Ebbene si, uno studio americano ha dimostrato che se date al vostro partner nomignoli di animali domestici, la complicità tra voi aumenta.

Secondo questo studio si crea un rapporto più intenso e complice, in cui un linguaggio tenero diventa un modo di comunicare fra due persone innamorate.

1718244_M-320x213 Nomignoli in amore: si a micetto e topolino, no a amore e tesoro
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Ma va! Cioè se andiamo in giro a chiamare “micetto” o “topolino” o “pesciolino” uni sconosciuto, non funziona. Con chi non si conosce questo tipo di linguaggio può creare fraintendimenti. Meglio evitare.

Se invece fate la stessa cosa con il vostro partner, allora create una sorta di codice tra innamorati. Ci hanno pure studiato sopra.

Attenzione però, vale solo per nomignoli di animali domestici. Quindi se chiamate il vostro partner pasticcino, al massimo vi offre un bignè ma niente linguaggio segreto.

I classici amore, tesoro, piccolo, non vanno più bene perché considerati banali. Invece chiamarsi pesciolino ha l’originalità insita. 

Se i soprannomi ve li siete inventati, mi spiace deludervi ma non avete nessun codice e nessuna complicità: secondo questo studio siete due che per caso fanno colazione insieme.

437968_M-320x212 Nomignoli in amore: si a micetto e topolino, no a amore e tesoro
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Cuoricino, trottolino, e i vari -ino fanno salire il nevoso a chi vi circonda, specialmente se tentate di accoppiarvi in fila al supermercato.

Non passano le selezioni i soprannomi erotici, che vi siete dati in un momento di passione sfrenata. Salvo poi ringraziare la ricerca che vi grazia dall’usarli.

Cari uomini potete smettere di pensare a soprannomi da dare alla vostra fidanzata: scegliete un bel micetta e vi siete risolti la vita. Se avete anche un’amante siete a cavallo (per restare in tema).

Insomma la scienza ha parlato: solo nomignoli di animali domestici denotano complicità. Il resto non denota nulla, solo una coppia per caso. 

Ragazzi miei la scienza ha parlato, e quando parla la scienza c’è veramente solo da stare muti. E chiedersi: ma non avevano altro da studiare? 

Ai posteri l’ardua sentenza.

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