James Cameron è tornato ultimamente a far parlare di sé non soltanto per la questione Titanic ma anche per l’uscita del secondo film di Avatar. In particolare della Depressione post-avatar. Di cosa si tratta?
Già nel 2009 dopo la rappresentazione del primo film, si era parlato di PADS -post avatar depression syndrom. In realtà parlare di depressione è un eufemismo, perché la sensazione che genera la visione della pellicola (presente anche negli spettatori che hanno visionato Avatar 2) non rispecchia quelli che sarebbero i criteri della depressione.
Più che altro si tratta di angoscia, infelicità, tristezza sperimentati nei giorni successivi alla visione del film, dovuti al ritorno alla realtà dopo essere stati su Pandora.
A Pandora ritroviamo armonia, equilibrio, un rapporto pacifico con la natura e l’ambiente circostante in generale, sensazioni che si sono andate perdute negli ultimi anni nella società moderna. Se ne sono resi conto i giovani uomini (coloro più colpiti dalla Depressione post-avatar) ma in generale anche il resto dei telespettatori. Viene fatto un paragone con il nostro di mondo, e si prova una sensazione di inquietudine, incertezza, verso un futuro che tra pandemia, guerre, e riscaldamento globale non sappiamo dove porterà.
Sentirsi distaccati dalla natura. Principalmente è la mancanza di questa connessione con la terra che produce una crisi, che può essere “curata” soltanto cercando di attuare comportamenti che possano portare alla salvaguardia del pianeta. O in piccolo, per guarire da questa depressione post-avatar basterebbe una passeggiata immersi nel mondo naturale per ricreare una sensazione di tranquillità contro le stressanti quotidianità vissute.
La depressione post-avatar non è comunque da sottovalutare. Diversi sono gli utenti che hanno commentato sui social il loro stato emotivo dopo la visione del film.
“Contemplo persino il suicidio pensando che magari rinascerà in un mondo simile a Pandora e tutto sarà uguale ad Avatar” scrive un utente.
“Posso garantirvi che la sensazione che si prova è un totale annichilirsi di fronte alla realtà. Sullo schermo vedi le brutture della vita reale, ma i personaggi ne escono vincitori recuperando il più atavico dei rapporti: quello tra uomo e natura. E ti chiedi “perché io, noi, non ce la facciamo, perché non possiamo farlo?” afferma una ragazza.