Come è stato possibile per le canzoni dance italiane scalare classifiche in ogni parte del mondo?

La musica elettronica dance si è sviluppata sul finire degli anni ’80 in America. Erano i tempi delle discoteche, dei rave underground, delle sperimentazioni e delle tracce mixate dai DJ. Quella è stata l’alba di un futuro glorioso, che vede ancora oggi la musica dance al vertice della scala gerarchica dei generi più ascoltati al mondo. Ha resistito al rap, alla trap, al reggaeton, al reggae (senza ton). Anzi, ha incorporato e fatto propri questi stili, reinventandoli e sconvolgendoli. La forza della musica dance è stata quella di adattarsi al cambiamento, assecondarlo, cavalcarlo.

In Italia il momento di massimo splendore si è vissuto a cavallo tra gli anni ’90 e 2000. Albertino, Gigi d’Agostino, Benny Benassi. Sono solo alcuni dei mostri sacri che hanno visto la propria origine e il proprio apogeo in quel periodo. È giunto il momento di rivivere, dunque, quel periodo d’oro. Cinque meravigliosi brani, rigorosamente Made in Italy, che hanno esportato la nostra musica dance in giro per il mondo. È il momento di essere nostalgici.

Satisfaction

Giugno 2002. Gli italiani stanno trascorrendo una tranquilla e placida estate. Il nemico nazional popolare è l’arbitro equadoregno Byron Moreno e l’euro è appena entrato nelle nostre vite. Nel frattempo, Benny Benassi sforna un pezzo iconico, che è rimasto nell’immaginario collettivo e che ancora oggi contribuisce a identificare la musica dance italiana nel mondo. È la canzone che ha aperto le porte dell’elettrohouse, rendendo il genere mainstream nel mondo.

Ritmica pulsante e incalzante. Poche, pochissime parole, estremamente ambigue. Una danza erogena, che alterna due voci, una maschile e una femminile, in un sublime turbinio di pulsioni, incentivate dalla batteria elettronica. Brividi.

Push me and then just touch me till I can get my satisfaction

Il successo è stato remixato e trasmesso in tutto il mondo. I remake ormai non si contano e sono innumerevoli i videogiochi in cui questa traccia compare. Un bel modo per iniziare il nuovo millennio.

Blue (Da Ba Dee)

24 aprile 2013. Nelle sale italiane è appena uscito il film cult Iron Man 3. L’hype è a mille, i fan sgomitano in coda al botteghino. Il film viene annunciato come uno dei più grandi colossal della filmografia Marvel. Ore 21, parte la pellicola. In sottofondo Blue (Da Ba Dee) degli Eifel 65. Già questo basterebbe per rendere questa traccia iconica.

Pubblicata a ottobre 1998, Blue (Da Ba Dee) gioca con la musica dance. Letteralmente. La produzione della canzone è stata frutto di scelte casuali. In particolare, il testo gioca su un effetto no-sense decisamente riuscito. In questo modo riesce ad emergere la melodia: potente, incalzante e tremendamente allegra. Blue non ha mai smesso di tenerci compagnia in questi anni, con cover spesso efficaci, come quella del rapper Flo Rida, e altre molto meno riuscite. Vero, Shiva?

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Colonne sonore folli e dove trovarle – Fonte http://bing.clbug.com/

Geordie

Ammettiamolo. Al primo ascolto molti hanno storto il naso. Ma Geordie, di Gabry Ponte, è diventato un brano cult e iconico della musica dance italiana degli anni 2000. Gli va però riconosciuto un merito: permettere ad una generazione giovane come quella dei millennials di accedere a un brano iconico degli anni ’60. Firmato Fabrizio De André.

La cover è esplosa, letteralmente, nelle estati successive, diventando una delle tracce irrinunciabili dei dj set di tutto lo stivale. Il ponte tra le strofe remixate è diventato talmente iconico da poter essere riconosciuto in qualsiasi frangente.

Tell Me Why

Festivalbar 1999. Sul palco più amato dai ragazzini sale un duo che è destinato a scrivere la storia della musica dance italiana. Dj Prezioso ft. Marvin propongono Tell Me Why. Un successo, su tutta la linea. Testo essenziale, ritornello orecchiabile e facilmente riconoscibile anche da coloro che non comprendono l’inglese e, soprattutto, una sonorità incalzante.

Il brano è stato scelto come canzone rappresentativa di quell’edizione della rassegna musicale nazional popolare. Ha ricevuto apprezzamenti dalla critica sia nazionale che internazionale. Inoltre, ha contribuito la lanciare un big della musica elettronica.

The Rhythm of the Night

Estate 1994. La cantante oriunda di origini brasialiane Corona esordisce sulle spiagge italiane con il singolo The rythm of The night. Un successo epocale, quasi senza precedenti. Disco d’oro in Italia, Francia e Germania. Platino nel Regno Unito. Pochi minuti per invadere le piste da ballo più rinomate d’Europa per il trentennio successivo.

Ancora oggi questo brano è un tormentone riconosciuto e apprezzato. Diverse sono le cover realizzate, ma nessuna possiede la straripante energia del pezzo originale. La parte vocale è stata affidata a Giovanna Bersola, mentre Corona si è occupata di produzione e arrangiamento con Lee Morrow, Giorgio Spagna (fratello di Ivana) e Annerley Gordon. Un quartetto d’eccezione, che ha portato la musica dance italiana nell’Olimpo delle discoteche d’Europa. Questo era solo l’inizio.

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