Oggi è il 70° anniversario dall’uscita del romanzo che ha cambiato definitivamente la letteratura moderna: 1984. Riscopriamo il valore di questo libro, terribilmente attuale.

 

1984-kapak-320x181 70° anniversario 1984: la spaventosa attualità del romanzo di Orwell
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1984 è uno di quei classici della letteratura che non può essere criticato: Orwell, sul finire degli anni Quaranta, ha creato una storia capace di essere terribilmente attuale ancora oggi.

Orwell è stato capace di inventare un mondo, i quali aspetti si rispecchiano facilmente anche negli anni successivi. La società oppressiva e dittatoriale che ha descritto nel suo romanzo possiede così tanto realismo, da incutere timore, ancora oggi nei lettori, su una sua possibile realizzazione.

Il romanzo racconta di un futuro distopico, ambientato nell’anno 1984. Dopo la seconda guerra mondiale, c’è stata un’ulteriore guerra atomica, che ha decimato la popolazione mondiale.
Ora la Terra è divisa in tre grandi potenze: l’Eurasia, l’Estasia e l’Oceania, in quest’ultima si svolge la storia.
L’Oceania è governata da un unico partito, con a capo Il Grande Fratello, un personaggio mai visto da nessuno, ma che tiene sotto controllo ogni cittadino. Ogni cittadino è controllato da telecamere che non possono essere spente e che spiano chiunque, per non rischiare alcun pensiero contrario all’ortodossia del Partito; il tutto è controllato dalla psicopolizia, che interviene in ogni situazione di sospetto deviazionismo.
La società è strettamente divisa in classi ed il Partito, che ammette un solo pensiero:

“Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi controlla il presente, controlla il passato”.

Anche la lingua cambia: l’unica lingua che si può parlare è la Neolingua, un linguaggio in cui ogni termine ha un significato preciso, senza lasciare spazio a sfumature, così da rendere più netto il pensiero individuale.
E ovviamente, così come in ogni dittatura, le fonti scritte sono state distrutte o modificate: libri, giornali e documenti vengono riscritti continuamente, così da rendere nulla l’esistenza del passato e della storia.

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Il protagonista del romanzo è Winston Smith, impiegato del Partito Esterno, dipendente del Ministero della Verità, che ha, come compito, quello di correggere libri e giornali già pubblicati.
La sua vita cambia quando incontra e s’innamora di Julia, anche lei al Partito Esterno. La loro relazione è proibita, poiché il Partito non vuole relazioni sessuali che non abbiano l’obiettivo della procreazione.

 

George Orwell, con questo romanzo, si allinea al genere distopico, andando in contrapposizione con molti romanzi utopici del periodo, come La città del Sole di Tommaso Campanella.
La rabbia della guerra e l’orgoglio della resistenza sono stati tratti fondamentali della vita e della penna di George Orwell.

Il parallelismo con dittature a lui contemporanee è molto evidente in 1984: la figura del Grande Fratello è ispirata fisicamente a Stalin ed Hitler, mentre il suo totalitarismo si ispira all’Unione Sovietica di Stalin ed alla Germania nazista.
Orwell ha sviluppato una visione pessimistica della situazione politica e sociale degli anni Quaranta, prendendo spunto dalle maggiori dittature dell’epoca. Lo scrittore descrive anche con quale facilità la mente dell’uomo può essere plasmata e modellata a proprio piacimento.

La paura e la privazione della propria libertà individuale sono i due capisaldi su cui si poggia la dittatura del Partito: nessun cittadino è più libero, tutti devono pensare allo stesso modo, nessuno deve disobbedire.

 

Gli uomini e le donne non sono più in grado di scindere cosa sia giusto o sbagliato, secondo la propria morale o secondo l’etica comune, tutto dipende dal Partito e dal Bispensiero.
Una delle parti più importanti del romanzo è il concetto di riscrivere la storia, per poter giustificare gli eventi del presente. Winston, così come altri, sono impiegati a riscrivere le fonti e questo può farci solo che riflettere sull’importanza della storia e del passato.

Il Partito può controllare il presente, non può controllare il futuro, perciò ripiega sul passato (anche questo elemento è stato ripreso dalla tendenza di Stalin di far riscrivere libri e documenti).

1984 non è un semplice romanzo distopico, è un romanzo di denuncia contro qualsiasi tipo di regime totalitario.

Quando il regime si impadronisce dei mezzi di comunicazione e diffonde il suo pensiero, allora siamo di fronte al primo campanello d’allarme.

Ma 1984 non è solo pessimismo, ma anche speranza: ci ha insegnato che la letteratura e la storia sono importanti e sono l’unico mezzo per combattere l’ignoranza e la violenza.
Oggi sono passati 70 anni dalla prima pubblicazione del romanzo, ma le parole di Orwell sono ancora estremamente contemporanee.

Il controllo dei social-media, Paesi che non ritengono giusti dei pensieri diversi rispetto a quelli del proprio leader politico, l’alienazione dell’essere umano.
Orwell ha pubblicato questo romanzo nel 1949, oggi siamo nel 2019 e le sue parole sono così attuali.
Il Partito, la Neolingua, il Bispensiero, il controllo del passato e del presente, sono tutti scenari che non vorremmo mai fossero reali, ma di cui sentiamo i pericolosi campanelli d’allarme.

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