Lo Chef Cannavacciuolo è, ormai, uno dei volti più noti ed amati da tutti gli appassionati dei format di cucina. In particolare, il suo “Cucine da incubo” è stato un crac, perchè unisce due degli ambienti che più trovano consenso in Italia: i fornelli e il reality.

In questa trasmissione, infatti, lo chef partenopeo veste, oltre alla classica giacca, anche i panni di Salvatore delle cause perse, trasformando ristoranti sull’orlo del fallimento in lussuosi locali in lizza per una stella Michelin. In realtà, il lavoro fatto in questi locali è ben lontano dalla sua sfera di competenza.

Infatti, ristoranti come la Trattoria al Capolinea (MI) sono riusciti a trovare la via del successo mantenendo pochissimi piatti proposti dal rinomato cuoco. Il vero segreto del successo di Cannavacciuolo è, dunque, il lavoro psicologico che viene apportato sui ristoratori, i quali riescono a ritrovare l’entusiasmo dei giorni perduti grazie al carisma ed ai consigli di questo guru della cucina nostrana.

Cucine da Incubo, allora, riuscirà a salvare l’economia dei ristoranti italiani più in crisi?

Cucine da incubo: chi si è salvato dal fallimento?

Nonostante l’impegno profuso dallo chef, sono diversi i ristoranti che non sono riusciti a risollevarsi dalla spirale negativa in cui erano caduti, andando inevitabilmente incontro al fallimento.

cucine-da-incubo-cannavacciuolo-320x212 Cucine da Incubo story: da 1 a 10, le pagelle ai superstiti.
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In vista della sesta stagione, che andrà in onda dal 25 febbraio sul canale Nove, andremo a rivivere le migliori dieci puntate di Cucine da Incubo. Chi, tra questi, è riuscito a sopravvivere e chi è miseramente caduto nel dimenticatoio della ristorazione?

10 – IL PAPPAGALLO (CR) Stagione 5, episodio 6. – Aperto.
Uno dei locali che, certamente, è rimasto più sullo stomaco allo chef Cannavacciuolo è il Pappagallo di Crema.

Il locale, infatti, prima dell’avvento dello chef e dello staff di Cucine da Incubo, nascondeva l’inesperienza della cuoca-moglie in cucina sotto litri e litri di panna, mentre il marito-proprietario celebrava la propria grandezza come “campione mondiale di pizza” tapezzando le pareti del proprio ristorante di gigantografie e premi.

La figlia, unica vera cuoca della famiglia, era relegata alla gestione della sala. L’arrivo dello chef ha sovvertito l’ordine degli addendi, ricucendo gli strappi creati dall’ego del padre-padrone-pizzaiolo-campionedelmondo-superman e rinnovando il locale, sia nell’aspetto, sia nello staff.

Infatti, lo chef ha ricollocato i vari membri della famiglia a ruoli più adeguati, ma il risultato, a quanto pare, è rimasto lo stesso. Ad un anno dal passaggio dello chef, il noto portale online Tripadvisor riporta nelle recensioni del locale gli stessi, macroscopici, errori di sempre. Almeno la pizza è buona e si lavora.
Voto: 4, con riserva.

9 – LA PIAZZETTA (MI) Stagione 3, episodio 8. -Chiuso.
Altro giro in Lombardia per lo chef Cannavacciuolo, altro fallimento, questa volta però totale. Le avventure dello Chef lo hanno portato infatti a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, in soccorso del ristorante La Piazzetta. Nascosto nel cuore del paese, questo ristorante si proponeva come “quality fast-food, pizzeria, ristorante tradizionale italiano e griglieria”.

Decisamente troppo per le papille dello chef, che ha strapazzato uno staff giovane e demotivato e ridotto un menù chilometrico ed inutile.

Purtroppo, i suggerimenti dello chef non sono bastati a salvare il ristorante dal menefreghismo della giovane proprietaria, trasformando un locale potenzialmente valido in un… fusion resturant all you can eat.
Le loro sono tornate ad essere Cucine da Incubo.
Voto: 2, tombale.

8 – TRATTORIA DAVIS (MI) Stagione 4, episodio 10. -Aperto.
Il terzo ristorante lombardo nella nostra lista è, finalmente, una favola a lieto fine. La Trattoria Davis infatti ha colto in toto gli consigli dello chef Cannavacciuolo, trasformandosi da brutto anatroccolo della ristorazione, ovvero mensa per lavoratori, in un carinissimo locale nel cuore di un centro sportivo.

Il nome del locale, infatti, prende spunto proprio dalla nota coppa tennistica. Il proprietario è un ex chef noto della movida milanese caduto “in disgrazia”, ma che grazie al “trattamento” psicologico a cui è stato sottoposto, parecchio traumatico ad essere onesto, lo ha riportato in carreggiata.

Le recensioni sono altalenanti, ma il ristorante pare navigare in acque decisamente migliori rispetto a qualche anno fa.
Voto: 6,5, in ripresa.

7 – IL RE ARTU’ (MI) Stagione 1, Episodio 6. -Aperto.
Altra storia a lieto fine in terra lombarda. Lo chef Cannavacciuolo, infatti, ha nel Re Artù uno dei suoi maggiori successi.

Indimenticabili i tre fratelli\gestori del locale, che sono passati da violenti litigi ed eccessivi silenzi ad ebrezza da euforia. Il locale infatti, dopo la lavata di capo dello Chef Cannavacciuolo a Stefano, ha ricucito insanabili faide famigliari, permettendo al locale di decollare definitivamente.

Oggi, il ristorante si è ulteriormente rivoluzionato, trasmormandosi anche in pizzeria gourmet, oltre ad offrire una cucina tradizionale lombarda di alto livello. La carne di canguro, tipica della prima gestione, è tornata in Australia, la tavola rotonda è stata riunita e lo Chef si è dimostrato, ancora una volta, abile psicologo e motivatore. Vinta la battaglia col passato, Excalibur può tornare nella roccia, mentre il Re Artù decolla.
What else?
Voto: 8, rigenerato.

6 – THE PRINCESS (RC) Stagione 5, Episodio 3. -Aperto.
Personalmente, ripensando al ristorante proposto nella terza puntata della quinta stagione, ancora rido.

Una delle puntate più divertenti ed esilaranti dell’intera storia del programma mette al centro una stravagante principessa dal passato tragico e un contesto in cui messer Cannavacciuolo, accompagnato dal prode cavalier Bastianich, rivoluziona il menù e il locale della Principessa di Reggio Calabria.

La puntata è un sali e scendi di emozioni, tra le incontenibili risate, l’incredulità per il contesto di lavoro e l’emozione per una Principessa che ti entra dentro e scalda il cuore. Ad oggi, il risotrante è ancora aperto e, con la grandissima capacità di ridere di sé stesso, attira clienti da ogni luogo della Calabria.

La cucina non sarà sicuramente stellata, ma la compagnia della principessa vale il viaggio.
Voto: 7, fiabesco.

5 – IL RITROVO DEI VIP\LE DUE FONTANE (TA) Stagione 4, Episodio 5. -Aperto.
Le Due Fontane, alias Il ritrovo dei Vip, è uno dei locali in cui l’impronta dello chef Cananvacciuolo è rimasta più impressa, nel senso che il faccione dello chef partenopeo è stampato in formato A4 sul fronte del menù del ristorante.

Dopo Cucine da Incubo, le recensioni sono discostanti ed altalenanti, e si passa da commenti estasiati a sciovoloni sulla buccia di una banana. La media, per Tripadvisor, resta alta, un 4,5 su 5, ma lo stile del locale, in particolar modo la facciata del menù, è decisamente rivedibile.

Lo chef Cannavacciuolo ha donato dignità ad un ristorante da 2,5\5, ma l’affare di marketing, questa volta, pare averlo fatto proprio il locale tarantino.
Gustoso, ma pacchiano.
Voto: 6, Vip?

4 – VITA NOVA\OSTERIA DEL TERZO TEMPO (PD) Stagione 1, Episodio 4. -Chiuso.
Cucine da Incubo non sempre raggiunge i suoi intenti. Infatti, non ce l’ha fatta purtroppo l’allegra combriccola di rugbisti dell’Osteria del Terzo Tempo. I baldi proprietari, infatti, secondo le ultime recensioni datate 2015, sono tornati ai vecchi vizi, offrendo piatti scadenti e senza la benché minima presenza di un menù. E dire che, durante la parentesi tra la trasmissione e la chiusura, il locale pareva aver preso la piega giusta. Un vero peccato, per un ristorante dal potenziale inespresso che lo Chef Cannavacciuolo era riuscito a estrapolare dalla spirale di caos in cui era caduto. Salvo poi ricascarci. Cucine da Incubo e non solo, in questo caso.
Adios, per sempre.
Voto: 4, spreco.

3 – RISTORART (RM) Stagione 1, Episodio 5. -Aperto.
Il Ristorart è sicuramente uno dei maggiori successi dello Chef Antonino Cannavacciuolo e merita il gradino più basso del podio.

A trascinare una storia di fondo tipica della trasmissione Cucine da Incubo, ovvero il dissidio famigliare tra i proprietari del ristorante che stava portando il locale al fallimento, era il concetto alla base dell’apertura che, finalmente, viene centrato a pieno.

Il Ristorart, infatti, nasce dalla passione di uno dei due proprietari, che voleva coniugare cucina e pittura in un risotrante che fungesse anche da galleria per giovani artisti in erba.

Il locale, grazie all’intervento provvidenziale dello chef, ora dipinge ottimi quadri da ristorazione nei piatti dei clienti, oltre ad offrire un servizio cordiale e prodotti di qualità. Guardare, su Tripadvisor, per credere.
Voto: 9, giocondo.

2 – TRATTORIA DU PADRINU (ME) – Stagione 2, Episodio 4 -Chiuso.
Ed ecco, al secondo posto tra le migliori puntate di Cucine da Incubo, una lezione provvidenziale sullo spreco delle proprie potenzialità.

Il ristorante Du Patrinu, prima di chiudere i battenti, dello chef ha conservato solamente i prezzi stellari. Peccato, davvero, perchè l’esuberanza del Padrino, singolare caposala messinese, aveva scaldato il cuore degli spettatori.

Purtroppo, la direzione presa dalla nave siciliana era soltanto una: destinazione naufragio. Piatti di scarsa qualità, ingredienti pessimi e servizio eccentrico.
Una ricetta perfetta, per un disastro.
Voto: 3, naufragato.

cucine-da-incubo-story Cucine da Incubo story: da 1 a 10, le pagelle ai superstiti.
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1 – A’ LANTERNA DI DON GALLO (GE) – Stagione 3, Episodio 2. -Aperto.
È l’emblema del successo per Cucine da Incubo. Sul gradino più alto del podio, svetta senza ombra di dubbio la puntata dedicata al Ristorante A’ Lanterna di Don Gallo, un locale che è diventato una casa per i dipendenti, reduci da esperienze al limite.

Il ristorante venne aperto da Don Andrea Gallo nell’ambito di un progetto per reinserire nella società ex ricoverati del proprio centro di recupero ed era diventato uno dei fari della cucina lagunare.

La morte di Don Gallo ed i repentini cambi di staff hanno portato il ristorante in cattive acque, ma lo Chef è riuscito a ristrutturare le vite dei dipendenti (tra cui merita una menzione d’onore uno degli chef più talentuosi mai apparsi nel noto format), rendendo un covo di ricordi un altare in onore di Don Gallo e un ristorante eccezionale.

Tripadvisor ne esalta i sapori ed i gusti tradizionali, La Repubblica e altri quotidiani nazionali ne citano la storia. Per un locale aperto con lo scopo di dare una seconda possibilità ai propri dipendenti, A’ Lanterna meritava decisamente questa rinascita.
Voto: 10, risorto.

antonino_2_52719-320x240 Cucine da Incubo story: da 1 a 10, le pagelle ai superstiti.

Tra successi e fallimenti: Cucine da Incubo continua a fare tendenza

Siamo giunti dunque al termine di questa epopea che ci ha guidato in lungo e in largo per l’Italia: da Nord a Sud, lo chef Cannavacciuolo, con Cucine da Incubo, ha riportato la speranza in locali apparentemente alla deriva, riconsegnando ad essi il titolo, finalmente meritato, di ristorante.

E voi lettori, siete d’accordo con questa classifica? Secondo voi, alcuni ristoranti avrebbero meritato più di altri di apparire in questa lista? Lasciate un commento con la vostra opinione, e potremmo proporre una nuova versione di questo articolo al termine della sesta stagione di Cucine da Incubo.

I nuovi progetti oltre Cucine da Incubo

Lo Chef Cannavacciuolo, riesce, in ogni puntata, ad apportare il giusto sostegno sia morale che professionale, ricreando nuovi menù ad hoc per le attività ed offrendo piccole guide di sopravvivenza, soprattutto nei momenti di piena.

Lo stesso Chef, oltre a Cucine da Incubo, è impegnato in diversi progetti inerenti al suo settore, che gli permettono di scovare nuovi talenti (eventualmente da potersi accaparrare per la sua Chef Academy).

Oltretutto, la sua presenza a Masterchef Italia, è ancora oggi una delle principali attrazioni degli spettatori del cooking show.

Giudizi senza troppi giri di parole, ma sempre con il suo stile genuino che lo contraddistingue.

Nell’attesa della nuova venuta dello Chef Cannavacciuolo nella nuova edizione di Cucine da Incubo, il saluto resta sempre lo stesso:
ADIOS!

 

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