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Nel lettone con mamma e papà: il “co-sleeping” fa bene ai nostri bambini?

É notte fonda, voi e il vostro compagno/a state dormendo beatamente nel vostro letto, quando ad improvviso una serie di movimenti sospetti turbano il vostro sonno, ed ecco che dopo poco vi trovate ai lati del letto e nel mezzo, il vostro bambino/bambina.

Fonte: Mamma e psicologia

Questa è senza dubbio una delle situazioni più comuni alla base del “co-sleeping”, ossia quando genitori e bambini dormono nello stesso letto (anche se con lo stesso termine, s’indica anche la condivisione dello stesso letto tra fratelli (o sorelle).

Fonte: Pinterest

 

Quante volte chi diventa mamma, nei primi mesi di vita del proprio bambino, vuole tenerlo accanto a sè nel letto, per essere pronta ad ogni evenienza che può incombere nella notte?

In questa fase di vita del bambino, un comportamento del genere è assolutamente naturale, soprattutto in virtù dell‘allattamento; ma poi il bambino cresce, e non vi è più quest’urgenza, quindi viene consigliato in primis dalla famiglia di farlo/a dormire in una propria stanza, da solo.

Un momento che prima o poi deve arrivare, ma non è sempre facile, soprattutto per il bambino.

Proprio per questo ci viene consigliato di farlo il prima possibile, al fine di evitare che  il cosleeping si protragga, oltre a far sì che il nostro bambino acquisisca maggior indipendenza e sicurezza.

Ma è davvero così? Il cosleeping fa davvero male?

Diversi studi epidemiologici hanno evidenziato come proprio il dormire coi propri genitori, contrariamente all’opinione comune, aiuti il bambino ad acquisire indipendenza e sicurezza in se stesso.

Infatti è stato osservato come l’ 84% dei bambini, che fino ai 3 anni dormono con mamma e papà, a 5 anni sviluppino una sicurezza tale da poter dormire nel proprio letto per tutta la notte, senza necessità di “venire nel lettone”.

Ma al di là degli studi epidemiologici, la conferma più grande ci viene data dalla natura, dalla nostra storia di primati.

Fonte: Pixabay

Come i nostri antenati, noi da piccoli siamo estremamente vulnerabili agli stimoli esterni e quindi necessitiamo di stare vicini alla propria mamma per sopravvivere ai pericoli.

Poi arriva la fase della “sorveglianza“, in se ci accorgiamo che la madre è assente o distante proviamo una sensazione di ansia che ci può far piangere. Un’ansia che col tempo va a diminuire, fino a scomparire totalmente, se dall’altra parte ci sentiamo rassicurati e protetti. 

Quindi, più al bambino piccolo verrà data la possibilità di stare vicino alla madre quando lo richiede, più sarà capace in seguito di stare da solo. Più verrà accolto il suo desiderio di dipendenza quando è piccolo, più facilmente diventerà, in seguito, autonomo.

Fonte: Shutterstock

 

SITOGRAFIA:

https://www.uppa.it/educazione/pedagogia/sonno-dormire-con-il-bambino-nel-lettone/

http://www.gravidanzaonline.it/storie/cosleeping-pro-e-contro.htm?preview_id=496662

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