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Afasia: La verità sulla malattia di Bruce Willis

Afasia: La malattia che ha costretto al ritiro Bruce Willis

 

“Con gli straordinari fan di Bruce volevamo condividere, come famiglia il fatto che il nostro amato Bruce ha avuto problemi di salute e che gli è stata diagnosticata l’afasia, malattia che sta influenzando le sue capacità cognitive. Di conseguenza Bruce si sta allontanando dalla carriera che ha significato così tanto per lui. Questo è un momento davvero difficile per la nostra famiglia e apprezziamo così tanto il vostro continuo amore, compassione e supporto. Stiamo attraversando questa situazione con forte unità familiare e volevamo coinvolgere i suoi fan perché sappiamo quanto lui significhi per voi. Come dice sempre Bruce, “Live it up” (goditela, goditi la vita) e insieme abbiamo in programma di fare proprio questo”.

 

Questa la dichiarazione di Rumer, la figlia di Willis, in un post di Instagram che sta facendo il giro del mondo e che conferma il ritiro graduale dalle scene dell’attore.

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Già dallo scorso anno, Bruce Willis aveva manifestato segni di confusione chiedendosi il motivo della sua presenza sul set o facendo fatica a ricordare le parole durante le riprese con la produzione pronta a suggerire con un apparecchio chiamato ‘earwig’, molto simile ad un auricolare.

Ma in cosa consiste l’Afasia?

 

L’afasia: Cos’è e come si manifesta? 

 

Con il concetto di afasia, s’intende un disturbo del linguaggio con conseguenze a livello cognitivo e comunicativo.

Una persona affetta da afasia non capisce quello che viene detto e non riesce a produrre frasi di senso compiuto per poter parlare: Non riesce a leggere, a scrivere, a fare i calcoli, poiché la scrittura e le capacità aritmetiche sono a loro volta connesse con la funzione del linguaggio; gli mancano le singole parole, sbaglia la costruzione grammaticale o produce male i suoni.

L’afasia si accompagna spesso ad altri a disturbi come la difficoltà nel controllare i muscoli utilizzati per parlare (disartria) o la difficoltà a deglutire (disfagia).

Questa malattia è dunque un grande limite per chiunque ne venga colpito ed in particolare per chi con le parole ci lavora come, gli attori.

Le cause di questo disturbo posso essere differenti. Secondo Tiziana Rossetto, presidente della Federazione Logopedisti Italiani (Fli),

“Le malattie che più frequentemente provocano afasia sono quelle vascolari e i traumi cranici, ma anche tumori, malattie infettive o altro possono colpire le aree del linguaggio”.

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Quanti ne soffrono?

È presto detto. Secondo i dati della Federazione Logopedisti Italiani, in Italia il numero di persone afasiche in seguito a malattie cerebrovascolari si aggira attorno a 150.000-200.000 con un’incidenza annua di 2 nuovi casi per 1.000 abitanti per anno.

A queste si devono aggiungere i soggetti affetti da afasia in seguito a traumi cranici o altre malattie.

L’afasia si presenta quindi come una tra le più disabilitanti conseguenze dell’ictus con un impatto devastante sulle attività della vita quotidiana, sull’autonomia e sulle relazioni.

 

Pur essendo più frequente di altre malattie molto più note, dell’afasia se ne parla poco. Secondo la Rossetto:

“Questo silenzio è in parte spiegabile se si pensa che gli afasici sono colpiti proprio nella loro capacità di esprimersi e non sanno raccontare cos’è la loro malattia. Le persone afasiche scompaiono perché non sono più in grado di interagire normalmente con i propri familiari, di reinserirsi nell’ambiente lavorativo.

Spesso vengono esclusi o si auto-escludono dal proprio ambito sociale e rimangono isolate nella loro sofferenza”.

L’Afasia si può curare?

Per questa malattia non esiste una vera e propria cura attraverso dei farmaci ma è previsto un trattamento riabilitativo attraverso l’utilizzo di esercizi di logopedia. I margini di miglioramento dipendono dal tipo di lesione celebrale subita, dall’area del cervello danneggiata oltre che dall’età e dallo stato di salute della persona afasica.

“Numerosi studi sperimentali hanno dimostrato che l’unico trattamento efficace, anche se molto raramente risolutivo, è il trattamento logopedico, purché sufficientemente protratto e intenso.

Una ricerca condotta sui servizi di riabilitazione in Italia ha purtroppo messo in evidenza il fatto che molto raramente il servizio offerto risponde alle richieste di intensità e durata necessarie ad ottenere un risultato significativo”.

Conferma anche la Rossetto.

La persona afasica ha quindi bisogno di un supporto complesso, medico e famigliare: I primi con il compito di prestare le cure migliori e più aggiornate, i secondi impegnati a garantire l’aiuto necessario nella vita di tutti i giorni. Le capacità linguistiche e comunicative di chi ne soffre possono senza dubbio migliorare negli anni, ma è davvero molto difficile che Willis possa tornare a recitare.

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