Giù le mani dalla Cultura
La Carmen è stata stravolta.
Immaginiamo per un momento il Metropolitan di New York.
Il cartellone propone Giulietta e Romeo di William Shakespeare: tuttavia il regista, volendo mettere un tema più moderno, decide che i due non debbano morire come vuole la storia del Bardo elisabettiano ma bensì scappare insieme.
O che ne I Promessi Sposi, per non traumatizzare il pubblico, sparisca la Peste che colpì Milano.
Sarebbero scenari che gridano vendetta all’arte teatrale e che getterebbero scompiglio nella critica rovinando quasi la reputazione di registi e degli autori stessi. Invece qualcosa di così scandaloso avviene davvero.
Non nella contemporanea New York ma nella culla dell’arte italiana, Firenze che invece dovrebbe tutelare le opere originali.
Il Maggio Musicale Fiorentino ha infatti deciso di cambiare una delle opere più ardite dell’ottocento come la Carmen di Bizet.
Nella versione del 1875, la donzella muore uccisa da un bruto amante Don Jose nella Plaza de Toros la Maestranza durante una corrida mentre Firenze, spinta da un femminismo ormai incontrollabile, vuole far sopravvivere la donna per poterle far uccidere il vile durante un vero è proprio atto osceno, almeno per gli animalisti, come la corrida.
E’ inammissibile una simile intromissione nel campo sacro dell’arte melodrammatica.
Ogni opera artistica è lo specchio della propria epoca ed è quindi irripetibile ne la si può modificare; può essere suscettibile di rappresentazioni moderne che però possono solo trarre spunto, ispirazione non sovvertendo il brano originale.
Vicino al teatro dove si tiene la Carmen sorge Palazzo Pitti.
Il Residenz di Monaco è si ispirato al monumento mediceo ma non può di certo essere considerato come l’originale (il fiorentino è del 1440, la facciata bavarese è del 1580) .
Se si richiama al Brunelleschi come modello si fa portatore di uno stile differente, un altro messaggio, quello teutonico.