Quest’anno ricorrono i cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale.

Nel 1918, il Generale Diaz lesse il celebre Bollettino della Vittoria in cui si proclamava la vittoria del ridotto esercito sabaudo contro quello dell’allora potente impero austro ungarico; il rosso della bandiera nazionale è rappresentazione del sangue versato in sacrificio da questi giovani per la patria.

Molti luoghi ricordano oggi queste tragiche e coraggiose morti sul campo di battaglia: una guerra che nessuno voleva.

Redipuglia e Cima Grappa sono tra i luoghi più visitati, ove riposano in pace non solo giovani soldati italiani ma anche tedeschi e austriaci accomunati da questa orribile pagina della storia europea. Uno di loro, al loculo 107, ha un nome che dovrebbe essere solo quello di una favola: Péter Pan dell’esercito dell’imperatore Franz Josef, nel reggimento Honved.

Esatto, Péter Pan, proprio come il celebre personaggio nato dalla fantasia di James Matthew Barrie ai primi del ‘900; infatti a molti pare strano credere che quello fosse il vero nome di questo giovane soldato, e a tal proposito si pensa che siano stati i soldati italiani, durante la tumulazione della salma, a dargli questo soprannome perché questo era rimasto senza la targhetta distintiva.

Nato nella rumena Rusca Montana (anche se c’è chi dice che sia nato a Krassó-Szörény) il 21 agosto 1897, ha dato la vita, non per sua decisione ma per tragica chiamata.

Viene arruolato nel 1914 per combattere dapprima in Bosnia Erzegovina (fino al 1916) e in seguito sul fronte italiano, sul quale perisce il 19 settembre 1918  sul massiccio del Grappa, durante un attacco ad una trincea italiana a Col Caprile.

Ha lasciato nella sua terra una madre dal cuore spezzato e una fidanzata in lacrime che attendeva invano il ritorno dell’amato da quella lontana Italia, ed è stato  l’ultimo caduto di guerra in quanto l’11 novembre del 1918 fu firmata la resa dell’Austria.

download-2 1918-2018, onore ai caduti : la storia del soldato Peter Pan

Ancora oggi la sua tomba, il loculo 107 del Sacrario militare del Monte Grappa, è meta di un macabro pellegrinaggio e di doni come conchiglie e fiori di campo. Come lui altri giovani trovano riposo, non solo in questo sacrario ma anche tra le righe della nostra costituzione.

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