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Lo shopping dopo il lockdown: la paura di tornare a vivere

Voi avete provato a fare shopping dopo il lockdown?

Ho provato pena per me. Perché, durante il cambio di stagione, ho voluto buttare nei cassonetti gialli il 50% dei miei jeans. Perché stamattina, avevo la giornata libera e sono andata in un centro commerciale perché volevo approfittare degli sconti primaverili. Ho provato un senso di inadeguatezza entrando nel primo negozio che esponeva la scritta “sconti al 50%”. Le commesse mi hanno guardato con aria interrogativa come a chiedermi “non potevi aspettare per i tuoi dannati jeans?”.

Ed avrebbero anche ragione, se l’indomani non dovessi andare anche io a lavoro e avessi delle imposizioni aziendali. Eppure, la fase 2 ci ha restituito la possibilità di uscire quasi del tutto liberamente. Ma loro hanno ragione, hanno ragione tutti. Anche quando ti impappini con la saliva e parte il colpo di tosse inaspettato e ti rendi conto che tutti si sono voltati a guardarti con il terrore negli occhi. E hanno ragione a chiederti e fermarti ad ogni capo che tocchi per cercare la tua taglia, chiedendoti se lo proverai o no.

shopping dopo il lockdown

Entrare in un negozio, durante la fase 2, è sentirsi fuori posto anche quando sai che spenderai e che quel piccolo contributo economico, si aggiungerà a tanti tasselli che daranno nuovamente un input all’economia nostrana.

É il vedere le mensole e gli stand vuoti che fa paura. Il non trovare nulla che, probabilmente, ci porterà a tornare a casa e riempire i carrelli dei siti low cost, che mi spaventa. É la paura di tornare in quel negozio tra qualche giorno e vedere che magari ha abbassato le saracinesche per sempre.

É pensare che qualcuno possa non avercela fatta. Che altri possano aver accantonato il proprio sogno a tempi indeterminato. É il doversi reinventare e pensare che, ogni volta che si vorrà gustare un caffè, bisognerà fare il conto dei tavolini e capire dove sedersi per evitare assembramenti. Dover imparare a parlare guardando “di fronte verso destra” O “di fronte verso sinistra”, perché, forse, non ci si potrà più guardare negli occhi in pubblico, almeno, non se saremo a mangiare fuori in due.

Forse, non potremo farlo più, quando saranno troppe persone ad aver accusato il colpo e saremo tutti intenti a combattere una battaglia tra poveri per accaparrarci un posto di lavoro quanto meno dignitoso.
Il mondo è cambiato e non eravamo pronti a rispondere a tutto questo.
L’unica certezza è che solo unendoci potremo affrontare la grande sfida che ci si è posta avanti.

Shopping dopo il lockdown sì o no? Quali sono le sensazioni che avete provato entrando in un negozio? Pensate che questa quarantena ci abbia resi davvero un po’ più paranoici?

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