Vi è mai successo di svegliarvi ed essere curiosi di scoprire posti nuovi e le corrispettive usanze e tradizioni? Se la risposta è sì, state per affrontare un viaggio in Kenya alla scoperta di una delle tribù locali: i Luo. Per conoscere questo nuovo popolo e la loro cultura mi ha aiutato un amico, Bill, la cui tribù d’origine è proprio questa. Attraverso una bella chiacchierata, mi ha aiutato a capire le usanze del suo popolo, forse diverse dalle nostre, ma pur sempre speciali. Bill vive in Italia da anni ormai, ma il suo affetto per i Luo è sempre alto.

La prima tappa del nostro viaggio in Kenya

Questo viaggio in Kenya comincia dalla scoperta di un popolo originario del Sudan, che si è stabilito nella parte ovest del Kenya, in prossimità del lago Vittoria. Kisimu è la città più importante e centro culturale di questa etnia; i Luo sono uno tra i gruppi etnici più importanti. Sono dediti principalmente alla pesca e all’agricoltura, soprattutto di tre fondamentali ingredienti: miglio, mais e sorgo (un particolare cereale). I Luo coltivano però anche altro come: caffè, tabacco, cotone e canna da zucchero. L’alimento base della popolazione è l’ugali, una sorta di polenta preparata con il mais bianco, che può essere accompagnata da verdure o stufati di carne.

8c435b09f0f3e89d3eff7e1c5d02cf46-320x213 Viaggio in Kenya: alla scoperta della tribù Luo
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Le fasi del matrimonio nella cultura Luo

Il viaggio in Kenya continua poi passando attraverso una delle cerimonie più significative per i Luo: il matrimonio. Gli uomini potevano essere monogami o poligami, ma questo dipendeva dalla situazione economica di ognuno. Per poter avere più di una moglie, infatti, l’uomo doveva garantire il sostentamento di ciascuna (e delle corrispettive famiglie). Il rito del matrimonio comincia con la prima fase chiamata Ayie e che consiste nel pagamento di una somma di denaro da parte dello sposo alla madre della futura sposa, viene concessa la, cosiddetta, dote.

Successivamente la sposa veniva “rapita” attraverso il rito Meko, da parenti e amici dello sposo. Veniva poi portata dal futuro marito. Questo rapimento, però, veniva in parte contrastato dalla famiglia della sposa per testare l’importanza che veniva attribuita proprio alla giovane ragazza da parte dello sposo.

Infine, si consumava la cerimonia vera e propria del matrimonio attraverso il sacrificio di un bue, seguito poi da una grande festa. Il marito inoltre, a questo punto, doveva pagare la dote anche al padre della sposa donandogli dei capi di bestiame.

Nel caso in cui uno dei figli non riuscisse a trovare una moglie, soprattutto se primogenito, il matrimonio poteva essere combinato dalla famiglia. Questo perché finché il fratello più grande non si sposava, quelli più piccoli a loro volta non potevano celebrare il rito d’amore.

Una grande festa

Una volta concluse tutte le fasi, però, il matrimonio diventava una grande festa, alla quale tutti gli abitanti del villaggio erano invitati. I piatti tipici serviti erano diversi: pesce, pecore o capre potevano essere serviti sotto forma di bollito o arrosto. La polenta, prelibatezza classica, era spesso accompagnata da diversi tipi di frutta come banana, passion fruit o papaya.

La musica: punto fondante della cultura Luo

Le cerimonie matrimoniali, e non solo, erano accompagnate da musica e balli che avevano un ruolo fondamentale per la tribù dei Luo.

Gli strumenti più utilizzati dai Luo erano: il Nyatiti, uno strumento a corde simile alla cetra e al violino; i tamburi e sognagli e strumenti a fiato realizzati utilizzando corna di bue o cervo.

Il nostro viaggio in Kenya ci porta quindi alla scoperta di un popolo che attribuiva alla musica un’importanza fondamentale. Essa era presente non solo durante la celebrazione del matrimonio o del funerale, i due riti più importanti per la tribù Luo, ma anche durante il quotidiano. Non solo, durante le feste, come ad esempio quella della birra, la musica conquistava il ruolo centrale, così come durante gli eventi sportivi.

Anche le danze erano importanti, graziose ed eleganti, che i Luo si concedevano indossando costumi e ornamenti tradizionali.

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Il funerale: la festa per i defunti

Siamo ora arrivati al punto più particolare del nostro viaggio in Kenya, i festeggiamenti dei Luo durante il rito funerario. È forse difficile, per alcuni, pensare che in un giorno come quello del funerale, per noi così triste, si possa fare festa. Ma è proprio questo il bello di conoscere culture diverse, scoprire che non tutti affrontiamo le sfide che la vita ci pone davanti allo stesso modo.

Così come per i matrimoni, anche per i funerali tutti gli abitanti erano invitati a partecipare. Diversamente da come siamo abituati, le cerimonie funerarie per la tribù dei Luo duravano diversi giorni, 4 per gli uomini e 3 per le donne. Durante queste giornate si svolgeva una vera e propria festa bevendo, mangiando e cantando tutti insieme. Questo era anche un modo, sempre secondo la tribù, di scacciare gli spiriti della morte che avevano prelevato i loro cari, rito che prendeva il nome di Teroburu. Anche in questo caso c’erano varie fasi collegate al funerale, che variavano però spesso in base all’età, al sesso e allo stato civile del defunto.

Le credenze della cultura Luo

Veniamo ora alla religione di questa tribù. Il nostro viaggio in Kenya ci porta, in questo caso, alla scoperta di credenze particolari e di usanze che lo sono ancora di più.

Partiamo da Nyasaye ossia “colui che viene pregato”. Il popolo credeva nell’esistenza di qualcosa o qualcuno di superiore che prendeva questo nome.

Non era presente però solo un “dio”. Secondo i Luo, infatti, erano presenti all’interno della società anche le streghe e gli stregoni, persone conosciute e di cui si aveva timore.

Gli Ajuoga erano invece coloro che si occupavano di fare la medicina tradizionale.

Altra credenza riguardava i night runners, il cui compito era quello di disturbare le persone. Si dice non fossero consapevoli di ciò che (solo) la notte facevano, in quanto i loro corpi venivano posseduti dagli spiriti. Erano capaci di saltare in alto e possedevano una spiccata velocità, tanto che nessuno riusciva mai a raggiungerli.

 

Siamo arrivati alla fine di questo breve ma intenso viaggio in Kenya. Vi è piaciuto scoprire tante cose nuove su una cultura diversa dalla nostra? Se la risposta è sì, allora direi che siete dei veri cultural addicted. Non perdetevi l’appuntamento settimanale con la rubrica Cosmopoli, che vi porterà alla scoperta di culture sempre nuove, capaci di lasciarvi strabiliati, di volta in volta. Al prossimo viaggio!

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