Veronica Franco nacque nella Venezia rinascimentale del Cinquecento.

Donna bellissima, brillante e talentuosa, era poetessa, scrittrice, musicista e.. cortigiana

All’epoca a Venezia erano riconosciute due tipi di cortigiane: la cortigiana di lume e quella onesta.

La prima apparteneva ai ceti bassi e praticava il mestiere vicino al Ponte di Rialto.

La cortigiana onesta invece era un’intellettuale e godeva di numerosi privilegi: poteva scegliere liberamente i propri amanti, e condurre una vita indipendente e libera.

In una città cosmopolita come Venezia, con un gran passaggio di “forestieri” il fenomeno delle cortigiane era non solo tollerato, ma incentivato.

Invidiate dalle nobildonne veneziane, le oneste cortigiane dominavano la ribalta politica e culturale.

Ma Veronica Franco era molto di più questo.

Figlia di Francesco e Paola Fracassa, cittadini originari di Venezia, seguì le orme dalla madre, cortigiana anch’essa.

Si sposò giovanissima con un ricco medico, ma il matrimonio durò poco.

Per mantenersi diventò una cortigiana d’alto rango.

Era inserita nel “Catalogo de tutte le principal et più honorate cortigiane di Venetia”, elenco delle cortigiane più in vista della città: secondo questo elenco, un suo bacio costava cinque o sei scudi.

Grazie alle sue amicizie con uomini facoltosi ed esponenti di spicco dell’epoca, divenne ben presto molto conosciuta.

Ebbe persino un flirt con il re Enrico III di Francia.

Viveva circondata dagli agi per la maggior parte della sua vita; tuttavia non poteva godere della protezione che veniva riservata alle donne “rispettabili”.

Imparò quindi a farsi strada da sola.

Studiò e cercò i propri mecenati tra gli uomini colti.

Entrò a far parte di uno dei circoli letterari più famosi della città, partecipando a discussioni, facendo donazioni e curando antologie di poesia.

Frequentava musicisti, filosofi, pittori (tra questi ricordiamo Tintoretto e Parabosco) e con loro disquisiva di arte, religione, letteratura, filosofia.

Spesso le veniva richiesto di correggerne i pezzi, e in cambio di questi favori le veniva concesso di partecipare a cenacoli dove la sua raffinatezza conquistava tutti.

Scrittrice e poetessa di primo piano, Veronica Franco scrisse due volumi di poesia: Terze rime e Lettere familiari a diversi.

Inoltre, dopo il successo raggiunto con i suoi lavori, fondò un’associazione che tutelava i diritti delle cortigiane e delle loro figlie, diventando una pioniera del Mutuo soccorso.

Per gli uomini era non solo un’amante, ma anche un’amica, una confidente.

Tuttavia, nel 1575, l’epidemia di peste che sconvolse la città costrinse Veronica a lasciare Venezia.

La sua casa fu saccheggiata durante la sua assenza, e perse gran parte delle sue ricchezze.

Al suo rientro dovette affrontare persino un processo d’Inquisizione per l’accusa di stregoneria.

Tuttavia erano accuse comuni per le cortigiane, Veronica inoltre si difese brillantemente e le accuse caddero.

Del resto della sua vita si sa poco: perse tutte le sue ricchezze, le rimase accanto un unico benefattore e, alla morte di questi, si ritrovò priva di qualsiasi sostegno finanziario.

Sappiamo inoltre che nel 1577 propose al consiglio cittadino di costruire una casa per donne indigenti, amministrata da lei stessa, ma tale richiesta non fu accolta.

Veronica Franco è inserita a pieno titolo nella cosiddetta “questione femminile” ribadendo ciò che ancora oggi fa scandalo: il diritto delle donne al piacere.

Seppur di bell’aspetto, si è fatta strada grazie ad intelletto, coraggio e istruzione, ed ha definito una verità che sembra ancora oggi imporsi a fatica:

si può vendere tutto, ma non si può comprare la dignità altrui.

Morì nel 1591, da donna libera, lasciandosi dietro il suo messaggio: ogni donna deve essere padrona del proprio destino.

Se siamo armate e addestrate siamo in grado di convincere gli uomini che anche noi abbiamo mani, piedi e un cuore come il loro;

e anche se siamo delicate e tenere, ci sono uomini delicati che possono essere anche forti e uomini volgari e violenti che sono dei codardi.

Le donne non hanno ancora capito che dovrebbero comportarsi così, in questo modo riuscirebbero a combattere fino alla morte; e per dimostrare che ciò è vero, sarò la prima ad agire, ergendomi a modello.

  • Veronica Franco, Venezia.

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