta un professore di liceo che improvvisamente si ritrova ad essere presidente dell’Ucraina. La serie è del 2015 e conta 3 stagioni.

La performance di Bizzarri non è per nulla piaciuta al pubblico tanto che in pochissimo tempo l’hashtag #bizzarri è divenuto di punta sui social per la mole di commenti.

A fianco ad alcuni commenti su Zelensky e la Kiev prima della guerra si addensa una marea di reazioni negative sul doppiaggio, ecco degli esempi:

“La voce di Luca Bizzarri è totalmente fuori contesto, fuori luogo. Rende tutto poco piacevole da seguire. Esistono i sottotitoli, usateli.”

“Bizzarri ha ricevuto il VHS e l’ha doppiato in un pomeriggio nella sua cameretta.”

“Bizzarri dichiarato ufficialmente nemico dell’Ucraina.”

E infine un utente dice polemico:

“Bizzarri che si presta ad una gigantesca quanto squallida operazione di marketing e propaganda. Chi l’avrebbe mai detto.”

La risposta dell’attore alle critiche sul doppiaggio si è fatta attendere un giorno.

Luca Bizzarri con molta compostezza affida a Facebook la sua risposta.

“Il mio lavoro è fatto davanti alle persone, le persone lo guardano, giudicano, e poi applaudono o no. Quindi le stesse critiche o gli elogi su come io lo faccia mi fanno lo stesso effetto da trentacinque anni: gli elogi non so perché mi fanno venire la malinconia, le critiche mi danno la carica.”

Poi il comico continua:

“Ma il discorso che vorrei fare è diverso: da qualche giorno leggo critiche sul fatto stesso che io faccia il mio lavoro, sul fatto che la mia voce racconti una storia che, evidentemente, per alcuni non andrebbe raccontata. Be’, è il motivo che mi ha spinto a dire di sì.”

Infine Bizzarri conclude sull’intera vicenda:

“So che in qualsiasi storia non ci sono santi e non ci sono diavoli. So anche riconoscere la differenza tra aggressore e aggredito e credo che l’aggressore non abbia mai, e dico mai, buone ragioni per aggredire. Nella sit-com di Zelensky ci sono luoghi che in realtà non esistono più. Probabilmente ci sono persone che in realtà non esistono più. Non credo ci siano motivi migliori per meritare di essere raccontata.”

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