La dama della radioattività e dei primati

 

L’infanzia e i primi anni di vita in Polonia

Marya Salomee Sklodowska detta Manya, meglio nota come Marie Curie, nasce a Varsavia il 7 novembre 1867 in un periodo in cui la Polonia è sotto il controllo russo e l’istruzione superiore è vietata alle donne.

Il padre, insegnante, riconoscendo le capacità, la curiosità e lo spirito analitico della figlia decide quindi di istruirla tra le mura domestiche.

Dopo la morte della madre e della sorella Zosia ( avvenute nel 1874) , Marie cade in una cupa depressione che superò solo grazie all’aiuto dei libri e di stringere un patto con la sorella maggiore.

Maria, lavorando come governante, permetterà a Bronya di studiare medicina a Parigi e al termine degli studi , la sorella ricambierà il favore.

Parigi , studi e incontri importanti

Nel 1891 Marie approda alla Sorbona, dove conduce una vita di stenti, ma da donna caparbia e determinata non desiste: è ossessionata dallo studio e nel giro di tre anni si laurea in fisica e matematica.

Per sbarcare il lunario, Marie ottiene una borsa di studio all’Università su come tracciare le proprietà magnetiche dei vari acciai ed incontra Pierre Curie, un fisico esperto nelle leggi del magnetismo.

Come in un romanzo i due si innamorano ma Marie non transige e, come da programmi, si diploma e rientra in patria. Pierre pur di non perderla decide di seguirla e nel 1895 convolano a nozze.

Entrambi schivi, riservati, dediti alla scienza e alla ricerca vivono in un limbo scandito dall’affinità e dal lavoro.

 Nel 1897, a 30 anni, Marie dà alla luce una bambina, Irène, ma ben presto si rimette al lavoro.

Marie Curie La ricerca e la scoperta della radioattività

Affidata la piccola alle cure del padre di Pierre, si concentra sul lavoro quasi dimenticato di Henri Becquerel: nel 1896, mentre studiava la fosforescenza dei sali di uranio, il fisico francese si era accorto che il materiale emetteva raggi in grado di impressionare una lastra fotografica, anche senza bisogno di eccitazione da parte della luce solare.

Marie decide di approfondire la scoperta effettuata da Henri Becquerel sulla fosforescenza dei sali d’uranio: il materiale emetteva raggi in grado di impressionare una lastra fotografica, anche senza bisogno di eccitazione da parte della luce solare.

Sceglie di studiare il fenomeno grazie all’elettrometro ,uno strumento messo a punto e perfezionato da Pierre. 

 Giunse alla conclusione che “l’emettere radiazioni è una proprietà atomica dell’elemento uranio (che Marie chiamerà radioattività) che non può essere cioè modificata da alcuna procedura chimica.”

Nell’estate 1898, Marie e Pierre scrivono di aver identificato una sostanza 900 volte più attiva dell’uranio: il radio.

La tesi e il premio Nobel per la Fisica

 La tesi di dottorato di Marie sulle sostanze radioattive: è il 25 giugno 1903, e la Curie diviene la prima donna in Francia a ottenere questo titolo di studi.

Ma la ricerca è ormai diventata per Marie e Pierre un’ossessione e dopo aver affittato un capannone dismesso , tra i fumi radioattivi dei minerali, Marie si occuperà della separazione chimica dei distillati mentre Pierre,  inizia ad intuirne le potenzialità delle radiazioni  in campo medico, ma anche le ripercussioni sulla salute.

Nel 1903 le venne conferito Il Nobel per la Fisica per le ricerche sui fenomeni radioattivi, a metà con Becquerel. Dopo di lei solo due donne vennero insignite del prestigioso premio (Maria Goeppert Mayer, nel 1963 e Donna Strickland nel 2018

I Curie,  hanno scelto di non brevettarne la scoperta, per permettere a tutti di usufruire dei benefici della loro scoperta.

Il dolore e la solitudine

Il 19 aprile 1906, Pierre Curie viene investito e ucciso da un carro vicino a Pont Neuf, a Parigi.

Marie rimane sola con le figlie Irène ed Ève, di 9 e 2 anni.

Diviene così  la prima donna a insegnare alla Sorbona: perché “eredita” il posto del marito. 

Marie affida la cura delle figlie ai familiari, seguendone tuttavia l’istruzione.

Si rinchiude in laboratorio per sedare il dolore e la depressione che rischia di schiacciarla.

Senza l’appoggio del marito , la candidatura di Marie all’Accademia delle Scienze viene scartata ( perché donna e per sospetti legami con l’ebraismo a causa del suo cognome da nubile e delle sue origini polacche).

Il premio Nobel per la Chimica 

Nel 1911 arriva il secondo Nobel, questa volta per la chimica, per la scoperta di radio e polonio.

Nel 1911 al 1933 partecipò alla Conferenza Solvay, come unica donna tra scienziati del calibro di Bohr, Einstein, Planck.

Lo scandalo

Marie fu accusata di una relazione con il fisico e matematico Paul Langevin, ex studente di Pierre, sposato e con quattro figli e si trasforma agli occhi della massa, che ha la memoria corta, in una donna di dubbia moralità costretta a nascondersi dal mondo.

La vicenda le procurò un’altra fase depressiva, particolarmente acuta e prolungata.

Piccole Curie al fronte

Allo scoppio della guerra Marie si espose in prima persona per sostenere la Francia, sua patria d’adozione, e per utilizzare le sue capacità e i risultati delle sue ricerche per aiutare i soldati al fronte.

Grazie all’aiuto di Irène, la primogenita che seguirà le orme della madre,  predispone 20 camion dotati di strumentazioni per i raggi X sequestrate ai laboratori e agli studi medici abbandonati per la guerra, di lastre fotografiche e di ampolle contenenti radon dando vita alle prime unità mobili di soccorso (una la guiderà di persona, con una fascia della Croce Rossa al braccio). Le volontarie vennero ribattezzate in suo onore le Piccole Curie.

La rivincita e la morte

Al termine della guerra, la giornalista americana Marie “Missy” Maloney organizza un tour di presentazione negli USA, presentando Marie come colei che “cura il cancro”.

Il 4 luglio 1934, a 67 anni, muore di anemia aplastica a causa delle radiazioni a cui si è sottoposta per tutta la vita.

Fonti: Enciclopedia Treccani, Focus, Biografieonline

 

«Col passare degli anni, la scoperta di Marie Curie del polonio si sarebbe persa. La sua colossale conquista sarebbe stato il radio. Ma in realtà il suo più grande risultato fu l’uso di un metodo completamente nuovo per scoprire gli elementi misurandone la radioattività». da ” Il Genio Ossessivo: il mondo interiore di Marie Curie

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