Si è svolta la scorsa notte la 92° edizione degli Oscar: un’edizione nuovamente senza presentatore, ma che si è svolta in modo fluido e veloce e che ha saputo intrattenere il pubblico. Ma vediamo cos’è successo ieri notte.

Oscar-2020-320x180 Oscar 2020: record e tante sorprese in questa edizione degli Academy
Fonte foto: Viaggi News

La 92° edizione degli Oscar si è aperta col botto, grazie all’esibizione musicale di Janelle Monae e Billy Porter: uno show che rende omaggio ai film in gara e che ottiene una standing-ovation, grazie anche alla chiusura della Monae: “Sono orgogliosa di essere qui, donna nera e queer”.

Le polemiche, infatti, non sono mancate in questa edizione degli Oscar e anche i primi presentatori, Steve Martin e Chris Rock, hanno evidenziato col monologo di apertura, la mancanza di donne e di afroamericani nelle nomination di quest’anno.

Polemiche piuttosto previste ma messe in evidenza con ironia e sarcasmo.

La cerimonia si è svolta senza intoppi, in modo più piacevole rispetto allo scorso anno e allietata dalle esibizioni delle canzoni in gara nella categoria di Miglior canzone, tra cui spiccano quelle di Elton John e Cynthia Erivo.

Ma non sono state le uniche performance musicali: oltre a quella di Billie Eilish, che ha cantato Yesterday durante il toccante memorial dedicato alle star che ci hanno lasciato quest’anno, tra cui Kobe Bryant e Kirk Douglas; a sorpresa si è presentato il 48enne Eminem, che ha cantato Lose Yourself, che ha risvegliato l’intero Dolby Theatre.

Ma passiamo alle vittorie di questa 92° edizione degli Academy Awards, una serata veramente da record.

Iniziamo dai premi Oscar tecnici, dove ci sono state alcune sorprese inaspettate.

Partiamo subito dai Migliori effetti speciali, categoria nella quale vince a sorpresa 1917: una vittoria totalmente inaspettata per il film di Mendes, che batte i favoriti alla vittoria Avengers: Endgame, Il re leone e Star Wars: The Rise of Skywalker.

I premi per il Miglior montaggio sonoro e per il Miglior sonoro se li aggiudicano, rispettivamente, Le Mans ’66 e 1917.

Il premio per il Miglior Trucco va a prevedibilmente a Bombshell, per il grande lavoro fatto sulla protagonista Charlize Theron; il premio per Migliori Costumi va a Jacqueline Durran per Piccole Donne, che vince l’unico Oscar in questa serata.

Anche il premio per il Miglior Montaggio va a Le Mans ’66.
Il premio come Miglior Scenografia va a C’era una volta ad Hollywood, mentre il premio per la Miglior fotografia va a 1917.

Il Miglior film d’animazione va alla Disney per Toy Story 4, battendo i due favoriti Missing Link (vincitore del Golden Globe) e Klaus, film di animazione di Netflix.

Passiamo alla parte musicale: il premio per la Miglior colonna sonora va prevedibilmente al film Joker, mentre quello per Miglior canzone va a (I’m Gonna) Love me again di Elton John e Bernie Taupin, canzone tratta da Rocketman, il biopic sul famoso cantante inglese.

Elton John e Bernie Taupin, anche se erano i favoriti alla vittoria, hanno emozionato la platea e il pubblico per la loro reazione sorpresa e commossa.

Si tratta del primo premio Oscar per i due colleghi ed amici (Elton John aveva vinto già per Il Cerchio della Vita de Il Re Leone, ma senza Taupin), che hanno una collaborazione decennale. Li potremmo descrivere come “Battisti e Mogol”.

Passiamo alle sceneggiature: il premio per Miglior sceneggiatura originale va imprevedibilmente al film sudcoreano Parasite, battendo a sorpresa il favorito C’era una volta ad Hollywood, mentre la statuetta di Miglior sceneggiatura non originale va a Taika Waititi, per Jojo Rabbit.

La statuetta per il Miglior film internazionale non poteva essere più prevedibile e giusta: il premio va a Parasite, del regista Bong Joon-ho, che batte anche Dolor y gloria di Pedro Almodovar.

Passiamo ai premi Oscar per le migliori performance.

Il premio per Miglior attore non protagonista va allo strepitoso Brad Pitt per C’era una volta ad Hollywood, mentre quello per Miglior attrice non protagonista va a Laura Dern, per Storia di un matrimonio, battendo Scarlett Johansson per Jojo Rabbit.

I due premi non hanno destato sorprese: i due avevano già vinto i Golden Globe ed altri importanti premi in questa stagione e gli Oscar hanno deciso di seguire la loro stessa linea.

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Fonte foto: Il Post

Il premio come Migliore attrice protagonista va a Renée Zellweger per la sua performance in Judy, commovente biopic su Judy Garland; si tratta del secondo Oscar per l’attrice, dopo Ritorno a Cold Mountain.


La controparte maschile di questo premio va a Joaquin Phoenix, che vince l’Oscar come Miglior attore protagonista per Joker. Il ritratto doloroso di un uomo ai margini della società dà la vittoria (meritatissima) finalmente a Phoenix, che vince il suo premio Oscar dopo 4 nomination.


Nel suo discorso di ringraziamento afferma di non sentirsi superiore agli altri candidati, ringrazia l’Academy per il premio, affronta la tematica dell’ambiente e dice:

“Ho fatto un sacco di cose terribili nella mia vita: sono stato egoista, sono stato cattivo e crudele a volte, sono stato un collega difficile con cui lavorare, ma molte persone, anche molte che sono in questa sala, mi hanno dato una seconda opportunità ed è qui che facciamo al meglio il nostro lavoro di esseri umani”.

Infine chiude citando il fratello River e visibilmente commosso lascia la scena.

Ma ecco arrivare le vere sorprese della serata.

Il premio per la Migliore regia va, sorprendentemente, a Bong Joon-ho per Parasite, che batte i favoriti alla vittoria Sam Mendes e Quentin Tarantino.

Il regista ha ringraziato gli altri colleghi in gara e ha affermato che avrebbe voluto “spezzare il premio in cinque”, per poterlo condividere con tutti.

E il premio più importante va nuovamente a Parasite: è la prima volta nella storia degli Oscar, che un film internazionale vince il premio come Miglior Film.

Parasite batte il favoritissimo alla vittoria 1917, ma anche C’era una volta ad Hollywood e Jojo Rabbit, che i bookmaker davano come la sorpresa della serata.

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Fonte foto: Il Post

Beh la sorpresa c’è stata: è straordinario il traguardo il Parasite e della Corea, che si porta a casa i premi più importanti: migliore sceneggiatura originale, migliore regia, miglior film internazionale e miglior film.

Un record inaspettato anche per il regista e per l’intera produzione che è salita sul palco visibilmente emozionata.

Per quanto riguarda il lato attoriale, gli Oscar hanno seguito la linea dei premi di quest’anno e delle previsioni dei bookmaker: la concorrenza era tanta, ma i vincitori meritano di stringere quella statuetta.

La vittoria di Parasite è sorprendente e forse troppo esagerata: Parasite è un film immenso, che ha segnato questa stagione cinematografica, ma fa male vedere Tarantino senza una statuetta per la regia o Mendes tornare a casa a mani vuote dopo lo splendido lavoro che ha fatto in 1917.

Parasite vince tutto quello che c’era di più importante e lancia un messaggio: il cinema non ha confini, l’arte non ha confini, superiamo la barriera dei sottotitoli, perché l’arte del cinema non conosce limiti.

In una stagione cinematografica ricca come questa, la delusione per gli altri partecipanti è palpabile e dopo film straordinari come questi, è strano e bizzarro vedere dei veri e propri maestri del cinema uscire avendo vinto poco o nulla.

Questo è il bello del cinema: ci sono annate in cui si vota il meno peggio e annate come questa in cui il premio sarebbe potuto andare a chiunque.

Ai prossimi Oscar.

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