Green Book è uno dei film favoriti ai prossimi Oscar: un racconto dolceamaro, uno spaccato di storia degli anni Sessanta, ancora terribilmente attuale. Vediamo la recensione di Green Book.

 

maxresdefault-1-320x180 Green Book: storia di un'amicizia sullo sfondo di un'America razzista
Fonte foto: YouTube

 

Si avvicinano gli Oscar ed iniziano le scommesse su chi vincerà il premio per Miglior Film.

Sicuramente, tra i favoriti c’è Green Book, diretto da Peter Farrelly ed ispirato dalla vera storia di Tony Lip (pseudonimo di Frank Anthony Vallelonga), che ha anche contribuito alla stesura della sceneggiatura.

Il film si svolge nel 1963, negli Stati Uniti. Tony (Viggo Mortensen) è un italoamericano che cerca di mantenere la famiglia con lavori saltuari, a volte non proprio legali.
Principalmente fa il buttafuori, ma quando il locale chiude, è alla ricerca di un nuovo lavoro. Viene contattato per un misterioso lavoro come autista da un “dottore”, che alla fine si rivelerà un musicista afroamericano, d’immenso talento, Don Shirley, interpretato da un immenso Mahershala Ali.
Tony accetterà di lavorare per lui e di seguirlo per un viaggio di sei settimane nel sud degli Stati Uniti, in città e stati nei quali vige ancora la segregazione.
Per poter viaggiare, i due usano il Green Book, una guida stradale, sulla quale sono indicati gli alberghi ed i ristoranti che accettano i neri.

Durante il film vediamo raccontate due storie: la prima, che fa da cornice, è sicuramente il periodo storico in cui si svolge la storia. La segregazione e l’odio nei confronti dei neri sono ancora fortemente radicati negli stati del sud, infatti, vediamo il pianista vessato da violenze e forti pregiudizi; a Don vengono continuamente vietate le azioni più basilari, come pranzare in un locale o comprare un vestito. Il pianista, nonostante venga acclamato nei luoghi in cui suona, appena scende dal palco, diventa un afroamericano qualunque, perciò viene continuamente maltrattato ed emarginato.

green-book-9827-320x233 Green Book: storia di un'amicizia sullo sfondo di un'America razzista
Fonte foto: Eagle Pictures

 

L’altro intreccio importante è sicuramente la relazione che si va a creare tra i due protagonisti: Tony è un italoamericano rozzo, attaccabrighe, ma soprattutto furbo, un uomo che cerca di sopravvivere e far vivere bene la famiglia da sempre. Ma è anche un uomo semplice, che molto spesso non si rende conto delle differenze razziali a cui è sottoposto il suo capo.
Tony, inizialmente, viene rappresentato con una vena leggermente razzista, ma questa cambia totalmente durante il viaggio con Don, a cui si affeziona e per cui rischia più volte la faccia e la vita.

Don è un uomo afroamericano che ha avuto un’educazione diversa rispetto a quella degli altri afroamericani, si distacca completamente da quegli stereotipi che vedono i neri mangiare pollo fritto e bere whiskey mentre si suona il piano.
Proprio per questo, il pianista viene allontanato dalla sua gente, perché considerato “poco nero”, rimanendo emarginato dalla società e dalla sua comunità.
Il rapporto fra i due cercherà di migliore entrambi: Tony cercherà di capire che il mondo non è semplice come pensa e Don imparerà a lasciarsi andare.

La storia è un racconto dolceamaro, di uno spaccato di storia moderna molto difficile e doloroso.
Ma non ci sono accenni di pietismo, in Green Book si ride ed anche molto spesso, ma ci si commuove anche, ci si arrabbia e, soprattutto, si pensa, perché il film può raccontare una storia degli anni Sessanta, ma è anche estremamente attuale.

I due protagonisti sono il fulcro del film, l’anima incandescente dell’intera pellicola: Viggo Mortensen, dopo la trilogia de Il Signore degli Anelli, ha deciso di dare tutto sé stesso e di sfornare ottimi film, uno dopo l’altro. Mortensen è stato recentemente candidato per il film Captain Fantastic, ma questa è l’interpretazione della sua vita e, nei panni, di Tony Lip, dà il meglio di sé, soprattutto nella cadenza italiana (il film acquista mille punti in più in lingua originale).
Mahershala Ali è un professionista, lo sappiamo già, ma con Green Book fa veramente centro. Interpreta un’anima tormentata, un uomo che, probabilmente, non è mai stato accettato dalla società e che si sente estremamente solo.
Ali è vincitore del Golden Globe e del Bafta, ma è anche candidato all’Oscar per Miglior Attore non protagonista ed è considerato il favorito alla vittoria.

greenbook2-320x128 Green Book: storia di un'amicizia sullo sfondo di un'America razzista
Fonte foto: setcenas.com

 

Green Book è una commedia dolceamara, nella quale si ride e ci si commuove, è stata la sorpresa di questa stagione cinematografica. Possiamo definirlo come un “instant classic”, un film uscito da poco, ma che è giù cult di nicchia, un film che non vorresti che finisse mai. 
Le tematiche sono forti ed estremamente attuali, soprattutto in un’era dominata dalle scelte razziste del Presidente Trump.

Green Book è candidato a cinque Oscar: Miglior film, miglior attore protagonista per Viggo Mortensen, migliore attore non protagonista per Mahershala Ali, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio.
Green Book si merita di rimanere in una piccola nicchia che non possiamo dimenticare. È appena uscito nei cinema, ma sappiamo che rimarrà scolpito nei nostri cuori.

Non perdetevelo per niente al mondo.

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