Le fasi di crescita: i nostri figli non resteranno per sempre neonati, conoscerle potrebbe aiutarci ad affrontare il ruolo di genitori con maggior serenità e consapevolezza.

 

A molti genitori capita di ricordare con affetto e tenerezza la prima volta in cui hanno potuto ammirare il volto del loro piccino o piccina.

L’istinto ci guida e ci permettere di intuire i bisogni di quel cucciolo d’uomo che dipende da noi per ogni cosa.

Ma ben presto, mamma e papà si rendono conto che le situazioni cambiano, si evolvono e che nel giro di pochi anni il tenero bebè si trasformerà in un bambino, poi un adolescente ed infine un uomo o una donna.

Questo processo è ovvio, o almeno così pare, ma molti genitori si sentono impreparati ad affrontare questo difficile compito e faticano ad accettare l’idea che i figli crescano.

Avere le idee chiare sulle fasi di crescita dei figli potrebbe aiutare a svolgere il ruolo di genitore in modo più sereno e consapevole.

La psicologia dell’età evolutiva

La disciplina che si occupa dello sviluppo dei diversi aspetti della personalità e delle varie forme di comportamento nel periodo che va dalla nascita sino al termine dell’adolescenza è la cosiddetta psicologia dell’età evolutiva.

I primi studi in tal senso risalgono alla fine del XIX secolo a cura di psicologi come G. Stanley Hall, Freud e la scienziata e pedagogista Maria Montessori che dedicò l’intera esistenza alla cura dei più piccini.

Ci furono poi una serie di studi successivi, a partire dalla seconda metà del XX secolo.

Tali ricerche si concentrarono in particolare su alcuni ambiti:

  • Le aree dello sviluppo e la loro interdipendenza. Oltre allo sviluppo cognitivo vi è infatti uno sviluppo affettivo, morale e sociale e tutte queste evoluzioni sono strettamente legate tra loro.
  • Le fasi dello sviluppo. Il bambino non è più considerato  “un uomo in miniatura”, con una crescita solo fisica ma è un’essere umano diverso dall’adulto.  L’analisi delle varie fasi che deve attraversare per divenire adulto, e dei momenti di crisi, ovvero di rapido passaggio da una fase alla successiva, ha dunque costituito un altro dei grandi temi affrontati.
  • I fattori dello sviluppo. E’ ritenuto fondamentale lo studio delle condizioni che possono favorire od ostacolare il passaggio da una fase all’altra dello sviluppo. I maggiori fattori da tenere il considerazione sono l’ereditarietà, l’ambiente e l’educazione.
board-2128993_1920-320x143 Conoscere nostro figlio: Le fasi di crescita
Fonte: Pixabay

 

Le fasi dello sviluppo

Il primo passo da compiere è conoscere le fasi dello sviluppo o periodi di crescita definiti dalla psicologia dell’età evolutiva.

In sintesi potrebbero essere così riassunti:

 

  • Prima infanzia che va dalla nascita all’uso della parola, da 0 a 2 anni circa
  • Seconda infanzia (o periodo dei giochi) durante il quale il bambino passa dal gioco di singolo, in cui sperimenta da solo le proprie capacità, al gioco di gruppo, che rappresenta una prima fase di socializzazione, dai 3 ai 6 anni circa
  • Latenza ( o età scolare) durante la quale il bambino sviluppa le proprie capacità cognitive (dal 7° al 10° anno circa)
  • Preadolescenza e adolescenza (dagli 11 ai 18 anni circa) età ricca di cambiamento in quanto si passa dall’infanzia al mondo adulto.

Queste fasi, vengono generalmente definite come dei macroperiodi che il bambino affronta nel suo percorso di crescita e di sviluppo.

Le età riportate sono da ritenersi puramente indicative in quanto ogni soggetto è a sé.

Nelle prossime settimane pubblicheremo altri articoli sul tema dove prenderemo in considerazione singolarmente le varie fasi.

Fonti: Metodomontessori, enciclopedia treccani , sapere.it

 

 

 

 

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