Dal retaggio di una eredità sportivo-culturale tutta italiana, nasce MV Agusta.

Il Conte Domenico Augusta la fondò nel gennaio del 1945. In realtà il primo nome fu Meccanica Verghera, e il primo modello ad essere creato fu la MV98, un monocilindrico a 2 tempi che utilizzava la stessa tecnologia del motore stellare installato sugli aerei.

Ma facciamo un passo in dietro : Il marchio Agusta comparve per la prima volta nel 1907, quando il conte Giovanni Agusta fondò l’Agusta aeromobili alle Cascine Costa di Samarate, in provincia di Varese.

MV Agusta: il passaggio alle moto

mv-agusta-depotenziate-320x182 MV Agusta, il mito a 2 ruote Made in Italy
mv-agusta-depotenziate

Il passaggio alle moto avvenne sotto la guida della moglie di Agusta (scomparso nel 1927), Giuseppina, e del figlio Domenico: per fronteggiare la crisi del settore aeronautico, l’azienda creò un motore motociclistico, dai bassi costi di produzione e di gestione.

Ed ecco, come alla fine della guerra, Domenico Agusta costituì la Meccanica Verghera per portare avanti il progetto del motore da moto: il primo modello MV Agusta fu presentato nell’autunno 1945; avrebbe dovuto chiamarsi “Vespa 98”, ma, visto che il nome era già stato depositato, rimase la sola sigla “98”.

Le prime consegne iniziarono nel 1946, in concomitanza dell’attività agonistica nella regolarità,  nella quale MV Agusta  ottenendo subito le prime vittorie.

Gli anni 50 della MV Agusta

É durante gli anni Cinquanta che si crea il mito sportivo di MV Agusta che si ripercuote inevitabilmente nelle vendite.

Nel 1953 MV Agusta raggiunse il tetto delle 20mila unità prodotte

Alla fine degli anni Sessanta arrivò Giacomo Agostini che s’impose ininterrottamente dal 1967 al1973.

Purtroppo la concorrenza delle Case giapponesi nelle gare divenne sempre più forte: Giacomo Agostini, tornato da una parentesi in Yamaha, il 29 agosto 1976, sul circuito del Nurburgring, segnò l’ultima vittoria del palmares MV Agusta.

La crisi dovuta alle moto giapponesi e la rinascita

Logo_MV_Agusta-320x207 MV Agusta, il mito a 2 ruote Made in Italy
MV Agusta–The Web Coffee

Per uscire dalla crisi dettata dall’avvento delle moto giapponesi l’azienda  trovò un nuovo partner economico: EFIM (Ente partecipazioni e finanziamento industria manifatturiera), ente pubblico che , per risanare la situazione ,impose il disimpegno dal settore motociclistico; Infatti l’ultima moto nei magazzini di Cascina Costa fu venduta nel 1980.

La rinascita arriva nel 1992 quando la Cagiva Motor di Claudio Castiglioni acquistò il marchio MV Agusta.

Il motore arrivò da un progetto sviluppato dalla Ferrari, chiamato F4, ed è stato oggetto di miglioramenti fino ai giorni nostri (da 750 a 910 fino a 1000 cc).

Il design fu affidato alla  matita geniale di Massimo Tamburini, allora direttore del CRC (Centro ricerche Cagiva).

Nacque ,così, il primo prototipo, esposto il 16 settembre 1997: era la MV Agusta F4, rossa e argento, e con lo scarico a canne d’organo.

La MV Agusta e gli anni 90

Nel 1999 partì la produzione della F4 Serie Oro, in tiratura limitata di 300 esemplari, con carrozzeria in carbonio e parti in magnesio; superava i 280 km/h e costava oltre 68 milioni di lire.

Sempre dalla fantasia di Tamburini nel 2000, dopo la F4, nacque la Brutale, naked di grande successo,che riesce a coniugare l’essere una moto naked di altissimo livello con un costo tutto sommato accessibile, rispetto alle altre moto della categoria, modello  ancora oggi  a listino dopo numerose migliorie.

Indubbiamente siamo di fronte ad un nome che è una garanzia di qualità e potenza, un nome che a livello mondiale ha dato lustro al made in Italy facendolo crescere in maniera esponenziale.

Le difficoltà ovviamente sono state tante, e ce ne saranno ancora, ma questo non ferma la forza di un marchio cresciuta con pazienza e lavoro di intere generazioni.

Questo è il made in Italy che ci piace, che nel mondo fa si che siano famosi e riconosciuti e a cui dovremmo appellarci in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo.

MV Agusta é un nome conosciuto nel mondo di cui andare orgogliosi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *