La seconda stagione di Dark convince più della prima. Scopriamo il perché

Se la prima stagione ci aveva lasciati in bilico, Dark 2 è stata decisamente più esplicativa. Tutti i nodi sono venuti al pettine e finalmente il puzzle è stato ricomposto. In questa seconda stagione ci vengono chiarificati i ruoli e le origini dei vari personaggi, non senza colpi di scena e non senza sorprese che hanno contribuito a complicare di nuovo la situazione. Ma andiamo per gradi.

Innanzitutto se non si era notato dalla stagione precedente, data la caratterizzazione corale della serie, il protagonista, o comunque il personaggio principale, più complesso e per certi versi raccapricciante, è il nostro amato Jonas, che abbiamo lasciato nel 2052.

Lungi dal voler spoilerare le sorti di questo e degli altri personaggi, preme però fare alcune considerazioni. La base di tutti gli intrecci è che per quanto si vogliano modificare gli eventi, di fatto è impossibile. Questo se vogliamo ha una sua logica. In effetti, gli effetti del cambiamento dovrebbero essere visibili, le cose sarebbero già andate in modo diverso se fosse stato possibile. Il tempo, insomma, come già nella prima stagione avevamo percepito, è circolare.

jonas-960x505 Dark 2: quando la seconda stagione è migliore della prima (no spoiler)
font: Netflix

Si crea, dunque, un vero e proprio circolo vizioso in cui è impossibile prevedere da cosa originano gli eventi e di fatto si perde la cognizione del tempo. Unico fattore concreto che comunica il tempo è la fotografia della serie, che come abbiamo visto già nella prima stagione, scandiva quattro epoche a cui se ne aggiunge una quinta: il 1921. Sarà proprio grazie a quest’epoca che riusciremo a capire un po’ della biografia dei personaggi, da dove vengono e come si sono evoluti.

Dark 2: ma quindi, Noah perché non cresce?

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fonte: Netflix

Il personaggio di Noah è quello che ha subito più critiche ma in questa stagione scopriremo che non è lui il cattivo, che il suo intento non era quello di uccidere bambini per fare esperimenti e che anche lui ha un cuore e una storia. In effetti nessuno gli ha dato il beneficio del dubbio e in questa stagione scopriremo che il cattivone è un altro, un certo Adam, un signore anziano e sfigurato a capo della setta dei Viaggiatori.

Attraverso i suoi discepoli Adam si assicurerà che tutto vada secondo i suoi piani. Il suo acerrimo nemico è Claudia Tiedeman, ormai anziana. Non riusciremo a scoprire chi effettivamente avrà ragione o torto. Una cosa è chiara. Gli eventi non riescono a cambiare per ragioni legate al cuore: tutti i personaggi della storia, nell’intento di cambiare le cose, non ci riescono perché la rinuncia a quel presente potrebbe irrimediabilmente cancellare quello che di buono invece c’è. Adam lo sa bene, infatti è forse il personaggio più cinico e anaffettivo della storia.

Molte cose ancora restano da svelare, alcuni personaggi hanno una valenza non proprio chiara. Alcuni eventi della prima stagione che sembravano il preludio di un subplot, non si sono di fatto sviluppati. Stessa cosa avviene nella seconda. Ora c’è da capire se sono stati inseriti per sviare o per sbalordirci nella terza.

Nuovi risvolti per la terza stagione

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fonte: Netflix

Questa seconda stagione non mancherà di sorprese. Oltre al personaggio di Adam ci saranno delle new entries. Scopriremo inoltre che personaggi relativamente secondari della prima stagione avranno delle parti importanti in questa storia (e probabilmente un ruolo centrale nella terza stagione). Tenete d’occhio le donne, che stavolta non resteranno a guardare come si svolgono gli eventi, ma decideranno di prendere parte attiva nel “gioco del tempo”.

Ci saranno inoltre delle “rimpatriate” che stringeranno il cuore e vi terranno sul filo del rasoio per 8 episodi di fila. Chi soffre della sindrome del binge waching sa di cosa stiamo parlando e nonostante gli episodi siano intesi e lunghi si lasciano guardare con pruriginosa curiosità.

In questa stagione mozzafiato capiremo finalmente chi è cosa e perché ma alla fine ci renderemo conto di essere ben lontani dall’afferrare la realtà delle cose. Forse perché gli autori hanno progettato Dark come una trilogia già dal principio o forse perché ciò che cercano di comunicarci è che la verità è inafferrabile.

Voto: 8.5/10

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