Dal 28 agosto al 7 settembre si svolgerà il Festival internazionale del cinema di Venezia,kermesse che ogni anno assegna vari premi, tra cui il Leone d’oro, alle opere cinematografiche che si sono distinte. Quest’anno pero, la manifestazione non è esente da polemiche. Il motivo? Aver voluto accogliere “Unposted” il film su Chiara Ferragni.

Su Instagram, ovvero il terreno su cui l’influencer nostrana si conquista l’amore e l’odio dei suoi followers, la stessa Chiara ha annunciato che il docu-film sulla sua vita sarà presentato al festival di Venezia.

Alla regia vi sarà Elisa Amoruso, regista romana che subito è entrata in sintonia con Chiara. Lei stessa ha voluto una regista donna affinché si potesse “documentare il suo lato più vero, più puro e magari più segreto, legato a tanti altri aspetti e momenti della sua vita”.

Ancora su Instagram si legge “Chiara Ferragni, Unposted rivela il suo punto di vista, intimamente e diversamente da come solitamente lo condivide attraverso i social, affrontando argomenti mai trattati prima e che sveleranno una Chiara Ferragni mai vista fino ad oggi”

Il film sarà presentato al festival in quanto considerato pieno di valore artistico. Ma ovviamente non tutti sono d’accordo. Infatti, soprattutto gli haters della Ferragni pensano che il festival si sia ridotto ad un evento che non ha nulla di valido da presentare e ricorre al nome della influencer per accaparrarsi consensi. Inoltre in molti pensano che non ci sia nulla da raccontare in quanto Chiara già espone ogni giorno sui social sé stessa e la sua famiglia al cento per cento.

Però si sa. Un conto è quello che si vuole fare vedere in 15 secondi di storie su Instagram, a quella fetta di followers che seguono la tua vita tra vacanze in resort di lusso, con marito e figlio al seguito, un altro è decidere di mostrare la parte di sé più fragile.

Chiara sin da piccola, soprattutto dietro spinta della madre, è sotto la luce dei riflettori, esposta a commenti positivi ma anche tante critiche che le sono state rivolte non soltanto dietro lo schermo ma anche in faccia. Non per questo si è arresa, e bisogna riconoscerle il merito di aver creato un modello imprenditoriale che oggi è diventato un case study presso Harward.

Ditene quindi quanto volete su di lei, sui suoi piedi, sul suo inglese mezzo italiano. Fatto sta che lei è sempre stata solo una ragazza che ha creduto nei sogni, e che certo, magari con una botta di fortuna e di soldi che ci sogneremmo di possedere,ha fatto gavetta ed è arrivata dove è ora: donna forte indipendente, moglie e madre oltre che imprenditrice moderna.

Alla fine è la storia di una ragazzina che ha creduto nei suoi sogni, il messaggio è che è sempre meglio essere indipendenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *